Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio
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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 32<br />
alla macchina": "la macchina, questo fenomeno moderno, determina nel mondo una riforma<br />
<strong>del</strong>lo spirito. Bisogna riflettere sul fatto che dopo secoli, doveva proprio essere<br />
la nostra generazione a vederla per prima. La macchina fa scintillare davanti ai nostri<br />
occhi sfere, cilindri di acciaio levigato, tagliato con una precisione... quale la natura<br />
non ci ha mai mostrata. La macchina è tutta geometria. La geometria è la nostra grande<br />
invenzione e ci entusiasma. L'uomo (quello che crea la macchichina) agisce come un<br />
dio, ossia nella perfezione". È l'epoca in cui si fa strada l'idea <strong>del</strong>l'uomo-macchina, <strong>del</strong><br />
robot. "L'uomo si evolva verso la macchina!" (U. Boccioni), dice il nuovo comandamento.<br />
Non ci si deve quindi meravigliare che l'uomo, permeato di questa nuova fede e<br />
spinto dal nuovo fanatismo per l'esattezza e la purezza, foggi il carattere di tutta l'architettura<br />
sulla casa <strong>del</strong> proprio idolo.<br />
SGUARDO D'INSIEME<br />
Il monumento mostra con evidenza come, in ogni fase, gli altri temi si adattino al<br />
tema dominante. Nella fase <strong>del</strong> parco "all'inglese" il monumento è un boschetto. Un<br />
ciuffo di alberi ci appare come la più alta e più degna personificazione <strong>del</strong>l'idea di monumento.<br />
A guisa di tempio rotondo fatto di elementi naturali, i pioppi circondano a<br />
Ermenonville e a Wörlitz i luoghi che ricordano Rousseau.<br />
Nella fase seguente il monumento considerato in se stesso diviene un tema dominante.<br />
La sua mira è l'indistruttibilità di potenti corpi stereotomici.<br />
Nella fase <strong>del</strong> museo il monumento assume un carattere museografico: un esempio<br />
ci viene offerto dal Walhalla.<br />
Nella fase teatrale esso diviene invece teatrale. Il monumento a Federico Barbarossa<br />
di Bruno Schmitz sul monte Kyffhàuser, simile ad una decorazione trasportata in un<br />
ambiente massiccio e tridimensionale, ci appare come la scena di un'opera sconosciuta<br />
di Richard Wagner.<br />
Nell'ambito <strong>del</strong>l'Esposizione il monumento diviene costruzione pura; l'esaltazione<br />
<strong>del</strong>lo spirito umano che inventa e costruisce. Un esempio: la torre Eiffel.<br />
Nella sfera <strong>del</strong>la fabbrica, infine, esso assume forme meccaniche: si ricordi il monumento<br />
a Lenin in forma di auditorio sferico. Se non conoscessimo la destinazione di<br />
esso riusciremmo a comprenderne la funzione? Esso ci apparirebbe come una grande<br />
stazione trasmittente o qualche cosa di simile.<br />
Questo senso di adattamento è dimostrabile per ogni tema. Anche per la chiesa.<br />
Ma proprio in questo susseguirsi dei vari temi che assumono il primato dopo la<br />
chiesa e il castello, si rispecchia la via percorsa dalle nuove divinità che hanno preso il<br />
posto <strong>del</strong> Dio personale e <strong>del</strong>la personalità divina.<br />
All'inizio c'è l'adorazione <strong>del</strong>la natura in due forme: la natura come giardino, come<br />
Eliso; la natura come regno <strong>del</strong>l'elementarietà, come cielo stellato. La natura che eternamente<br />
si trasforma e si rinnova e la natura eternamente fissa ed immobile: l'eternità<br />
<strong>del</strong> granito.<br />
Segue l'adorazione <strong>del</strong>l'arte, anch'essa divisa in due forme: una staticamente apollinea,<br />
ossia il museo, e una dinamicamente dionisiaca, ossia il teatro. La religione è adesso<br />
l'estetismo: la sua ultima fioritura è la fin de siècle. Accanto ad essa compaiono<br />
la sfera <strong>del</strong>l'industria e un culto camuffato <strong>del</strong>lo spirito prometeico. L'uomo divinizza la<br />
sua forza inventiva con la quale egli crede di poter superare e dominare la natura e finisce<br />
col divinizzare la macchina, creatura di questa sua forza inventiva.<br />
La successione è decrescente, ma non si può prevedere che cosa può ancora accadere:<br />
non si può infatti immaginare un idolo più basso <strong>del</strong>la macchina.<br />
Tutte, o quasi tutte, queste serie di temi sorte l'una dopo l'altra sussistono ancora<br />
l'una accanto all'altra. Le idee che in esse si erano cristallizzate vivono in alcuni settori<br />
<strong>del</strong>la vita moderna. Spesso ci capita di passare, durante il corso <strong>del</strong>la giornata, da una<br />
sfera all'altra e non possiamo ignorarne completamente nessuna. Anche questo è unico<br />
nella storia. Anche questo è un sintomo che racchiude in sé successi e pericoli.<br />
6 aprile 2013