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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 15<br />

In questo modo però il vero nucleo <strong>del</strong>la "religione dei monumenti" viene soltanto<br />

accennato ma non ancora fissato. A me sembra, comunque, ch'esso sia insito in un<br />

senso primordiale all'eternità (intesa qui non come fuori <strong>del</strong> tempo, ma come prolungantesi<br />

oltre il tempo, materialmente non transeunte; nel senso - si direbbe - di una<br />

"falsa eternità") e <strong>del</strong>le entità che con essa si trovano in intimo rapporto, cioè con il<br />

nucleo più interno <strong>del</strong>la fortezza terrestre, con le stelle, con le rocce, con la morte e<br />

con l'architettura nel senso originale <strong>del</strong>la parola. Nel 1784, ossia proprio nell'anno in<br />

cui il culto per il monumento aveva raggiunto il suo apice, vede la luce lo scritto di Goethe,<br />

Der Granit (Il granito), che è un inno a questo tipo di religiosità; e nel 1788 Kant<br />

scrive la sua Critica <strong>del</strong>la ragion pratica recante la celebre frase relativa alla legge morale<br />

che esiste in noi, e al cielo stellato che sta sopra di noi. Per ricordare la figura di<br />

Federico II di Prussia un astronomo propone, nel 1787, "di legare al nome di lui alcune<br />

stelle ancora sconosciute". Sessantasei stelle di minore grandezza scoperte poco tempo<br />

prima portano, infatti, il nome di "gloria di Federico". Berger rese nota la nuova costellazione<br />

in un'incisione su rame e alcuni anni più tardi - nel 1792 - Chodowiecki<br />

rappresentò come in un'apoteosi il rapimento di Federico nell'atto di contemplare queste<br />

stelle. L'idea <strong>del</strong> monumento astrale ebbe subito un grande successo. Al tempo<br />

stesso, però, si volle dedicare a Federico anche un monumento terreno. Venne perciò<br />

proposta la costruzione di una grande piramide il cui unico ornamento dovesse essere<br />

la scritta "Federico". 25<br />

Solo considerando questi fatti si può arrivare a comprendere come nella sua opera<br />

dal titolo "l'architettura considerata in rapporto all'arte, ai costumi e alla legislazione"<br />

(1804), il Ledoux, interrompendo la successione dei progetti (ciò che avviene solo in<br />

un altro punto), fa seguire al foglio con la rappresentazione <strong>del</strong> cimitero di Chaux un<br />

secondo foglio recante l'universo con i pianeti che tracciano le loro orbite. Esso porta<br />

la scritta: "Impianto <strong>del</strong> cimitero per la città di Chaux" e deve quindi essere riferito idealmente<br />

a quello. Dopo il cimitero dei corpi, quello <strong>del</strong>lo spirito – la eternità - simboleggiato<br />

dalle sfere che si librano nel vuoto.<br />

Questa "religione <strong>del</strong>l'eternità", molto simile nella sua gelida astrattezza al "culto<br />

<strong>del</strong>la ragione" (mi è stato impossibile consultare l'opera di AULARD, Le culle de la raison)<br />

è, in genere, meno nota di quanto non lo fosse il nuovo culto <strong>del</strong>la natura che è il<br />

suo polo contrario. Esistono soltanto pochi monumenti di quest'epoca: un esempio ci<br />

viene offerto dalla grande piramide 26 di terra innalzata sui campi di battaglia di Waterloo.<br />

Il culto <strong>del</strong>l'eternità, inoltre, ha agito in misura minore sulla nostra epoca la quale,<br />

nel momento in cui l'architettura moderna aveva raggiunto il suo apice, respingeva decisamente<br />

tutto ciò che aveva un carattere monumentale. Fa eccezione un progetto di<br />

Adolf Loos, il quale giunse a costruire 27 un grattacielo a guisa di una gigantesca colonna<br />

dorica, idea questa che risale alla prima architettura <strong>del</strong>la rivoluzione. 28 Soltanto<br />

in alcuni cimiteri militari e in taluni monumenti <strong>del</strong>l'epoca <strong>del</strong>la guerra mondiale dedicati<br />

a soldati si può notare un risveglio <strong>del</strong> rapporto con l'elemento ctonio e coi morti.<br />

E non è un puro caso che tre costruzioni sorte proprio quando il monumento aveva il<br />

predominio, poterono essere trasformate in monumenti al Milite ignoto. Esse sono: l'<br />

25 H. SCHKADE, Das deutsche Nationaldenkmal, Monaco 1954.<br />

26 [Nota di Bettini: Non è una piramide ma un enorme cono, alto 43 m e con circonferenza alla base di<br />

520 m. Si trova alla periferia sud di Bruxelles, sui luoghi dove venne combattuta, domenica 18 giugno 1815,<br />

la famosa battaglia che segnò la fine di Napoleone. La fece erigere in terra (390.000 mc) il re d'Olanda Guglielmo<br />

I, per commemorare suo figlio Guglielmo II perito nella battaglia. Si paga 1€ per poterci salire (226<br />

scalini). La visione sul campo di battaglia è magnifica].<br />

27 [Nota di Bettini: Diversamentre da quel che afferma Sedlmayr, il colonnone dorico di Loos – involontario<br />

"edificio papera" ante litteram - non fu costruito. Loos, immemore evidentemente degi anatemi scagliati<br />

nel 1908 contro l'ornamento, ne aveva inviato il progetto al concorso (1923) per la sede <strong>del</strong> giornale Chicago<br />

Tribune. Giustificava la colonna col fatto – ironia involontaria? - che anche i giornali sono impaginati in colonne,<br />

il che l'avrebbe resa immediatamente riconoscibile e memorizzabile come sede <strong>del</strong> giornale. Ma la sua<br />

colonna, come un'altra assai simile sottoposta da Paul Gerhardt, non impressionarono la Giuria, che preferì<br />

premiare il progetto neo-gotico di Hood e Howell, che fu costruito ed è tutt'ora lì sul Michigan Boulevard. Al<br />

secondo posto finì un altro progetto neo-gotico, di Eliel Saarinen].<br />

28 Figura in E. KAUFMANN, Von Ledoux bis Le Corbusier, cit.<br />

6 aprile 2013

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