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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 76<br />

telletto e di ragione; anche così essa può quindi avere i suoi effetti al di sopra di ogni<br />

misura". Estremo contrapposto <strong>del</strong> mondo goethiano sono invece i soggetti surrealisti.<br />

Motivo dominante <strong>del</strong>la produzione surrealista è il caos assoluto. Lo si afferra<br />

dove lo si trova: nelle zone buie <strong>del</strong> mondo dei sogni, nelle allucinazioni, nei disordini<br />

quotidiani, in quei settori <strong>del</strong>la realtà in cui s'incontra per caso, insensato e disgregato,<br />

tutto quanto esiste di più diverso, sia esso il baillamme <strong>del</strong>la metropoli moderna, <strong>del</strong>la<br />

guerra totale, o quello di un negozio di rigattiere i cui "tesori "mandano in visibilio i<br />

surrealisti. Il contenuto dei loro soggetti è, tutto in tutto, il caos <strong>del</strong>la decadenza totale,<br />

ossia non ciò che diviene ma quello che è già divenuto, non il bruciante ma il gelido,<br />

non un caos di cose in gestazione ma di cose in decadenza, non quello <strong>del</strong>la natura<br />

fecondata ma <strong>del</strong>la natura snaturata, un caos "dal quale anche lo spirito di Dio potrebbe<br />

a mala pena risuscitare un mondo che fosse degno di lui" (Goethe).<br />

Per il surrealismo queste "scoperte" non sono materia di creazione; esso vuole<br />

semplicemente possederle e fissarle nella loro stranezza, non altrimenti come nel secolo<br />

diciannovesimo i positivisti <strong>del</strong>la pittura volevano riprodurre una parte <strong>del</strong>la realtà<br />

di tutti i giorni. "Soprattutto, non esiste in esso idea alcuna di arte o di struttura". Come<br />

poi da queste premesse possa talvolta - contro i princìpi ch'esso propugna - sorgere<br />

l'arte, sarà oggetto di un capitolo a sé. Per Salvador Dalì, seguace <strong>del</strong> surrealismo<br />

nella pittura, la stessa pittura è l' "istantanea a colori <strong>del</strong> concreto irrazionalismo": un<br />

eufemismo, per esprimere il caos. Questa pittura, anche se tratta dall'inconscio, viene<br />

rappresentata come se possedesse lo stesso grado di realtà <strong>del</strong>la normale realtà esteriore<br />

che, di fatto, si nota anche nelle allucinazioni, ossia un estremo senso di corposità<br />

e di plasticità (fig. 59).<br />

E a questa rappresentazione viene trasmessa mediante un'esecuzione liscia (spesso<br />

addirittura sofisticata) la rigidezza glaciale di un mondo di morti, con mezzi simili a<br />

quelli dei quali si serviva Caspar David Friedrich per dimostrare l'assenza <strong>del</strong>la vita.<br />

Il senso <strong>del</strong>la realtà posseduto e suscitato da questi quadri è dominato dall'angoscia<br />

che, nel vuoto divoratore <strong>del</strong>l'ambiente, si manifesta spesso con motivi tormentosi:<br />

atmosfera di incubo e di narcosi, di angoscia e di nausea.<br />

Il surrealismo ha gettato via le maschere. Apertamente oltraggia Dio e l'uomo, i<br />

morti e i vivi, la bellezza e la morale, la struttura e la forma, la ragione e l'arte: "L'arte è<br />

una sciocchezza". Palesemente esso si riconosce potenza universale <strong>del</strong> piacere, rivolta<br />

permanente, mostro e scandalo. Crede di essere in possesso di un punto di vista, "in<br />

base al quale vita e morte, realtà e immaginazione, comunicabilità e incomunicabilità,<br />

"sopra" e "sotto" non debbano più essere sentiti come opposti e contraddittori". Questa<br />

definizione, apparentemente scientifica, non è altro che la definizione <strong>del</strong> caos. Neppure<br />

il surrealismo lo nega; esso riconosce anzi apertamente di cercare "la sistematizzazione<br />

<strong>del</strong>la confusione" (S. Dalì) e la disorganizzazione. "Non esiste un ordine rivoluzionario,<br />

esiste solo disordine e follìa". E con soddisfazione esso annuncia che "un<br />

nuovo vizio è appena nato e con esso si offre all'uomo un'altra illusione: il surrealismo,<br />

il figlio <strong>del</strong>la frenesia e <strong>del</strong>l'oscurità" (Aragon). Più chiari di così non si può essere. Ma<br />

vi sono alcuni che non vogliono udire.<br />

Tutto ciò non riguarda soltanto la produzione di esso (si rinuncia infatti a definirlo<br />

arte, così come il costruttore, che è il suo polo razionale opposto, rinuncia a chiamare<br />

così la sua) bensì la trasformazione di tutta la vita. Il surrealismo aspira a diventare una<br />

forma universale di vita, ad elevare a principio il caos: esso tende verso il "caoticismo".<br />

La comparsa <strong>del</strong>le sue avanguardie è il potente segnale che serve ad indicare la marcia<br />

già avanzante <strong>del</strong>le forze irrazionali, o meglio, sub-razionali. Ad esse aprono le<br />

porte quegli ingenui (o anche complicati) contemporanei che vedono nel frainteso nome<br />

di surrealismo - che, in realtà, è sub-realismo - la promessa di essere sollevati al<br />

di sopra <strong>del</strong>la banale vita di. tutti i giorni. Di tutti i movimenti <strong>del</strong> secolo diciannovesimo<br />

e <strong>del</strong> principio <strong>del</strong> ventesimo, fatta astrazione dalla "nuova architettura", solo due<br />

hanno sopravvissuto alla seconda guerra mondiale: il realismo positivista nella pittura<br />

(come in Russia) e il sub-realismo, acerrimi avversari e tuttavia affini fra loro. Cellule<br />

surrealiste esistono già in molti paesi e non solo europei. L'espressionismo invece è<br />

seguito da una minoranza irrilevante.<br />

6 aprile 2013

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