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Le Vite - Fondazione Memofonte

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corso ne meni via chi cerca ritenerlo; e tutta questa storia è condotta con arte e disegno<br />

straordinario. Nell’altra è la Crocifissione di San Piero, il quale è confitto ignudo sopra la croce, che<br />

è una figura rara, mostrando i crocifissori, mentre hanno fatto in terra una buca, volere alzare in alto<br />

la croce acciò rimanga crocifisso co’ piedi all’aria; dove sono molte considerazioni notabili e belle.<br />

Ha Michelagnolo atteso solo, come s’è detto altrove, alla perfezzione dell’arte, perché né paesi vi<br />

sono, né alberi, né casamenti; né anche certe varietà e vaghezze dell’arte vi si veggono, perché non<br />

vi attese mai, come quegli che forse non voleva abassare quel suo grande ingegno in simil’ cose.<br />

Queste furono l’ultime pitture condotte da lui d’età d’anni settantacinque e, secondo che egli mi<br />

diceva, con molta sua gran fatica, avengaché la pittura, passato una certa età, e massimamente il<br />

lavorare in fresco, non è arte da vecchi. Ordinò Michelagnolo che con i suoi disegni Perino del<br />

Vaga, pittore eccellentissimo, facessi la volta di stucchi e molte cose di pittura; e così era ancora la<br />

volontà di papa Paulo III, che mandandolo poi per la lunga, non se ne fece altro: come molte cose<br />

restano imperfette, quando per colpa degli artefici inrisoluti, quando de’ prìncipi poco accurati a<br />

sollecitargli. Aveva papa Paulo dato principio a fortificare Borgo e condotto molti signori con<br />

Antonio da San Gallo a questa dieta, dove volse che intervenissi ancora Michelagnolo, come quelli<br />

che sapeva che le fortificazioni fatte intorno al monte di San Miniato a Fiorenza erano state ordinate<br />

da lui; e dopo molte dispute fu domandato del suo parere. Egli, che era d’oppinione contraria al San<br />

Gallo et a molti altri, lo disse liberamen[II. 750]te: dove il San Gallo gli disse che era sua arte la<br />

scultura e pittura, non le fortificazioni. Rispose Michelagnolo che di quelle ne sapeva poco; ma che<br />

del fortificare, col pensiero che lungo tempo ci aveva avuto sopra, con la sperienzia di quel che<br />

aveva fatto, gli pareva sapere più che non aveva saputo né egli né tutti que’ di casa sua,<br />

mostrandogli in presenzia di tutti che ci aveva fatto molti errori: e moltiplicando di qua e di là le<br />

parole, il Papa ebbe a por silenzio; e non andò molto che e’ portò disegnata tutta la fortificazione di<br />

Borgo, che aperse gli occhi a tutto quello che s’è ordinato e fatto poi; e fu cagione che il portone di<br />

Santo Spirito, che era vicino al fine ordinato dal San Gallo, rimase imperfetto. Non poteva lo spirito<br />

e la virtù di Michelagnolo restare senza far qualcosa; e poi che non poteva dipignere, si messe<br />

attorno a un pezzo di marmo per cavarvi drento quattro figure tonde maggiori che ‘l vivo, facendo<br />

in quello Cristo morto, per dilettazione e passar tempo e, come egli diceva, perché l’esercitarsi col<br />

mazzuolo lo teneva sano del corpo. Era questo Cristo, come deposto di croce, sostenuto dalla Nostra<br />

Donna - entrandoli sotto et aiutando con atto di forza Niccodemo fermato in piede - e da una delle<br />

Marie che lo aiuta, vedendo ma[n]cato la forza nella Madre, che vinta dal dolore non può reggere;<br />

né si può vedere corpo morto simile a quel di Cristo, che, cascando con le membra abbandonate, fa<br />

attiture tutte diferenti non solo degli altri suoi, ma di quanti se ne fecion mai. Opera faticosa, rara in<br />

un sasso e veramente divina; e questa, come si dirà di sotto, restò imperfetta et ebbe molte disgrazie,<br />

ancora che gli avessi avuto animo che la dovessi servire per la sepoltura di lui, a piè di quello altare<br />

dove e’ pensava di porla.<br />

Avvenne che l’anno 1546 morì Antonio da San Gallo; onde, mancato chi guidassi la fabbrica di San<br />

Piero, furono varii pareri tra i deputati di quella col Papa a chi dovessino darla. Finalmente credo<br />

che Sua Santità, spirato da Dio, si risolvé di mandare per Michelagnolo; e ricercatolo di metterlo in<br />

luogo suo, lo ricusò, dicendo, per fuggire questo peso, che l’architettura non era arte sua propria.<br />

Finalmente, non giovando i preghi, il Papa gli comandò che l’accettassi; dove con sommo suo<br />

dispiacere e contra sua voglia bisognò che egli entrassi a quella impresa. Et un giorno fra gli altri,<br />

andando egli in San Piero a vedere il modello di legname che aveva fatto il San Gallo e la fabbrica<br />

per esaminarla, vi trovò tutta la setta Sangallesca, che fattosi innanzi, il meglio ch’e’ seppono<br />

dissono a Michelagnolo che si rallegravano che il carico di quella fabbrica avessi a essere suo, e che<br />

quel modello era un prato che non vi mancherebbe mai da pascere. “Voi dite il vero”, rispose loro<br />

Michelagnolo, volendo inferire (come e’ dichiarò così a un amico) per le pecore e ‘ buoi che non<br />

intendono l’arte; et usò dir poi publicamente che il San Gallo l’aveva condotta cieca di lumi, e che<br />

aveva di fuori troppi ordini di colonne l’un sopra l’altro, e che con tanti risalti, aguglie e tritumi di<br />

membri teneva molto più dell’opera todesca che del buon modo antico o della vaga e bella maniera<br />

moderna: et oltre a questo, che e’ si poteva risparmiare cinquanta anni di tempo a finirla e più di

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