31.05.2013 Views

Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 107<br />

È mia intenzione accennare, qui, soltanto agli elementi essenziali <strong>del</strong> processo, lasciando<br />

il resto a ricerche future. Scopo <strong>del</strong>l'indagine sarà quello di illuminare, partendo<br />

da questi punti di vista, il rococò e il diciottesimo secolo inglese molto più precisamente<br />

di quanto fino ad oggi non sia stato fatto. Occorrerebbe inoltre stabilire con<br />

maggiore esattezza la parte avuta dall'Italia, e soprattutto da Roma, nel settecento europeo.<br />

IL ROCOCÒ<br />

Nella storia <strong>del</strong>l'arte il rococò è una <strong>del</strong>le epoche meno approfondite, ed effettivamente<br />

esso costituisce un fenomeno storico particolarmente complesso. Il rococò,<br />

considerato nel suo stretto significato, è un fenomeno puramente francese, che assume<br />

un significato univoco quando vi si consideri insieme il carattere <strong>del</strong>la sua iconologia.<br />

Ciò che in Germania viene detto rococò o è di importazione francese – occorre ricordare<br />

che le corti di Baviera e di Prussia erano collegate con la Francia - oppure è<br />

tardo barocco con elementi rococò. Non esiste un rococò italiano né spagnolo e neppure<br />

inglese, nel senso stretto <strong>del</strong>la parola. 193<br />

Ma in Francia il vero e proprio rococò (lo stile Luigi XV) è soltanto la fase di mezzo di<br />

un gruppo di tre stili corrispondenti ad altrettante generazioni - régence, rococò, primo<br />

stile Luigi XVI (il cosiddetto stile Pompadour) – gruppo che a guisa di una grande e<br />

circoscritta entità storica si frappone, con caratteri <strong>del</strong> tutto diversi, tra il pesante classicismo<br />

ufficiale barocco di Luigi XIV e il nuovo e patetico stile ufficiale <strong>del</strong>la rivoluzione<br />

francese. Al tempo stesso, i nomi dei reggenti indicano le fasi soltanto all'ingrosso,<br />

perché lo stile régence ha inizio già intorno al 1700 (per terminare nel 1725), il rococò<br />

comprende soltanto la prima epoca di Luigi XV (1725-50) e il cosiddetto stile Luigi XVI<br />

comincia, in realtà, già nell'ultimo periodo <strong>del</strong> regno di Luigi XV, cioè nel 1750 e particolarmente<br />

1760. Le tra fasi si distinguono nettamente l'una dall'altra: nell'architettura<br />

esse sono rappresentate dai nomi di G.M. Oppenordt (nato nel 1672), di J.-L. Meissonier<br />

(nato nel 1695) e di J. A. Gabriel (nato nel 1698); in maniera più evidente nella pittura,<br />

dai nomi di A. Watteau (nato nel 1684), F. Boucher (nato nel 1703) e H. Fragonard<br />

(nato nel 1732).<br />

Questo trinomio - régence, rococò, stile Luigi XVI - è dunque nel suo complesso una<br />

chiara rinuncia a qualche cosa che nel barocco appare essenziale, cioè all'idea <strong>del</strong>l'uomo<br />

"grande". Ciò è evidente già nel fatto che l'opera d'arte unitaria di quest'epoca non<br />

è più la reggia ufficiale o la chiesa ma il Palazzo cittadino relativamente piccolo ed intimo,<br />

e che l'iconologia di tale creazione si stacca completamente dai grandi temi per<br />

volgersi al piccolo, allo scherzoso ed all'idillicamente amoroso. Nello stile régence viene<br />

anzi momentaneamente abolita per opera <strong>del</strong> Watteau (ciò è inaudito) l'antica iconologia.<br />

I temi fondamentali e prediletti <strong>del</strong>l'epoca non sono più Ercole ed Apollo, ma<br />

Venere e Amore. Esiste effettivamente in quest'epoca una specie di culto <strong>del</strong>l'elemento<br />

afrodisiaco con "ordini" e "santuari" blasfemi. 194 La figura sempre ricorrente di Amore<br />

che fabbrica il suo arco ricavandolo dalla clava di Ercole è un simbolo parlante <strong>del</strong>l'epoca.<br />

Nei ritratti può essere chiaramente seguita la tendenza verso una maggiore grazia<br />

che spesso rimpicciolisce le dimensioni <strong>del</strong>la figura umana. I valori centrali divengono<br />

ora il "grazioso" e il "leggiadro", il "raffinato", il "lussuoso" e il "frivolo". Dietro di<br />

essi sta però, come concezione <strong>del</strong>la vita, la melanconia o il freddo scetticismo. Non è<br />

il caso di spiegare qui il diverso carattere <strong>del</strong>le singole fasi. 195<br />

Quest'epoca tuttavia non emerge ancora come un Tutto unico dal grande complesso<br />

che va, nel continente, dalle massime fioriture <strong>del</strong> rinascimento fino alla rivoluzione<br />

francese. Nello stile régence e nel rococò quest'epoca è ancora capace di produrre una<br />

ornamentazione straordinariamente profonda e ricca; nel primo stile Luigi XVI si nota<br />

una ornamentazione di tale freschezza e di tale purezza che ricorda il primo rinasci-<br />

193 H. SEDLMAYR, Osterreichische Barockarchitektur, Vienna 1930, pp. 29-30.<br />

194 Cfr. M. EISENSTADT, Watteaus "fêtes galantes", Berlino 1930).<br />

195 Cfr. W. PINDER, Das Problem der Generation, cit., pp. 53-56.<br />

6 aprile 2013

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!