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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 64<br />

un sintomo mai visto - e presentano nel loro tratto una furia selvaggia che dissolve<br />

ogni forma.<br />

I "sogni" sono stati eseguiti nel 1792, quando cioè la rivoluzione francese raggiunge<br />

il suo culmine e dopo una grave malattia di Goya, la cui natura però ci è ignota. Siamo<br />

nei decenni in cui molti artisti vengono posseduti da forze demoniache. Lo scultore X.<br />

Messerschmidt, spinto da un impulso interiore, atteggia sempre i suoi volti ad una<br />

smorfia; 122 nell'arte, spesso gelida, di J. H. Füssli 123 sono innegabili gli elementi derivanti<br />

da una autentica allucinazione; in quell'epoca J. Flaxman ha la visione <strong>del</strong> volto<br />

<strong>del</strong> diavolo ch'egli (non so perché) ha chiamato "lo spirito <strong>del</strong>la pulce" (the ghost of the<br />

flea). È il tempo in cui viene alla ribalta F. A. Mesmer (1733-1815) e in cui fiorisce la<br />

visione spettrale. È come se nell'uomo si fosse aperta una porta verso il mondo degli<br />

inferi e come se questo mondo minacciasse con la sua follia coloro che hanno visto<br />

troppo di quanto esiste in esso.<br />

Che Goya sia sfuggito alla follia dipende dal fatto che, anche se oppresso da paurose<br />

visioni, riusciva a mantenere salda l'immagine <strong>del</strong>l'uomo cogliendola nella maniera più<br />

pura - con tratti che presagiscono stranamente Dostojewsky -, là dove raffigura Cristo<br />

sul monte degli Ulivi come prototipo <strong>del</strong>l'uomo che si trova in uno stato di estremo<br />

tormento interiore e di solitudine. Quel foglio che fa parte <strong>del</strong>la serie dei "disastri <strong>del</strong>la<br />

guerra" e sul quale è rappresentato l'uomo disperato in ginocchio davanti alle tenebre<br />

<strong>del</strong> Nulla, è certamente una secolarizzazione <strong>del</strong> Cristo sul monte degli Ulivi. Manca<br />

però l'Angelo consolatore (fig. 39).<br />

L'UOMO ABBANDONATO (C. D. FRIEDRICH)<br />

L'uomo è abbandonato non soltanto in un mondo di dèmoni, ma anche nella natura.<br />

Questa situazione completamente nuova ci appare nei quadri di Caspar David Friedrich.<br />

Friedrich non è un innovatore <strong>del</strong>la forma. La sua maniera è volutamente ispirata<br />

ad antichi maestri, la superficie dei suoi quadri è liscia come nei quadri dei fiamminghi<br />

dei secoli quindicesimo e sedicesimo. La forma <strong>del</strong>la quale egli si serve per il quadro è<br />

rettangolare; essa ricorda il grande formato dei quadri <strong>del</strong>le Stagioni di Brueghel ed è<br />

l'antica forma <strong>del</strong> quadro cosmografico. I suoi dipinti hanno inoltre, quasi tutti, un significato<br />

allegorico. Ma la tematica sottostante è nuova e potente, sebbene a prima vista<br />

non sembri tale.<br />

Questo elemento nuovo è soprattutto evidente in quel carattere estremo in cui si nota,<br />

con inoppugnabile chiarezza, qualche cosa che prima non era mai esistita: per la<br />

prima volta viene rappresentata la mortale rigidità <strong>del</strong> mondo dei ghiacci. La nave sepolta<br />

da masse di ghiaccio in una disperante solitudine è - al pari <strong>del</strong>l'uomo minacciato<br />

da sanguinose visioni raffigurato da Goya - un possente simbolo <strong>del</strong>l'uomo abbandonato.<br />

Friedrich ha poi completamente chiarito il significato allegorico: la nave dispersa<br />

porta il nome di Speranza.<br />

Ma anche l'uomo è così isolato e immerso direttamente nella natura; non lo è soltanto<br />

l'eremita in riva al mare, nell'immensità <strong>del</strong> cielo, <strong>del</strong> mare e <strong>del</strong>la nuda terra. "Nulla<br />

è più triste di questa posizione nel mondo; essere cioè l'unica scintilla di vita nel vasto<br />

regno <strong>del</strong>la morte, il <strong>centro</strong> solitario nel cerchio solitario <strong>del</strong> mondo. L'immagine sta<br />

davanti a noi come l'Apocalisse, con i suoi tre o quattro oggetti misteriosi". 124<br />

A questa concezione originaria possono sovrapporsi, come in Goya, considerazioni<br />

politiche, così come quando la Germania <strong>del</strong>le guerre napoleoniche viene personificata<br />

nell'alta quercia colpita dal fulmine davanti al temporale che si allontana. Ma ciò non<br />

cambia nulla al significato complessivo <strong>del</strong>la produzione <strong>del</strong> Friedrich, la quale prende<br />

le mosse da fonti più profonde.<br />

122 E. KRIS, Die Charakterköpfe des Franz Xavier Messerschmidt, in "Jahrbuch der Kunsthistorischen<br />

Sammlungen in Wien", 1932.<br />

123 Per Füssli, che esigerebbe uno studio più approfondito, vedi la monografia di A. FEDERMANN, Zurigo<br />

1927.<br />

124 H. VON KLEIST, Berliner Abendblätter, 13 ottobre 1810.<br />

6 aprile 2013

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