31.05.2013 Views

Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 32<br />

alla macchina": "la macchina, questo fenomeno moderno, determina nel mondo una riforma<br />

<strong>del</strong>lo spirito. Bisogna riflettere sul fatto che dopo secoli, doveva proprio essere<br />

la nostra generazione a vederla per prima. La macchina fa scintillare davanti ai nostri<br />

occhi sfere, cilindri di acciaio levigato, tagliato con una precisione... quale la natura<br />

non ci ha mai mostrata. La macchina è tutta geometria. La geometria è la nostra grande<br />

invenzione e ci entusiasma. L'uomo (quello che crea la macchichina) agisce come un<br />

dio, ossia nella perfezione". È l'epoca in cui si fa strada l'idea <strong>del</strong>l'uomo-macchina, <strong>del</strong><br />

robot. "L'uomo si evolva verso la macchina!" (U. Boccioni), dice il nuovo comandamento.<br />

Non ci si deve quindi meravigliare che l'uomo, permeato di questa nuova fede e<br />

spinto dal nuovo fanatismo per l'esattezza e la purezza, foggi il carattere di tutta l'architettura<br />

sulla casa <strong>del</strong> proprio idolo.<br />

SGUARDO D'INSIEME<br />

Il monumento mostra con evidenza come, in ogni fase, gli altri temi si adattino al<br />

tema dominante. Nella fase <strong>del</strong> parco "all'inglese" il monumento è un boschetto. Un<br />

ciuffo di alberi ci appare come la più alta e più degna personificazione <strong>del</strong>l'idea di monumento.<br />

A guisa di tempio rotondo fatto di elementi naturali, i pioppi circondano a<br />

Ermenonville e a Wörlitz i luoghi che ricordano Rousseau.<br />

Nella fase seguente il monumento considerato in se stesso diviene un tema dominante.<br />

La sua mira è l'indistruttibilità di potenti corpi stereotomici.<br />

Nella fase <strong>del</strong> museo il monumento assume un carattere museografico: un esempio<br />

ci viene offerto dal Walhalla.<br />

Nella fase teatrale esso diviene invece teatrale. Il monumento a Federico Barbarossa<br />

di Bruno Schmitz sul monte Kyffhàuser, simile ad una decorazione trasportata in un<br />

ambiente massiccio e tridimensionale, ci appare come la scena di un'opera sconosciuta<br />

di Richard Wagner.<br />

Nell'ambito <strong>del</strong>l'Esposizione il monumento diviene costruzione pura; l'esaltazione<br />

<strong>del</strong>lo spirito umano che inventa e costruisce. Un esempio: la torre Eiffel.<br />

Nella sfera <strong>del</strong>la fabbrica, infine, esso assume forme meccaniche: si ricordi il monumento<br />

a Lenin in forma di auditorio sferico. Se non conoscessimo la destinazione di<br />

esso riusciremmo a comprenderne la funzione? Esso ci apparirebbe come una grande<br />

stazione trasmittente o qualche cosa di simile.<br />

Questo senso di adattamento è dimostrabile per ogni tema. Anche per la chiesa.<br />

Ma proprio in questo susseguirsi dei vari temi che assumono il primato dopo la<br />

chiesa e il castello, si rispecchia la via percorsa dalle nuove divinità che hanno preso il<br />

posto <strong>del</strong> Dio personale e <strong>del</strong>la personalità divina.<br />

All'inizio c'è l'adorazione <strong>del</strong>la natura in due forme: la natura come giardino, come<br />

Eliso; la natura come regno <strong>del</strong>l'elementarietà, come cielo stellato. La natura che eternamente<br />

si trasforma e si rinnova e la natura eternamente fissa ed immobile: l'eternità<br />

<strong>del</strong> granito.<br />

Segue l'adorazione <strong>del</strong>l'arte, anch'essa divisa in due forme: una staticamente apollinea,<br />

ossia il museo, e una dinamicamente dionisiaca, ossia il teatro. La religione è adesso<br />

l'estetismo: la sua ultima fioritura è la fin de siècle. Accanto ad essa compaiono<br />

la sfera <strong>del</strong>l'industria e un culto camuffato <strong>del</strong>lo spirito prometeico. L'uomo divinizza la<br />

sua forza inventiva con la quale egli crede di poter superare e dominare la natura e finisce<br />

col divinizzare la macchina, creatura di questa sua forza inventiva.<br />

La successione è decrescente, ma non si può prevedere che cosa può ancora accadere:<br />

non si può infatti immaginare un idolo più basso <strong>del</strong>la macchina.<br />

Tutte, o quasi tutte, queste serie di temi sorte l'una dopo l'altra sussistono ancora<br />

l'una accanto all'altra. Le idee che in esse si erano cristallizzate vivono in alcuni settori<br />

<strong>del</strong>la vita moderna. Spesso ci capita di passare, durante il corso <strong>del</strong>la giornata, da una<br />

sfera all'altra e non possiamo ignorarne completamente nessuna. Anche questo è unico<br />

nella storia. Anche questo è un sintomo che racchiude in sé successi e pericoli.<br />

6 aprile 2013

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!