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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 119<br />

ralità. L'arte è "espressione <strong>del</strong> tempo" solo da un punto di vista accessorio ed essenzialmente<br />

fuori <strong>del</strong> tempo: è "epifania" di tutto quanto è indipendente dal tempo, di ciò<br />

che è esterno nel riflesso <strong>del</strong> tempo. La negazione dì questo carattere di eternità è, essenzialmente,<br />

anche negazione <strong>del</strong>l'arte. Ed è anche vero che "il talento mediocre è<br />

sempre prigioniero <strong>del</strong> tempo e si deve nutrire di quegli elementi in esso esistenti"<br />

(Goethe). La produzione <strong>del</strong> vero artista non proviene dal tempo; essa fonda la prigione<br />

<strong>del</strong>la temporaneità per divenire creazione. È certo però che, per creare il nuovo,<br />

anch'essa deve servirsi degli elementi temporali.<br />

Questo ragionamento, applicato alla nostra epoca, significa che l'artista si trova davanti<br />

al compito di "mostrare con immagini <strong>del</strong> turbato ordine naturale il mai turbato<br />

ordine soprannaturale" (J. Schöning). Perciò la grandezza <strong>del</strong>l'artista "non si misura secondo<br />

i bei sentimenti che esso suscita, bensì [e Nietzsche, in teoria, lo sapeva] secondo<br />

la sicurezza con la quale il caos obbedisce ai suoi comandi". E questi comandi l'artista<br />

riceve non da un "io" autonomo, ma "dall'alto"; e quando non li riceve dall'alto li riceve<br />

appunto dal basso, come nel caso di coloro che a torto si chiamano surrealisti.<br />

CRITICA CONCRETA<br />

Tutte queste considerazioni generali acquistano valore solo davanti alla concreta<br />

opera d'arte, di fronte alla quale devono essere provate tutte le interpretazioni e tutte<br />

le critiche <strong>del</strong>l'epoca. II fondamento di questo metodo critico fu formulato dal Novalis<br />

in maniera insuperabile: "Si ponga il più esattamente possibile ogni poesia al proprio<br />

posto e questa sarà una critica sufficiente ad appagare l'amor proprio <strong>del</strong> suo autore".<br />

Porre "ogni cosa nel posto che le spetta" dà spesso risultati semplici e sorprendenti e<br />

ristabilisce la gerarchia perduta nel regno <strong>del</strong>l'arte. Ma ciò è possibile soltanto dove esista<br />

e dove sia stata riconquistata una salda concezione <strong>del</strong>l'essenza <strong>del</strong>l'arte e<br />

<strong>del</strong>l'uomo.<br />

Capitolo quindicesimo<br />

L'ARTE MODERNA COME QUARTA ERA DELL'ARTE OCCIDENTALE<br />

"Siamo alla fine…" (Chr. Morgenstern).<br />

Si riesce a comprendere ancora più chiaramente il carattere <strong>del</strong>l'arte moderna quando<br />

si cerchi di confrontarla con l'arte occidentale <strong>del</strong>le altre epoche dalle quali essa ha<br />

avuto origine e nelle quali essa affonda le sue radici. L'arte moderna infatti, intesa come<br />

un tutto unico, assumerà un giorno - perfino quando essa si dimostri caotica - tutti<br />

i caratteri di un'epoca chiusa, anche se di quest'epoca non si riesce ancora a vedere<br />

né la fine e neppure la forma <strong>del</strong>la fine.<br />

Le epoche <strong>del</strong>l'arte occidentale esaminate nel loro complesso, possono essere caratterizzate<br />

nella maniera più sicura se si giungerà alla comprensione di ciò che l'arte in<br />

ogni tempo esprime. Esse si distinguono non tanto dai caratteri stilistici intesi nel senso<br />

ristretto <strong>del</strong>la parola bensì dall'esistenza o dalla assenza di grandi temi unitari<br />

<strong>del</strong>l'arte, dal sorgere o dallo scomparire di determinate specie artistiche, dal rapporto<br />

<strong>del</strong>l'osservatore con l'opera d'arte, dalla velocità, dal ritmo e dalla forma <strong>del</strong> loro decorso,<br />

ecc. e, ancor più, dall'interpretazione di ciò che deve essere, in genere, arte e<br />

quadro.<br />

Non sempre, infatti, l'arte è stata arte; essa ha cambiato non di natura ma di posto e<br />

d'importanza nel complesso <strong>del</strong>la vita umana. E anche le opere <strong>del</strong>l'arte occidentale.,<br />

quelle per esempio che vengono chiamate quadri, sono così diverse nel loro profondo<br />

significato originario e nel loro intimo scopo, che non è facile, anche per un osservatore<br />

attento, definirle in blocco con lo stesso nome di quadri. Non è un diverso atteggiamento<br />

<strong>del</strong> medesimo tema, quello che distingue un quadro di una chiesa romanica<br />

da quello di una casa privata olandese, ma un completo spostamento <strong>del</strong>l'origine e<br />

6 aprile 2013

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