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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 86<br />

spetto", dice Pascal. "Nella pittura moderna non si nota alcuna traccia di rispetto per<br />

l'uomo". 158 Ma neppure per gli animali e per i fiori. Anche questi si demonizzano e divengono<br />

magici.<br />

Tale situazione si è venuta formando a poco a poco: lentamente si è consumato l'antico<br />

patrimonio <strong>del</strong>la tradizione umanista. Già nella prima metà <strong>del</strong> secolo si può notare<br />

- proprio anche nelle grandi creazioni ritrattistiche - una demonizzazione <strong>del</strong>l'immagine<br />

umana e, in questo caso, può essere che la trasparenza <strong>del</strong> fondo scuro davanti<br />

al quale è collocata la figura (una volta essa veniva collocata invece davanti ad un<br />

luminoso sfondo dorato) conferisca al ritratto di quest'epoca quella speciale interiorità<br />

che non avevano i ritratti <strong>del</strong> secolo diciottesimo. A cominciare dal 1880 si diffonde<br />

sempre più intorno all'uomo e dentro di esso il senso <strong>del</strong> Nulla e, all'inizio <strong>del</strong> secolo<br />

ventesimo, si fanno strada orientamenti che non possono ne vogliono più raffigurare<br />

un'immagine umana che non sia deformata.<br />

Ma con lo stesso metro con cui diminuisce la capacità di creare un volto umano che<br />

possieda caratteri veramente umani, aumenta l'attitudine a formare l'extra-umano e<br />

l'extra-naturale. Si raggiungono così le sfere impensate <strong>del</strong>l'orrendo.<br />

CONTRO L'UOMO E IL SUO MONDO<br />

Le tendenze antiumane rispecchiano lo spirito <strong>del</strong>l'epoca e si manifestano chiaramente<br />

in varie dichiarazioni di artisti, a cominciare dalla crisi <strong>del</strong> 1770. Queste affermazioni<br />

non sono da prendere alla lettera ma devono anch'esse essere considerate<br />

come sintomi.<br />

Il senso di insoddisfazione verso l'uomo si manifesta in due forme tipiche: da una<br />

parte si nota il desiderio luciferino di uscire dalla sfera puramente umana, di distruggere<br />

l'Umano, Troppo Umano considerato sia in se stesso sia nell'arte, il desiderio cioè<br />

di un superumanismo, di un impulso tendente al superuomo e alla superarte. Dall'altra<br />

parte invece esiste una disperazione o un cinico abbassamento <strong>del</strong>l'uomo, un odio cioè<br />

contro il soprannaturale, contro l'uomo stesso, contro la natura e contro l'arte: sensazioni<br />

considerate come legami antropomorfi dai quali si tenta di liberarsi, non però evadendo<br />

al di sopra <strong>del</strong>l'uomo bensì distruggendolo (vedi il nichilismo romantico). "Il<br />

surrealismo fugge dalla vita terrena non verso un al di là, ma verso un al di qua. Esso<br />

respinge l'elemento soprannaturale e odia fondamentalmente tutto ciò che ha carattere<br />

religioso. Si è rifugiato in un mondo subnaturale". 159 Esso è infra-umanismo.<br />

Riporto soltanto alcuni esempi tratti da una enorme quantità di espressioni nostalgiche,<br />

disperate e traboccanti di odio: "Cominciai già molto presto a sentire l'uomo come<br />

brutto" (Franz Marc). "L'uomo è una prova mal riuscita <strong>del</strong>la natura" (Barlach). "L'uomo<br />

è una bestia" (G. Grosz). 160 Sono tutte variazioni <strong>del</strong> tema nietzschiano <strong>del</strong>l'Umano,<br />

Troppo Umano.<br />

Ma anche la natura viene ora coinvolta nell'abbassamento <strong>del</strong>l'uomo. "Cominciai già<br />

molto presto a sentire l'uomo come brutto: l'animale mi sembrò più bello e più puro.<br />

Ma anche in esso io scoprii cose tanto ripugnanti e orribili da far sì che le mie concezioni<br />

divenissero istintive e, per un impulso interiore, sempre più schematiche ed astratte.<br />

Alberi, fiori, terra tutto mi si mostrava, col passare degli anni, negli aspetti più<br />

sordidi e repellenti fino a che non ebbi improvvisamente la coscienza <strong>del</strong>la bruttezza<br />

<strong>del</strong>la natura" (Franz Marc). Forse per la prima volta nella storia <strong>del</strong>l'arte un pittore parla<br />

in tal modo <strong>del</strong>la "bruttezza <strong>del</strong>la natura". Guillaume Apollinaire formula più brutalmente<br />

il medesimo pensiero <strong>del</strong>l'artista: "Troppi pittori adorano ancora le piante, le<br />

stelle l'acqua e l'uomo, È giunto ora il momento di dimostrare che i padroni siamo noi".<br />

Della stessa epoca è la frase sulla "eliminazione dall'arte <strong>del</strong>l'uomo e <strong>del</strong>la natura". 161<br />

158 B. CHAMPIGNEULLE, op. cit.<br />

159 Ibid.<br />

160 Citazione da H. BEENKEN, op. cit.<br />

161 B. CHAMPIGNEULLE, cit.<br />

6 aprile 2013

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