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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 85<br />

frammenti di un deposito di immondezza, è ormai evidente che il dissolvimento ha assunto<br />

proporzioni smisurate, che ha luogo cioè un processo di disumanizzazione. La<br />

forma umana, come <strong>del</strong> resto ogni altra forma naturale, tramonta definitivamente e<br />

scompare. [Seguono poi frasi essenziali sull'opera di Andrej Bjely, sulla "mescolanza<br />

<strong>del</strong>l'umano e <strong>del</strong>l'inumano"]. Con gli ultimi frutti <strong>del</strong>la sua attività l'uomo moderno<br />

giunge alla negazione <strong>del</strong>la propria immagine". 156<br />

La medesima tendenza fu constatata da Ortega y Gasset, che intitola "la disumanizzazione<br />

<strong>del</strong>l'arte" un capitolo <strong>del</strong> suo libro, "Il tema <strong>del</strong> nostro tempo": "Se si cerca la<br />

formula più generica e più caratteristica <strong>del</strong>la nuova produzione, ci si imbatte in questa:<br />

Distacco <strong>del</strong>l'arte dall'elemento umano". Il pittore non si volge in misura più o meno<br />

chiara verso la realtà, ma si volge contro di essa. Egli si è decisamente proposto di<br />

distruggerne l'aspetto umano, di disumanizzarla: "...ci rinchiude in mondi astrusi, crea<br />

ultraoggetti" (o meglio infraoggetti). Ortega riconosce il dato di fatto <strong>del</strong> "quadro degradante,<br />

il quale, invece di nobilitare la povera realtà, la oltraggia e la avvilisce".<br />

Purtuttavia egli valuta questi fatti positivamente: "Non è quindi necessario, come<br />

pensano gli accademici, che l'opera d'arte contenga un nucleo umano". Lo scambio<br />

<strong>del</strong>l'arte <strong>del</strong> soprannaturale con quella <strong>del</strong> subnaturale sul quale si basa la sua valutazione,<br />

è evidente in questa frase: "In tutte le grandi epoche <strong>del</strong>l'arte si è trascurato di<br />

trasportare il <strong>centro</strong> di gravità nella sfera umana". Questo sarebbe giusto se la frase<br />

affermasse che ogni arte <strong>del</strong>l'antichità è un innalzamento al di sopra <strong>del</strong> livello di una<br />

ideologia naturale, cioè non metafisica. Ma non è questo il caso <strong>del</strong>l'arte moderna poiché<br />

Ortega stesso riconosce che essa si abbassa sotto il livello <strong>del</strong>la ideologia naturale,<br />

ciò che è un "infranaturalismo" e non un "supernaturalismo".<br />

Anche nella "nuova architettura" è stata riconosciuta la medesima tendenza. Già H.<br />

Tessenow aveva notato che "l'architettura riguarda l'uomo nel suo complesso, l'edilizia<br />

invece una <strong>del</strong>le funzioni parziali di esso"; e ciò che Tessenow aveva visto poteva valere<br />

anche per l'arte in genere: anche nella sua opera più modesta la vecchia ed eterna<br />

arte considera l'uomo nel suo complesso, l'arte moderna considera invece le funzioni<br />

parziali di esso. E un propugnatore <strong>del</strong>la nuova edilizia, S. Giedion, constata quanto<br />

segue: "questo materiale (nuovo, amorfo, artificiale) non viene più foggiato su di un<br />

mo<strong>del</strong>lo umano, ma si seguono le legge <strong>del</strong> materiale stesso". Nasce una nuova bellezza,<br />

fredda, ma assoluta, non scevra peraltro da una segreta affinità con i processi interiori<br />

esistenti nell'uomo <strong>del</strong> secolo ventesimo. A poco a poco si apre per noi io sconfinato<br />

regno <strong>del</strong>l'extra-umano.<br />

L'IMMAGINE UMANA SCOMPARE<br />

"Il volto umano è la più alta espressione <strong>del</strong>l'ordine visibile" (Ernest Hello).<br />

In se stessa, la nostra diagnosi non è dunque nuova. Essa viene confermata dall'inconfutabile<br />

dato di fatto per cui l'arte moderna riesce molto facilmente a raffigurare<br />

l'immagine <strong>del</strong> demoniaco e <strong>del</strong>l'uomo demonizzato; molto difficilmente quella<br />

<strong>del</strong>l'uomo grande e umano; riprodurre quella <strong>del</strong> santo e <strong>del</strong>l'Uomo-Dio le è quasi impossibile.<br />

"Davanti all'uomo l'artista moderno si confonde". 157 L'incapacità <strong>del</strong>la pittura moderna<br />

di rendere un'immagine profonda e vera <strong>del</strong>l'uomo deriva da un oscurarsi <strong>del</strong><br />

concetto <strong>del</strong>l'uomo stesso. I tentativi che si fanno per superare coscientemente questa<br />

incapacità naufragano: "L'influsso spirituale invece di scaturire dal mo<strong>del</strong>lo sembra aggiunto<br />

dal pittore". L'elemento spirituale cosciente viene dunque sentito soltanto come<br />

applicato; è, come gli "ordini" umani <strong>del</strong>l'architettura, una semplice facciata davanti ad<br />

un nucleo materiale inerte. "Io rimprovero ai maestri <strong>del</strong>la recente pittura moderna di<br />

non riuscire a comprendere la dignità <strong>del</strong> volto umano o di sostenere di non comprenderla".<br />

"Il primo successo <strong>del</strong>l'amore consiste nel saper ispirare un grande senso di ri-<br />

156 Ibid., pp. 238-240.<br />

157 R. CHAMPIGNEULLE, L'inquétude dans l'art d'aujourd'hui, Parigi 1939.<br />

6 aprile 2013

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