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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 90<br />

un istante su fatti storici: in un Leonardo, per esempio, questo equilibrio esiste ancora;<br />

in lui l'interesse per il mondo degli elementi, per le invenzioni tecniche, per le macchine,<br />

è controbilanciato da un interesse altrettanto vitale per il mondo <strong>del</strong>la natura organica,<br />

<strong>del</strong>l'arte e <strong>del</strong>lo spirito.<br />

Se dunque la diagnosi alla quale conduce necessariamente un esame dei simboli rivelati<br />

dall'arte moderna porta a stabilire che il mondo ha perduto il suo <strong>centro</strong>, in se<br />

stessa essa significa ipertrofia nell'uomo <strong>del</strong>le forme spirituali inferiori a spese di quelle<br />

superiori.<br />

Ma, giunta a questo stadio, l'arte non ha possibilità di vita: essa cede il posto alla<br />

costruzione, che peraltro è in tutto e per tutto creatrice e in nessun caso soltanto calcolatrice.<br />

Ma è creatrice non riguardo a ciò che è spiritualmente organico; e questa è di<br />

nuovo una prova che a tali condizioni l'uomo non può vivere. L'uomo cerca invano di<br />

adattarsi alla situazione ch'egli stesso si è creata con il suo basso spirito; egli cerca di<br />

adattarvisi persino con una "operazione" mediante la quale la zona sensibile viene tagliata<br />

fuori dalla vita 164 con la rinuncia alla libertà individuale che appartiene alla sua<br />

natura. Come testimoniano chiaramente le creazioni <strong>del</strong>la sua arte, egli ammette "di<br />

essere ormai universalmente considerato una cosa fra le cose". "L'uomo non potrà vivere<br />

in questo mondo; ci potrà vivere soltanto se saprà essere sempre meno uomo. 165<br />

Questa diagnosi è dunque pericolosa; è una malattia che può condurre alla morte.<br />

DISCESA VERSO IL CAOS<br />

Esiste però, rivelata dalle tendenze <strong>del</strong>la pittura moderna, soprattutto dalla produzione<br />

surrealista, una zona ancor più bassa di quella inorganica. In questa zona, sia<br />

essa quella degli elementi, <strong>del</strong>le macchine, oppure <strong>del</strong>l'ordine sociale totalitario, vi è<br />

un ordine - sia pure un ordine non vivo - una legge e un senso. Da essa però si stacca<br />

verso il basso - non meno freddo e, al tempo stesso fiammeggiante come quella - un<br />

mondo di dissolvimento, di sfacelo degli ordini; un mondo <strong>del</strong> caso, <strong>del</strong>la contraddizione,<br />

<strong>del</strong>la irragionevolezza, <strong>del</strong>l'innaturalezza. La sua struttura e il suo principio generatore<br />

si rivelano con maggiore evidenza nelle rappresentazioni <strong>del</strong>l'inferno di Hieronymus<br />

Bosch, le quali sono state raggiunte soltanto da poche pitture surrealiste -<br />

forse dalle creazioni ingannatrici di un Max Ernst o di un Dali - e raramente superate.<br />

Oggi, certo, non è più necessario ricorrere a procedimenti metafisici per avere un'idea<br />

di questo mondo <strong>del</strong> caos: esso è divenuto la realtà visibile che ci circonda. I "capolavori"<br />

<strong>del</strong>la guerra totale lo svelano completamente. In maniera più nascosta e frammentaria<br />

e nei suoi molteplici aspetti è possibile vederlo nella metropoli moderna. Nel<br />

bailamme <strong>del</strong>la bottega di un rigattiere i surrealisti l'hanno scoperto con entusiasmo.<br />

Lo si può altresì isolare con una semplice descrizione <strong>del</strong> mondo inorganico. Il risultato<br />

corrisponde perfettamente a quella sfera che sente il Cristo come "inferno". Questa<br />

sfera è divenuta, qui, immanente al mondo.<br />

Non c'è dubbio che lo spirito moderno si sia abbandonato in questa sfera <strong>del</strong> caotico<br />

non meno profondamente di quanto non l'abbia fatto in quella <strong>del</strong>l'inorganico. Ed esso<br />

può farlo solo perché contiene in sé gli organi e le capacità sostanzialmente affini a<br />

quel mondo, che è il più basso di tutti i mondi immaginabili.<br />

Gli atteggiamenti richiesti consistono in un estraniamento dal mondo, in una maniera<br />

di pensare simile a quella di coloro che si trovano alle soglie <strong>del</strong>la pazzia o in uno<br />

stato in cui gli istinti più bassi si sono scatenati. Mentre, da una parte, il desiderio, non<br />

più controllato, <strong>del</strong> guadagno e <strong>del</strong> potere si alleano con la tendenza all'inorganicità (e<br />

ciò suscita il fascino <strong>del</strong>l'oro e <strong>del</strong> denaro), l'inclinazione verso il "più profondo degli<br />

abissi" (Berdjajew) mostra, dall'altra, un'affinità con lo scatenamento degli istinti <strong>del</strong><br />

sesso, <strong>del</strong>l'omicidio e <strong>del</strong>la distruzione, soprattutto nelle sue forme pervertite. Lo scatenamento<br />

di queste forze genera il caos totale.<br />

164 E. JÜNGER, Blätter und Steine, il capitolo sul dolore, 2a ed., Amburgo 1941.<br />

165 G. BERNANOS, Welt ohne Freiheit, 1946.<br />

6 aprile 2013

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