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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 41<br />

SMANIA DI LIVELLAMENTO DELLA SECONDA RIVOLUZIONE:<br />

LA "NUOVA ARCHITETTURA"<br />

Il totalitarismo <strong>del</strong>la "nuova architettura" sorge prima <strong>del</strong> 1900, nel momento in cui i<br />

nuovi materiali da costruzione - cemento e cemento armato - si fondono con le nude<br />

forme comparse per la prima volta all'epoca <strong>del</strong>la rivoluzione francese. Questa architettura<br />

offre la sua espressione più coerente nelle fabbriche, nei garages e negli stabili<br />

destinati ad uffici. Nella sua marcia vittoriosa essa assimila tutti gli altri temi architettonici<br />

e dimostra una irrefrenabile baldanza dalla quale sembra veramente che possa<br />

sorgere il nuovo stile tanto desiderato. "Movimento moderno significa uno stile genuino<br />

e indipendente": questo è il Credo dei suoi seguaci. 78 Le menti più acute riconoscono<br />

però che il nuovo stile razionale non è - anche quando esso giunga alla perfezione<br />

- uno stile come lo intendevano le epoche precedenti, "uno stile cioè che abbraccia<br />

tutti i campi <strong>del</strong>l'arte" e che "in ognuna <strong>del</strong>le sue espressioni decorative lascia trasparire<br />

qualche cosa di trascendentale". L'appagamento che deriva dalla naturalezza e dalla<br />

semplicità <strong>del</strong>le linee e degli spazi <strong>del</strong>le forme tecniche spesso non è sufficiente. L'insoddisfazione<br />

tende involontariamente a determinare turbamenti nella purezza <strong>del</strong>la<br />

tecnica. Nel caso di esempi grandiosi si riesce, è vero, ad ottenere qualche cosa di più<br />

che non una semplice forma pratica", ma è pur sempre soltanto un "analogon <strong>del</strong>lo stile".<br />

79<br />

"Gli architetti, associati qui in una gara scevra da ogni invidia, sembrano lottare per<br />

la conquista di qualche cosa che appare a tutti come il compimento di puri temi riguardanti<br />

la vita sociale <strong>del</strong>l'uomo moderno. Da alcuni decenni, insieme con quella<br />

brutta mascherata che sono le costruzioni europee, si fanno strada negli edifici pubblici,<br />

nell'edilizia cittadina, nelle macchine e nei mezzi di trasporto… un senso e una visione<br />

non soltanto negativamente semplici, ma positivamente soddisfacenti <strong>del</strong> mondo<br />

circostante, la cui realtà ci appare non come attuale e conforme alla moda, ma come<br />

un evento secolare". 80<br />

Anche questa seconda rivoluzione si attiene saldamente, come la prima al dogma<br />

<strong>del</strong>l'uguaglianza di tutti i temi architettonici; il livellamento però non avviene adesso al<br />

grado più elevato ma a quello più basso, connesso con lo scopo materiale: a quel grado<br />

cioè, che si trova al di sotto <strong>del</strong>la sfera <strong>del</strong>l'uomo, ovvero nel mondo <strong>del</strong>la macchina.<br />

Le difficoltà di questo nuovo stile cominciano già nell'applicazione di esso alla casa<br />

privata. I nostri edifici destinati ad abitazione sono – è vero - superiori a quelli <strong>del</strong>la<br />

metà <strong>del</strong> secolo ma non raggiungono quel grado di abitabilità che avevano nel periodo<br />

intorno al 1830. Assolutamente inconcepibile per la nuova architettura è il tema <strong>del</strong>la<br />

chiesa che, proprio per questo, non viene tenuto in considerazione. "Poiché quest'epoca<br />

non riesce ancora a vedere il proprio stile e non sa ancora esattamente ciò che vuole,<br />

essa resta legata ai propri scopi; chiese costruite con tecnica moderna appaiono disadatte<br />

perché non hanno uno scopo tecnico adeguato per esistere" (Jaspers).<br />

Adolf Loos assegna all'architetto soltanto due temi: il monumento funerario e il monumento<br />

commemorativo. Nella generazione seguente anche questi temi non esisteranno<br />

più: l'intero ambito che un tempo era riservato completamente all'architettura, si<br />

è dissolto oppure è stato assimilato dalla nuova "architettura degli ingegneri".<br />

L'impeto rivoluzionario <strong>del</strong>l'ingegnere contro l'architetto, <strong>del</strong>l'edilizia pratica contro<br />

le esigenze trascendenti <strong>del</strong>l'arte, si è apparentemente concluso con la vittoria totale<br />

<strong>del</strong>le forze nuove. Ma questa unificazione è stata pagata a caro prezzo: con la dittatura<br />

cioè di un'unica sfera, quella <strong>del</strong>la fabbrica, e con il soffocamento - a lungo andare insopportabile<br />

- <strong>del</strong>le esigenze naturali dei singoli temi, dei quali si soddisfano invece<br />

78 N. PEVSNER, An outline of European architecture, Londra 1934 [NdR: trad. ital. Storia <strong>del</strong>l'architettura<br />

europea, Il Saggiatore, Milano 1966].<br />

79 K. JASPERS, Die geistige Situation unserer Zeit, Berlino-Lipsia 1933.<br />

80 Ibid.<br />

6 aprile 2013

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