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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 112<br />

fase hanno una funzione decisiva da una parte l'arte <strong>del</strong>la rivoluzione francese, dall'altra<br />

la Spagna con Goya.<br />

La seconda fase ha il suo <strong>centro</strong> di gravità nella Germania meridionale e nell'Austria.<br />

La terza fase di reazione è guidata dai paesi che ebbero un'azione determinante anche<br />

nel tardo barocco: la Germania e la Francia.<br />

Nella quarta fase l'Inghilterra si stacca. Essa ha bensì dato l'avvio alla rivoluzione, ma<br />

non partecipa alle sue estreme conseguenze. Sono in testa la Francia, l'America, la<br />

Germania, la Russia. Nella pittura, soprattutto la Francia e la Germania.<br />

L'Italia, che nelle precedenti epoche <strong>del</strong> rinascimento e <strong>del</strong> barocco era stata all'avanguardia,<br />

non occupa in tutto il complesso un posto di primo piano e contribuisce<br />

con pochi elementi nuovi alle tendenze estreme (futuristi italiani).<br />

Notevole è specialmente la parte avuta dalla Spagna. Per tutti e tre i movimenti rivoluzionari<br />

<strong>del</strong>la pittura essa possiede l'uomo destinato a dire una parola decisiva: rispettivamente<br />

Goya, Picasso, Dalì. Le si adatta, fin dal primo medioevo, il genere apocalittico.<br />

L'arte tedesca è quella più fortemente e tragicamente scissa al suo interno.<br />

Anche il nord ha ora la sua parola da dire.<br />

Questi cenni non servono a risolvere il problema ma lo enunciano soltanto. Si tratta<br />

di indagare a fondo dal punto di vista sociologico ed etnico sulla questione dei portatori<br />

<strong>del</strong>l'arte moderna; e non solo sugli artisti ma anche sui committenti e sul pubblico:<br />

compito, questo, <strong>del</strong> quale si è già parlato. Inoltre occorre riflettere che, almeno fin dal<br />

tardo secolo diciannovesimo, il vero e proprio processo è stato in molte guise dissimulato<br />

da una réclame e da una propaganda <strong>del</strong>l'arte quale non era mai stata fatta. È innegabile<br />

che l'enorme forza spirituale insita nel nucleo <strong>del</strong>l'arte moderna e pronta ad<br />

esplodere possa essere usata - e sia anche stata usata - come un "esplosivo" spirituale.<br />

Di questo si è parlato soltanto di rado. D'altra parte l'arte moderna ha in sé una forza<br />

di espansione veramente straordinaria.<br />

La maggior parte dei movimenti artistici presenta già un carattere mondiale. Fra il<br />

1760 e il 1830 il classicismo raggiunse infatti l'America e l'Australia penetrando in tutti<br />

i campi <strong>del</strong>l'uomo bianco, allo stesso modo di come avvenne più tardi per l'arte <strong>del</strong>lo<br />

"storicismo". Il modernismo <strong>del</strong>l'architettura è accolto fin dal 1900 anche dai popoli<br />

extra-europei e domina in tutto il mondo. Anche il surrealismo forma cellule ovunque.<br />

IL PRESENTE<br />

Per quanto appaia azzardato spiegare la propria epoca come una svolta <strong>del</strong>la storia<br />

mondiale, non si può tuttavia negare che, dopo il 1930, siano state raggiunte situazioni<br />

estreme senza possibilità di paragoni, al di là <strong>del</strong>le quali difficilmente ci si potrebbe<br />

immaginare qualche cosa di diverso da una catastrofe totale o dal principio di una rigenerazione.<br />

Non sembra peraltro che si tratti di una <strong>del</strong>le solite crisi la cui tormentosa<br />

consapevolezza rientra fra i tipici segni <strong>del</strong>l'epoca, ma c'è tutta l'apparenza <strong>del</strong>la crisi<br />

che riguarda l'esistenza <strong>del</strong>l'uomo. Essa dura fino ad oggi e non si vede come possa<br />

essere risolta.<br />

Parte terza<br />

PROGNOSI E RISOLUZIONE<br />

La storia umana si volta verso ciò che è meccanico e demoniaco, ma torna poi alle<br />

norme nelle quali si forma un nuovo equilibrio (ERNST JÜNGER)<br />

… e quello che il <strong>centro</strong> porta è, evidentemente, cià che resta alla fine e che esisteva<br />

all'inizio. (GOETHE)<br />

6 aprile 2013

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