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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 35<br />

una biblioteca come il "palazzo dei libri" o come il "tempio <strong>del</strong>la sapienza"; il complesso<br />

degli edifici universitari come il "palazzo <strong>del</strong>la scienza"; quello che in seguito verrà<br />

chiamato museo, come "galleria-castello". L'ospedale, l'ospizio per gli invalidi, il Monte<br />

di Pietà vengono attratti nella sfera conventuale e dominati dalle forme <strong>del</strong> convento.<br />

Una iconografia avente un <strong>centro</strong> unitario definisce il contorno allegorico in particolare<br />

e il suo senso complessivo in generale, legando strettamente questi temi al nucleo spirituale<br />

<strong>del</strong> castello e <strong>del</strong>la chiesa.<br />

Ma nel momento in cui tutti questi temi architettonici, anche i più eterogenei, pretendono<br />

la parità artistica dei diritti, nessuno di essi è capace di dominare liberamente<br />

sugli altri per giungere insieme all'unità stilistica. E, anche se questo viene tentato, si<br />

giunge inevitabilmente a una preponderanza di determinate classi di temi architettonici<br />

le cui esigenze naturali non vengono soddisfatte ma sottoposte, invece, ad un potente<br />

processo di uniformizzazione e dominate, in certo senso, dalla dittatura di un unico<br />

tema.<br />

Ma anche il tentativo di dominio su tutti gli altri temi da parte di due soli motivi centrali<br />

- ciò che significherebbe una specie di restaurazione <strong>del</strong>l'antico regime - non riesce<br />

più. Nel frattempo, dalla nascente tecnica <strong>del</strong>la macchina è sorta una nuova classe<br />

di temi che non si lascia più dominare dal <strong>centro</strong>. Dapprima essa verrà tenuta in disparte,<br />

ma poi, intorno al 1900, essa cercherà imperiosamente l'uguaglianza dei diritti<br />

e afferrerà lo scettro <strong>del</strong> comando.<br />

Non appena però appare evidente che nessuno dei cosiddetti "stili" <strong>del</strong> diciannovesimo<br />

secolo può soddisfare la pretesa di una uguaglianza di diritti, si fa un nuovo tentativo;<br />

nuovo e inaudito nel suo genere, come nuova e inaudita è la pretesa stessa. Si<br />

tenta cioè di foggiare ogni tema nello stile che più gli si adatta. Al totale uniformarsi<br />

dei temi si contrappone ora un pluralismo degli stili mai notato in nessun'altra civiltà.<br />

Da allora questi orientamenti non cessano di lottare, sia tra loro, sia anche con orientamenti<br />

anarchici ancora più estremisti. Questa lotta costituisce uno dei più grandi<br />

momenti <strong>del</strong>la storia <strong>del</strong>l'arte <strong>del</strong> diciannovesimo secolo. Occorre comprenderne almeno<br />

le fasi principali.<br />

SMANIA DI LIVELLAMENTO NELLA PRIMA ARCHITETTURA RIVOLUZIONARIA<br />

Ledoux, grande pioniere <strong>del</strong>l'idea rivoluzionaria nel campo <strong>del</strong>l'architettura, proclama,<br />

in teoria, l'uguaglianza dei diritti di tutti i temi. 59 "Tutti i temi architettonici devono<br />

essere portati ad un medesimo livello e i privilegi di determinati temi debbono essere<br />

invece combattuti. Per la prima volta si vedranno collocati su di un medesimo piano<br />

la 'magnificenza' <strong>del</strong> Palazzo e <strong>del</strong>la capanna". Tutti i temi sono "magnifici". La<br />

grandezza appartiene, in sostanza, a edifici di ogni genere". 60<br />

Ledoux aspira a che il livellamento venga fatto sul livello più alto; secondo lui tutti i<br />

temi architettonici si attengono al tema più elevato che egli conosca, ossia al monumento.<br />

Le forme architettoniche più pure e più perfette - le monumentali - debbono<br />

nobilitare quelle che fino allora erano state disprezzate. Questa smania di livellamento<br />

al grado massimo ha una analogia storico-spirituale nel sansimonismo, 61 una <strong>del</strong>le<br />

forme di socialismo utopistico rappresentato dal conte di Saint-Simon (1760-1825).<br />

"Esso trasforma tutto in Dio per non averne poi, in sostanza, nessuno, esattamente<br />

come avviene quando tutti sono re e, proprio per questo, nessuno lo è. Esso trasforma<br />

ogni lavoro e ogni opera umana in un culto [ciò è chiaramente visibile anche nelle utopie<br />

architettoniche degli architetti <strong>del</strong>la rivoluzione] per poter poi fare a meno <strong>del</strong> culto<br />

vero e proprio. Viene introdotta una nuova ideologia che sta sullo stesso piano di<br />

quella irreligiosa". 62<br />

59 E. KAUFMANN, Die Stadt des Architekten Ledoux, cit.<br />

60 C. N. LEDOUX, L'architecture… ecc., 1804.<br />

61 W. SPÜHLER, Der Saint-Simonismus, Zurigo 1926.<br />

62 J. A. MÖHLER, Gesammelte Schriften und Aufsätze, parte seconda, Ratisbona 1839-40.<br />

6 aprile 2013

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