03.06.2013 Views

Le Vite - Fondazione Memofonte

Le Vite - Fondazione Memofonte

Le Vite - Fondazione Memofonte

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

eggere insieme. Così a parte per parte lo vanno formando et ungendo con olio fra gesso e gesso<br />

dove le commettiture s’hanno a congiugnere; e così di pezzo in pezzo la figura si forma, e la testa,<br />

le braccia, il torso e le gambe per fin all’ultima cosa, di maniera che il cavo di quella statua, cioè la<br />

forma incavata, viene improntata nel cavo con tutte le parti et ogni minima cosa che è nel modello.<br />

Fatto ciò, quelle forme di gesso si lasciono assodare e riposare. Poi pigliano un palo di ferro, che sia<br />

più lungo di tutta la figura che vogliono fare e che si ha a gettare, e sopra quello fanno un’anima di<br />

terra, la quale morbidamente impastando vi mescolano sterco di cavallo e cima[I. 38]tura; la quale<br />

anima ha la medesima forma che la figura del modello, et a suolo a suolo si cuoce per cavare la<br />

umidità della terra; e questa serve poi alla figura perché, gittando la statua, tutta questa anima, ch’è<br />

soda, vien vacua né si riempie di bronzo, che non si potrebbe movere per lo peso; così ingrossano<br />

tanto e con pari misure questa anima, che scaldando e cocendo i suoli come è detto, quella terra vien<br />

cotta bene e così priva in tutto dell’umido, che, gittandovi poi sopra il bronzo, non può schizzare o<br />

fare nocumento, come si è visto già molte volte con la morte de’ maestri e con la rovina di tutta<br />

l’opera. Così vanno bilicando questa anima et assettando e contrapesando i pezzi finché la<br />

riscontrino e riprovino, tanto ch’eglino vengono a fare che si lasci appunto la grossezza del metallo<br />

o la sottilità di che vuoi che la statua sia. Armano spesso questa anima per traverso con pernî di<br />

rame e con ferri che si possino cavare e mettere, per tenerla con sicurtà e forza maggiore. Questa<br />

anima, quando è finita, nuovamente ancora si ricuoce con fuoco dolce, e cavatane interamente<br />

l’umidità, se pur ve ne fusse restata punto, si lascia poi riposare; e ritornando a’ cavi del gesso, si<br />

formano quelli pezzo per pezzo con cera gialla che sia stata in molle e sia incorporata con un poco<br />

di trementina e di sevo. Fondutala dunque al fuoco, la gettano a metà per metà ne’ pezzi di cavo di<br />

maniera che l’artefice fa venire la cera sottile secondo la volontà sua per il getto; e tagliati i pezzi<br />

secondo che sono i cavi addosso a l’anima, che già di terra s’è fatta, gli commettono et insieme gli<br />

riscontrano et innestano, e con alcuni brocchi di rame sottili fermano sopra l’anima cotta i pezzi<br />

della cera confitti da’ detti brocchi; e così a pezzo a pezzo la figura innestano e riscontrono e la<br />

rendono del tutto finita. Fatto ciò, vanno levando tutta la cera dalle bave delle superfluità de’ cavi,<br />

conducendola il più che si può a quella finita bontà e perfezione che si desidera che abbia il getto.<br />

Et avanti che e’ proceda più innanzi, rizza la figura e considera diligentemente se la cera ha<br />

mancamento alcuno, e la va racconciando e riempiendo o rinalzando o abbassando dove mancasse.<br />

Appresso, finita la cera e ferma la figura, mette l’artefice su due alari o di legno o di pietra o di<br />

ferro, come un arosto, al fuoco la sua figura, con commodità che ella si possa alzare et abbassare, e<br />

con cenere bagnata, appropriata a quell’uso, con un pennello tutta la figura va ricoprendo che la<br />

cera non si vegga, e per ogni cavo e pertugio la veste bene di questa materia. Dato la cenere, rimette<br />

i pernî a traverso che passano la cera e l’anima secondo che gl’ha lasciati nella figura, perciò che<br />

questi hanno a reggere l’anima di dentro e la cappa di fuori, che è la incrostatura del cavo fra<br />

l’anima e la cappa, dove il bronzo si getta. Armato ciò, l’artefice comincia a tôrre della terra sottile<br />

con cimatura e sterco di cavallo, come dissi, battuta insieme, e con diligenza fa una incrostatura per<br />

tutto sottilissima, e quella lascia seccare; e così volta per volta si fa l’altra incrostatura con lasciare<br />

seccare di continuo, finché viene interrando et alzando alla grossezza di mez[z]o palmo il più. Fatto<br />

ciò, que’ ferri che tengono l’anima di dentro si cingono con altri ferri che tengono di fuori la cappa<br />

et a quelli si fermano, e l’un e l’altro incatenati e serrati fanno reggimento l’uno a l’altro. L’anima<br />

di dentro regge la cappa di fuori, e la cappa di fuori regge l’anima di dentro. Usasi fare certe<br />

cannelle fra l’anima e la cappa, le quali si dimanda[I. 39]no venti, che sfiatano all’insù, e si<br />

mettono, verbigrazia, da un ginocchio a un braccio che alzi; perché questi dànno la via al metallo di<br />

soccorrere quello che per qualche impedimento non venisse, e se ne fanno pochi et assai, secondo<br />

che è difficile il getto. Ciò fatto, si va dando il fuoco a tale cappa ugualmente per tutto, tal che ella<br />

venga unita et a poco a poco a riscaldarsi, rinforzando il fuoco sino a tanto che la forma si infuochi<br />

tutta, di maniera che la cera che è nel cavo di dentro venga a struggersi, tale che ella esca tutta per<br />

quella banda per la quale si debbe gittare il metallo senza che ve ne rimanga dentro niente. Et a<br />

conoscere ciò bisogna, quando i pezzi s’innestano su la figura, pesarli pezzo per pezzo, così poi, nel<br />

cavare la cera, ripesarla, e facendo il calo di quella vede l’artefice se n’è rimasta fra l’anima e la<br />

30

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!