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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 84<br />

"Prima di essere bella, l'arte seguita per lungo tempo ad essere figurativa e nonostante<br />

ciò è un'arte tanto vera e grande, spesso persino più vera e più grande <strong>del</strong>l'arte<br />

bella. Nell'uomo è insita una natura figurativa che si dimostra operante non appena la<br />

sua esistenza è assicurata. Ma nel momento in cui svaniscono le preoccupazioni e i timori,<br />

il semidio, sempre operante anche quando riposa, cerca intorno a sé la materia<br />

per alitarvi il proprio spirito. E così il selvaggio mo<strong>del</strong>la con tratti fantastici, con figure<br />

orripilanti e dai vivaci colori i suoi frutti di cocco, le sue penne e il proprio corpo. E, se<br />

si ammette che questa produzione consiste nelle forme più arbitrarie, si potrà essere<br />

sicuri che essa riuscire ad ottenere l'armonia senza bisogno dì un rapporto tra le forme<br />

stesse; una sola sensazione, infatti, e la fece divenire un Tutto caratteristico". 154<br />

Alla metà <strong>del</strong> secolo si tenta invece di trovare nelle epoche umaniste un argine a<br />

questo sconvolgimento. Si cerca nell'elemento umano <strong>del</strong>la grecità, <strong>del</strong> gotico, <strong>del</strong> rinascimento.<br />

All'inizio <strong>del</strong> secolo diciannovesimo, classicismo significa dunque qualche<br />

cosa di completamente diverso da quello che significava nei secoli diciassettesimo e<br />

diciottesimo. Là esso è un movimento avanzante, qui invece esso aziona da freno. Volendo<br />

usare un vocabolo moderno, esso è "escapismo": è passare sotto il sicuro appoggio<br />

<strong>del</strong>l'elemento umano, è il tentativo d'impadronirsi dal di fuori <strong>del</strong>la sostanza<br />

perduta ritornando alle forme.<br />

Nella terza fase, che cronologicamente coincide con la seconda rivoluzione, diviene<br />

evidente la tendenza a risalire ad epoche "barbariche". Il mondo moderno scopre ora<br />

l'arte dei negri e, in generale, quella dei primitivi. Fra le arti <strong>del</strong>le civiltà superiori preferisce<br />

quella che mostra un carattere arcaico e barbarico, come l'antica arte messicana<br />

e l'arte preistorica fino al paleolitico. Nell'ambito <strong>del</strong>l'arte occidentale, il mondo di oggi<br />

ricerca gli elementi barbarici e demoniaci <strong>del</strong> romanico ed anche certe forme <strong>del</strong> tardo<br />

gotico. Per le medesime ragioni si tende all'arte dei primitivi, dei pazzi, degli ignoranti,<br />

cioè verso sfere nelle quali l'essenza <strong>del</strong>l'uomo, divenuta estranea e problematica, si<br />

trasferisce nel preumano e nel preterumano.<br />

DISTACCO DALL'UOMO<br />

Ma queste tendenze transumaniste e antiumaniste non sono se non i primi incerti<br />

passi su una via che si scosta non soltanto dal "Troppo umano" <strong>del</strong>l'umanismo ma anche<br />

dall'uomo stesso. N. Berdjajew, che nel suo libro "Il senso <strong>del</strong>la storia" 155 dedica<br />

un intero capitolo al "dissolvimento <strong>del</strong>l'immagine umana", ha indagato questo punto<br />

più profondamente di quanto non abbia fatto l'Iwanow: "Tratti caratteristici di tutte<br />

queste correnti sono il profondo sconvolgimento e lo smembramento <strong>del</strong>le forme umane,<br />

il tramonto <strong>del</strong>l'immagine complessiva <strong>del</strong>l'uomo, la separazione dalla natura.<br />

Nel futurismo l'uomo tramonta come massimo tema artistico. Nell'arte futurista l'uomo<br />

non esiste più: esso è a bran<strong>del</strong>li. Tutte le realtà <strong>del</strong> mondo si spostano dal luogo<br />

ch'esse occupano. Nell'uomo cominciano a penetrare oggetti, lampade, divani, strade<br />

e, al tempo stesso, scompare l'unità <strong>del</strong> suo essere, <strong>del</strong>la sua immagine, <strong>del</strong>la sua irripetibile<br />

personalità. L'uomo precipita nel mondo degli oggetti che lo circondano. In Picasso<br />

possiamo notare il processo <strong>del</strong>la spartizione, <strong>del</strong>lo sbriciolamento, <strong>del</strong>la stratificazione<br />

cubistica <strong>del</strong>le forme umane integre, la loro suddivisione in elementi, allo<br />

scopo di giungere in profondità e di cercare le elementari forme primitive che costituiscono<br />

l'individuo (figg. 54, 55). L'arte di Picasso respinge i mo<strong>del</strong>li <strong>del</strong>la natura e<br />

<strong>del</strong>l'antichità. Non cerca già più l'uomo perfetto nel suo complesso; ha perduto la capacità<br />

<strong>del</strong>la percezione unitaria, strappa un involucro dopo l'altro per rivelare la struttura<br />

interna <strong>del</strong>l'essenza naturale, penetrando sempre più in profondità e mettendo a<br />

nudo le immagini di autentici mostri, che Picasso crea con tanta forza e con tanta espressione.<br />

Si può dire che tutte le correnti futuriste, assai meno importanti <strong>del</strong>la pittura<br />

di Picasso, procedano sempre più sulla via <strong>del</strong> dissolvimento. Quando si inseriscono<br />

nei quadri pezzi di carta o annunci di giornale o quando voi riconoscete in essi i<br />

154 GOETHE, Von deutscher Baukunst, 1773.<br />

155 N. BEKDJAIEW, Der Sinn der Geschichte, Darmstadt 1925.<br />

6 aprile 2013

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