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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 141<br />

tro lato uno spirito neutrale e indifferente non sa cogliere la verità nei suoi profondi<br />

recessi. La sa cogliere invece uno spirito che cerca una risposta a domande serie e al<br />

tempo stesso insistenti; sono domande che soltanto ora, in una tale situazione, si affacciano<br />

alle menti tanto <strong>del</strong>l'uomo singolo quanto <strong>del</strong>la collettività". 248<br />

Aggiunta all'ottava edizione (1965)<br />

EPILOGO<br />

"In questo secolo si è scatenato il diavolo e si è scatenato anche lo Spirito Santo.<br />

Siamo, ahimè, alle soglie di tempi duri; frane e slavine precipitano insieme! Verranno<br />

alcuni decenni (se fossero molti, il cuore immortale <strong>del</strong>l'uomo non li sopporterebbe) in<br />

cui chimica, fisica, geogenia, filosofia e politica si congiungeranno insieme per spacciare<br />

il velo di Iside - di quella silenziosa e alta figura di dea - per la figura di Iside<br />

stessa e per non tenere invece in nessun conto la dea che sta sotto di esso. Il cuore<br />

che obbedisce a Nemesi e che tempi più modesti e più pii hanno educato, mostrerà di<br />

esitare di fronte ad un'epoca di Titani, insolente e nefanda, dominata solo dal commercio<br />

e dalla furberia e nel cui tribunale <strong>del</strong>lo spirito impera il diritto <strong>del</strong> più forte.<br />

L'epoca odierna è piena di ombre rivoluzionarie che, come le ombre omeriche, dimostrano<br />

forza e loquela solo dopo aver bevuto sangue. Forse l'umanità si è svegliata;<br />

non so se nel proprio letto o nella tomba. Ma essa giace ancora come un cadavere che<br />

è stato ridestato, col volto rivolto all'ingiù e scruta in giù dentro la terra.<br />

"Questa rivoluzione morale (una rivoluzione politica è più figlia che non madre di<br />

una rivoluzione morale), questa petulanza <strong>del</strong>lo spirito <strong>del</strong> tempo scende fino ai critici<br />

che mettono in guardia il poeta dalla morale e che preferiscono ch'egli, ormai preso<br />

dalla materia, scelga il male minore e si volga piuttosto verso la profonda immoralità<br />

che non verso la moralità. Voi che siete distruggitori distrutti, aumenterete il numero<br />

dei peccatori ma non quello dei poeti. Non soffrono essi forse tanto per la teologia<br />

morale?.. Nei due grandi poeti greci, Omero e Sofocle, non è forse l'Ippocrene una fontana<br />

sacra, e il loro Parnaso non è forse un altare di Nemesi, costruito tutto su di un<br />

morale Sinai?<br />

"Frattanto anche quest'epoca troverà il suo solstizio. Il cuore umano si polverizza,<br />

ma non si polverizzerà mai la meta di esso. Come, secondo i naturalisti, un intero regno<br />

vegetale e animale dovette soccombere per divenire l'humus, il sostrato atto a<br />

formare il regno degli uomini, così la cenere di tempi brutti è divenuta il sale fertilizzante<br />

per tempi migliori. Invece di migliorare l'epoca, ognuno migliori se stesso, il<br />

proprio Io. Allora tutto si accomoderà perché l'epoca consiste in una pluralità di individui.<br />

Ognuno seguiti a lavorare e a scavare in silenzio, con la lampada sulla fronte, nel<br />

buio <strong>del</strong> suo ripiano e nel pozzo <strong>del</strong>la sua miniera, senza preoccuparsi <strong>del</strong>le acque che<br />

rumoreggiano all'intorno. E se lo dovessero investire le fiamme con le quali le lanterne<br />

trasformano le esalazioni <strong>del</strong>la miniera, per i futuri minatori l'aria ne sarebbe in tal<br />

modo purificata". 249<br />

248 Philosophia negativa, 1953, pp. 53 e 90.<br />

249 Da una prefazione di Jean Paul intorno al 1800, edita da Ed. Berend, Weimar 1931, prima parte, vol.<br />

7, pp. 357 ss. Uno scritto di Ernst Langlotz mi ha portato sulle sue tracce.<br />

6 aprile 2013

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