Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio
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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 11<br />
pre in piccole compagnie legate fra loro da uno stretto vincolo di amicizia spirituale e<br />
tese verso una forma comune di devozione. Quel succedersi tranquillo di visioni e di<br />
sentimenti multiformi che fluiscono gli uni negli altri, rientra nell'atmosfera <strong>del</strong> sogno<br />
e nel carattere dei Campi Elisi. "La vista di un colle non spinge a dirigersi verso una<br />
meta precisa; si continua a passeggiare senza chiedersi dove si è giunti né dove si è<br />
diretti". 14 Al carattere diffuso <strong>del</strong>le forme corrisponde il senso diffuso nelle sensazioni;<br />
qualità, queste, <strong>del</strong> tutto estranee allo spirito architettonico e lontane da esso.<br />
Il giardino "all'inglese" può essere considerato tema dominante anche soltanto per il<br />
suo contenuto religioso non superato da alcun'altra opera d'arte figurativa. Si dimostra<br />
inoltre dominante perché attira nella propria orbita le altre arti. Perfino nell'architettura<br />
esso ricerca quello stato naturale mediante il quale la stessa architettura può partecipare<br />
alla morte <strong>del</strong>la natura e mostrarsi così come se fosse in procinto di ritornare in<br />
seno ad essa: intendo parlare <strong>del</strong>le rovine. Nel giardino "all'inglese" si collocano le libere<br />
creazioni <strong>del</strong>la casa e <strong>del</strong>la rocca al posto di quelle simmetriche <strong>del</strong> palazzo e <strong>del</strong><br />
castello. Si tende a preferire le costruzioni eseguite con elementi naturali (grotte informi<br />
o pergolati, edifici di pietra grezza, non levigata, o di legno) quasi, si direbbe,<br />
presi a prestito dalla vita <strong>del</strong>l'uomo primitivo. 15<br />
Tutto ciò risulterebbe con chiarezza ancora maggiore se nell'allegoria <strong>del</strong> parco e nei<br />
suoi ornamenti di architetture e sculture, elementi decadenti <strong>del</strong> pensiero barocco non<br />
si mescolassero ad elementi nuovi, propri di un diverso modo di sentire. Questo argomento<br />
dovrà, anzi, essere oggetto di indagini più approfondite.<br />
Sono intimamente legate alla sfera <strong>del</strong> giardino "all'inglese" molte creazioni poetiche<br />
e musicali ad esso contemporanee, le quali, considerate nel loro significato più profondo,<br />
altro non sono se non inni di un culto <strong>del</strong>la natura, culto che si manifesta nella<br />
sua forma più splendida proprio nell'ambiente <strong>del</strong> giardino "all'inglese". Anche il<br />
frammento attribuito a Goethe, "Natura" (1781-82), è uno di questi inni in prosa.<br />
Quale sia l'importanza <strong>del</strong> parco per la sua epoca si può facilmente comprendere<br />
quando se ne consideri la sua lunga durata. Per settantanni, dal 1760 al 1830, esso<br />
venne considerato come l'opera d'arte che presenta il più saldo sviluppo inferiore e che<br />
mantiene la massima uniformità nel suo intimo aspetto.<br />
Dal punto di vista storico-sociale questa forma deriva ancora, in tutto e per tutto,<br />
dal latifondo feudale e se si pensa che le sue più straordinarie realizzazioni hanno determinato<br />
un regresso <strong>del</strong>la terra fertile e coltivata in favore di zone idillicamente selvagge<br />
si ha la misura <strong>del</strong>la veemenza <strong>del</strong>le forze spirituali che hanno determinato raffermarsi<br />
di una forma in apparenza così assurda.<br />
Il declino comincia intorno al 1830. Il parco assume ora un carattere museografico,<br />
diviene una specie di museo <strong>del</strong>la natura. Vi si piantano alberi esotici, come in un orto<br />
botanico. L'elemento primordiale, quell'unione di sentimento e di religione, si perde; il<br />
contenuto vero e proprio - così ha osservato il vecchio Goethe - sembra farsi da parte.<br />
Alla metà <strong>del</strong> secolo in simili parchi si respira, infatti, l'atmosfera <strong>del</strong>le grandi esposizioni.<br />
Ma anche in tutte queste trasformazioni vive ancora - ormai inerte - un residuo di<br />
ciò che, in origine, servì a creare la nuova forma. "Quanto però fu raggiunto in passato<br />
non è andato mai <strong>del</strong> tutto perduto, sebbene molti creatori di giardini abbiano male<br />
interpretato la tradizione, svisandola o applicandola in maniera gretta e meschina. Con<br />
piantagioni troppo variopinte e con altri allettamenti esteriori atti a suscitare speciali<br />
stati d'animo, e perfino ricorrendo a ridicoli travisamenti <strong>del</strong>le possibilità naturali, lo<br />
stile libero <strong>del</strong> parco giunse alla decadenza e al discredito.<br />
Ma esso aveva in sé qualche cosa che poteva agire fino ai giorni nostri e che ci<br />
commuove ancora profondamente. Le forze che determinarono allora gli inizi <strong>del</strong>la<br />
nuova forma, seguitano ad agire ancora oggi sui temi <strong>del</strong>la nostra epoca: la ricerca e<br />
l'ordinamento <strong>del</strong>lo spazio, il sistematico abbellimento <strong>del</strong>la terra che noi abitiamo e,<br />
di conseguenza, il desiderio di creare con l'andar <strong>del</strong> tempo il giardino <strong>del</strong>l'uomo là<br />
14 GOETHE, op. cit.<br />
15 M. DREGER, Der englische Garten und seìne Beziehung zur Baukunst, in "Allgemeine Bauzeitung",<br />
1896.<br />
6 aprile 2013