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Perdita del centro - Università Gabriele d'Annunzio

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Seldmayr PERDITA DEL CENTRO 115<br />

<strong>del</strong>la tua patria. Essi avevano allora bisogno di un pio eroe che li portasse in Italia, ma<br />

a lui e alla. sua discendenza poterono dare soltanto l'Italia e il dominio <strong>del</strong> mondo. Il<br />

nostro santuario è però più grande di Troia e la nostra via conduce oltre l'Italia e oltre<br />

l'intera circonferenza <strong>del</strong> globo terrestre. Il salvatore salva se stesso. Questo è il segreto<br />

<strong>del</strong> progresso; un altro segreto non c'è e non ci sarà mai". 206<br />

Capitolo quattordicesimo<br />

VALUTAZIONE DELL'ARTE MODERNA<br />

MISURE ARTISTICHE<br />

Come la situazione umana può essere giudicata unicamente col confronto di un'immagine<br />

valida di uomo, cosi anche la situazione <strong>del</strong>l'arte in genere e <strong>del</strong>le opere d'arte<br />

singole in specie può essere giudicata soltanto prendendo come misura una valida idea<br />

di opera d'arte. Per esprimere una valutazione dal punto di vista artistico occorre possedere<br />

un'idea chiara di ciò che l'opera d'arte deve essere. Tanto la critica d'arte quanto<br />

la storia <strong>del</strong>l'arte devono basarsi su di uno studio serio e profondo <strong>del</strong>l'opera d'arte<br />

stessa.<br />

Non è qui il luogo adatto per mostrare quali siano le tipiche interpretazioni <strong>del</strong>l'opera<br />

artistica – chiaramente espresse o nascostamente presupposte - che lottano oggi<br />

l'una contro l'altra, e quale di esse abbia il maggior contenuto di verità. Qualche cosa si<br />

è chiarito strada facendo. Non v'è dubbio che come la scienza antropologica anche<br />

quella <strong>del</strong>l'arte abbia fatto grandi progressi e sia diventata molto più profonda. Tuttavia<br />

i risultati non sono ancora penetrati nella generalità <strong>del</strong>le persone e poco anche<br />

nell'ambiente scientifico. 207<br />

Comunque si deve tenere ben fermo il principio che, come l'essenza <strong>del</strong>l'uomo è una<br />

in ogni tempo, così anche quella <strong>del</strong>l'arte è una, per quanto diverse appaiano le sue<br />

manifestazioni esteriori. I suoi pericoli sono invece nelle varie epoche assolutamente<br />

diversi e legati strettamente ai temi che l'arte si propone in ogni tempo.<br />

Non è possibile valutare esattamente l'arte <strong>del</strong> nostro tempo se si usa, invece di una<br />

misura universale, quella valida solo per una determinata epoca.<br />

L'arte non dev'essere misurata in base ad una supposta fe<strong>del</strong>tà alla natura e all'esattezza<br />

<strong>del</strong>la rappresentazione perché già da tempo si ritiene errato ammettere che l'arte<br />

di tutte le epoche riproduca la natura o la stilizzi. Dove l'oggetto <strong>del</strong>la rappresentazione<br />

è, per l'arte, il mondo ultrasensibile di cui non esiste alcuna esperienza naturale,<br />

l'esigenza di rimanere fe<strong>del</strong>i alla natura non ha senso; in questo caso la cosa più importante<br />

è piuttosto di trasmettere immagini di carattere specifico nella sfera <strong>del</strong>l'ultrasensibile,<br />

aprendo quest'ultima per mezzo di esse. Altrettanto insensato è di esigere<br />

- là dove ad esempio il soggetto da rappresentare è il mondo <strong>del</strong> sogno - che le opere<br />

d'arte coincidano con la realtà quotidiana. Misurare questi orientamenti dei secoli diciannovesimo<br />

e ventesimo su forme artistiche dei secoli sedicesimo, diciassettesimo e<br />

diciottesimo, nelle quali si ricercava in un certo senso la fe<strong>del</strong>tà alla natura, sarebbe<br />

completamente errato e la specifica produzione <strong>del</strong>l'epoca sarebbe così misconosciuta;<br />

come se si volesse applicare all'arte <strong>del</strong> pieno medioevo l'unità di misura <strong>del</strong>le epoche<br />

artistiche antropomorfe. Molti che sono pronti a concedere questo quando si tratti di<br />

una miniatura <strong>del</strong>l'epoca degli Ottoni, esitano ancora a riconoscerlo quando si tratti di<br />

opere d'arte <strong>del</strong>l'epoca nostra, "lontane dalla natura".<br />

Ma proprio nello sviluppo di mezzi figurativi completamente nuovi e commisurati a<br />

nuovi ed insoliti soggetti, l'arte dei secoli diciannovesimo e ventesimo ha prodotto<br />

206 W. SOLOWJOW, Das Märchen vom Fortschritt, in "Ausgewählte Werke" (in lingua tedesca, vol. I, Jena<br />

1914; gli altri volumi, Stoccarda 1916-1922).<br />

207 Cerco di dimostrarlo in un lavoro inedito, Zur Bestimmung des Kunstwerks; cfr. anche H. KUHN, Wesen<br />

und Wirken des Kunstwerks, Monaco, ed. Kösel, 1960 e particolarmente gli scritti di Wladimir Weidlé.<br />

6 aprile 2013

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