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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 58<br />

ad alcuni altri progetti che mostrano come i futuristi si fossero svincolati quasi <strong>del</strong> tutto<br />

dalla terra; parla cioè <strong>del</strong>le cosiddette "staffe <strong>del</strong> cielo", ossia grattacieli, che poggiano<br />

su fini sostegni; di uno stadio con tribune sospese, di un garage e così prosegue:<br />

"a questo ideale si ispira anche il progetto per l'Istituto Lenin, sui monti Lenin,<br />

presso Mosca. Il complesso degli edifici consiste in una torre destinata ad ospitare una<br />

biblioteca di quindici milioni di volumi e in edifici piatti per sale di lettura e di studio e<br />

di una costruzione sferica sospesa in aria, capace di contenere quattromila lettori. Esso<br />

può essere diviso in singoli settori e la sfera può venire usata come planetario. Compito<br />

<strong>del</strong>la tecnica è di assicurare staticamente queste figure geometriche solide elementari,<br />

le quali creano rapporti nuovi nell'ambiente. Il superamento <strong>del</strong>le fondamenta e<br />

<strong>del</strong> legame con la terra va ancora oltre: si pretende ora la levitazione dei corpi, cioè<br />

l'architettura fisicamente dinamica". 110<br />

La grande astrattezza <strong>del</strong>la prima architettura <strong>del</strong>la rivoluzione viene ulteriormente<br />

superata sia in questo progetto sia nelle parole che ne contengono la spiegazione ideologica.<br />

Ma anche una sola creazione di questo genere rivela le tendenze fondamentali <strong>del</strong>la<br />

seconda rivoluzione architettonica, così come la "Casa per i guardiani campestri" di Ledoux<br />

rivelava quelle <strong>del</strong>la prima.<br />

Si nota anzitutto che la predilezione per gli elementi costruttivi di forma puramente<br />

geometrica non è ancora scomparsa. Nello sfogliare i progetti eseguiti intorno al decennio<br />

1920-1930 si ritrovano tutte queste forme: cubo, piramide, cilindro, cono e<br />

sfera. Ma solo adesso esse traggono le ultime conseguenze, dovute all'accostamento<br />

<strong>del</strong>la geometria all'architettura. Il dogma non fa parola <strong>del</strong>la posizione in cui, rispetto<br />

alla terra, si debba trovare una creazione geometrica per giungere alla forma architettonica.<br />

Così la seconda rivoluzione può collocare un cono sul suo vertice e un cubo su<br />

uno dei suoi spigoli (vedi il progetto di Korgjew per il padiglione <strong>del</strong>la rappresentanza<br />

commerciale <strong>del</strong>la Russia sovietica all'Esposizione di Parigi, 1925). 111<br />

Le forme geometriche sono anche adesso quelle che, per prime, allettano lo spirito<br />

astratto; sono "il risveglio brutale dentro di noi <strong>del</strong>le gioie intense <strong>del</strong>la geometria" (Le<br />

Corbusier); "quando è libero, l'uomo tende alla geometria pura". La ragione di ciò sarà<br />

cercata in seguito. La forma <strong>del</strong>la sfera trova la sua destinazione, per esempio, in un<br />

planetario (emisfero superiore). L'idea <strong>del</strong> planetario esercita un fascino singolare per<br />

lo spirito che s'innalza al di sopra <strong>del</strong>la terra, e non è un puro caso che lo sguardo di<br />

Ledoux si fosse sollevato con fredda devozione verso quegli spazi glaciali popolati da<br />

corpi perfetti regolati da leggi meccaniche. Nell'incisione da lui eseguita - e alla quale<br />

si è già accennato - rappresentante l'universo con le orbite dei pianeti la terra si trova<br />

stranamente capovolta: il polo nord si trova sotto. Così anche nelle costruzioni moderne<br />

il "sopra" e il "sotto" possono essere scambiati.<br />

Le superfici che limitano le pure figure elementari solide sono divenute ora <strong>del</strong> tutto<br />

incorporee, fini come una pellicola e costruite con il più freddo materiale esistente.<br />

Soprattutto però si nota che il distacco dalla terra è divenuto molto più accentuato. È<br />

come se il sogno di volare realizzato proprio in quest'epoca, dovesse portarsi via con<br />

sé dalla terra, l'architettura.<br />

L'edificio sferico <strong>del</strong>l'Istituto Lenin sembra sospeso. In altri progetti di futuristi russi<br />

e francesi gli edifici sono appesi nel vuoto ad architravi o anche a gru, come in un progetto<br />

di Ladowsky <strong>del</strong> 1922 per un "ristorante sul pendio roccioso". La roccia al di sopra<br />

<strong>del</strong>l'acqua è assolutamente innaturale e, nelle sue propaggini estreme, essa è già<br />

simbolo di una "tendenza a curvarsi sul precipizio". L'idea non ha alcun senso pratico<br />

ed è nata unicamente dalla negazione <strong>del</strong> legame con la terra.<br />

Ma dappertutto si nota la medesima tendenza, sia pure in maniera meno appariscente.<br />

La predilezione di quel tempo, di appoggiare cioè - anche dove non ne esisteva<br />

la necessità - le case su pilastri è, specialmente in Le Corbusier, espressione <strong>del</strong> medesimo<br />

impulso. La sua villa a Poissy è collocata su di un prato <strong>del</strong> parco come un aerostato<br />

all'approdo appoggiato a sostegni (fig. 31). Le sue case sospese sembrano al-<br />

110 Cfr. il volume Neues Bauen in der Welt: Russland, edito da EL LISSITZKY, Vienna 1930.<br />

111 Ibid.<br />

6 aprile 2013

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