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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 60<br />

sì che nei suoi quadri forme tettoniche vacillino come in un terremoto o in uno stato di<br />

ebbrezza.<br />

L'ABOLIZIONE DELL'ARCHITETTURA<br />

L'identificazione <strong>del</strong>l'architettura con la geometria, su cui si basa la costruzione astratta,<br />

viene ancora superata da un nuovo dogma che oltre comprendere in sé l'antico,<br />

lo trascende. Esso suona così: "Ogni costruzione è una macchina".<br />

"Nel suo possente meccanismo, la macchina diviene ora perfino simbolo e mo<strong>del</strong>lo.<br />

Una deviazione dal carattere "creaturale…", non trasparente ma già manifesta nelle fasi<br />

precedenti, raggiunge ora la sua più ampia espressione". 115 Fra il modo di costruire le<br />

navi, gli aeroplani, i veicoli ecc. e quello di costruire case di ogni specie, non esiste più<br />

alcuna differenza sostanziale. Alla costruzione geometricamente statica subentra ora<br />

quella dinamica, alla geometria elementare, quella superiore.<br />

Questo dogma, espresso chiaramente o introdotto velatamente, produce, dov'esso<br />

viene accettato, una serie di fenomeni completamente nuovi. In una prima fase esso<br />

trasforma soltanto la superficie. A interi edifici viene ora data una forma che ricorda<br />

macchine e parti di macchine. Lo stesso si può dire dei singoli elementi costruttivi, anche<br />

dei più piccoli, come una impugnatura o una maniglia di porta. Le forme <strong>del</strong>le navi,<br />

degli aeroplani, <strong>del</strong>le automobili vengono prese a mo<strong>del</strong>lo e ispirano il nuovo stile<br />

<strong>del</strong>l'abitazione. È estremamente significativo il fatto che questo nuovo stile venga determinato<br />

da quelle creazioni nelle quali l'uomo – nuovo essere nomade - non può restare<br />

fisso, ma vuole dimorarvi solo temporaneamente.<br />

In una seconda fase l'assimilazione diviene più profonda. Il carattere <strong>del</strong>la macchina<br />

è di essere mobile: o di per se stessa o perché si può spostare da un luogo all'altro. A<br />

questo punto sorge perciò l'idea <strong>del</strong>la casa girevole, che possa cioè mutare le sue facciate;<br />

idea che, talvolta, ha trovato anche la sua realizzazione. Da notare che nella<br />

"domus aurea" di Nerone la sala girevole non era veramente tale: girevole era soltanto<br />

(sintomo estremamente significativo) la sua cupola che rappresentava la volta celeste.<br />

116 Ora invece fa la sua apparizione l'utopia <strong>del</strong>la casa trasportabile, la quale era<br />

stata immaginata in America in epoca precedente, ossia prima <strong>del</strong> 1890. La casa si abbassa<br />

così al livello <strong>del</strong>la nave, <strong>del</strong>l'aeroplano e <strong>del</strong>la roulotte, simbolo chiarissimo <strong>del</strong><br />

desiderio <strong>del</strong>l'uomo di non avere più un luogo sul quale fermarsi e costruire.<br />

Nella casa fissa viene per lo meno messo l'accento su tutto ciò che può essere mosso<br />

mediante un meccanismo: i piccoli ascensori ed elevatori domestici, le attrezzature<br />

<strong>del</strong>le cucine e dei bagni. Le pareti - perfino quelle esterne - divengono scorrevoli, porte<br />

e finestre vengono manovrate con meccanismi. Il materiale <strong>del</strong>la macchina viene ora<br />

applicato, con un certo pathos, a oggetti fino ad ora di pietra e di legno. Si diffondono<br />

mo<strong>del</strong>li di case costruite completamente in metallo.<br />

Queste applicazioni non sono, nella maggior parte dei casi, né spiegabili razionalmente<br />

né pratiche. Esse nascono da una romanticizzazione <strong>del</strong>la sfera <strong>del</strong>la macchina.<br />

A differenza <strong>del</strong>le creazioni dei costruttori di vere e proprie macchine, le creazioni di<br />

quegli architetti che, inebriati da questi nuovi mo<strong>del</strong>li di macchine, tradiscono l'architettura,<br />

non sono nella maggior parte dei casi affatto razionali, sebbene la pretesa dei<br />

loro autori (o forse il loro pretesto) sia quello di mirare ad una nuova razionalità. Il<br />

nuovo tipo di architetto è divenuto quindi una figura incerta; egli guarda in cagnesco<br />

l'ingegnere: lui solo è l' "inventore" e insieme il "riformatore" <strong>del</strong>la vita. Egli sta di fronte<br />

all'estetica come il costruttore <strong>del</strong>l'automobile sta di fronte al disegno <strong>del</strong>la carrozzeria:<br />

egli considera tutto questo una semplice sovrastruttura.<br />

Anche in teoria, il dogma che la macchina debba servire da mo<strong>del</strong>lo viene espresso<br />

senza reticenze. Si può dire che esso si cristallizzi nella formazione di vocaboli come<br />

"macchina abitabile" per indicare la casa, "macchina per stare seduti" per indicare la<br />

sedia ecc.<br />

115 F. ROH, Nachexpressionismus, Lipsia 1925.<br />

116 SVETONIO, Vita di Nerone, cap. 32.<br />

6 aprile 2013

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