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Le Vite - Fondazione Memofonte

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pulita col bianco della calce di trevertino, l’imbiancano tutta, et imbiancata ci spolverono su i<br />

cartoni overo disegnano quel che ci vogliono fare, e dipoi, agravando col ferro, vanno dintornando e<br />

tratteggiando la calce, la quale, essendo sotto di corpo nero, mostra tutti i graffî del ferro come segni<br />

di disegno. E si suole ne’ campi di quegli radere il bianco e poi avere una tinta d’acquerello scuretto<br />

molto acquidoso, e di quello dare per gli scuri come si desse a una carta, il che di lontano fa un<br />

bellissimo vedere; ma il campo, se ci è grottesche o fogliami, si sbattimenta, cioè ombreggia con<br />

quello acquarello. E questo è il lavoro che per esser dal ferro graffiato, hanno chiamato i pittori<br />

sgraffito.<br />

Restaci ora ragionare de le [I. 56] grottesche, che si fanno sul muro. Dunque, quelle che vanno in<br />

campo bianco non ci essendo il campo di stucco, per non essere bianca la calce, si dà per tutto<br />

sottilmente il campo di bianco, e fatto ciò si spolverano e si lavorano in fresco di colori sodi, perché<br />

non arebbono mai la grazia ch’ànno quelle che si lavorano su lo stucco. Di questa spezie possono<br />

essere grottesche grosse e sottili, le quali vengono fatte nel medesimo modo che si lavorano le<br />

figure a fresco o in muro.<br />

Cap. XXVII<br />

Come si lavorino le grottesche su lo stucco.<br />

<strong>Le</strong> grottesche sono una spezie di pittura licenziose e ridicole molto, fatte dagl’antichi per ornamenti<br />

di vani, dove in alcuni luoghi non stava bene altro che cose in aria; per il che facevano in quelle<br />

tutte sconciature di monstri per strattezza della natura e per gricciolo e ghiribizzo degli artefici, i<br />

quali fanno in quelle cose senza alcuna regola, apiccando a un sottilissimo filo un peso che non si<br />

può reggere, a un cavallo le gambe di foglie, a un uomo le gambe di gru, et infiniti sciarpelloni e<br />

passerotti; e chi più stranamente se gli immaginava, quello era tenuto più valente. Furono poi<br />

regolate, e per fregi e spartimenti fatto bellissimi andari; così di stucchi mescolarono quelle con la<br />

pittura. E sì innanzi andò questa pratica che in Roma et in ogni luogo dove i Romani risedevano ve<br />

n’è ancora conservato qualche vestigio. E nel vero, tócche d’oro et intagliate di stucchi, elle sono<br />

opera allegra e dilettevole a vedere.<br />

Queste si lavorano di quattro maniere: l’una lavora lo stucco schietto, l’altra fa gli ornamenti soli di<br />

stucco e dipigne le storie ne’ vani e le grottesche ne’ fregi, la terza fa le figure parte lavorate di<br />

stucco e parte dipinte di bianco e nero, contrafacendo cammei e altre pietre. E di questa spezie<br />

grottesche e stucchi se n’è visto e vede tante opere lavorate da’ moderni, i quali con somma grazia e<br />

bellezza hanno adornato le fabbriche più notabili di tutta l’Italia, che gli antichi rimangono vinti di<br />

grande spacio. L’ultima finalmente lavora d’acquerello in su lo stucco, campando il lume con esso<br />

et ombrandolo con diversi colori. Di tutte queste sorti, che si difendono assai dal tempo, se ne<br />

veggono delle antiche in infiniti luoghi a Roma et a Pozzuolo, vicino a Napoli. E questa ultima sorte<br />

si può anco benissimo lavorare con colori sodi a fresco, lasciando lo stucco bianco per campo a tutte<br />

queste, che nel vero hanno in sé bella grazia, e fra esse si mescolano paesi che molto dànno loro de<br />

l’allegro e così ancora storiette di figure piccole colorite. E di questa sorte oggi in Italia ne sono<br />

molti maestri che ne fanno professione et in esse sono eccellenti.<br />

Cap. XXVIII<br />

Del modo del mettere d’oro a bolo et a mordente, et altri modi.<br />

Fu veramente bellissimo segreto et investigazione sofistica il trovar modo che l’oro si battesse in<br />

fogli sì sottilmente, che per ogni migliaio di pezzi battuti grandi un ottavo di braccio per ogni verso,<br />

bastasse fra l’artificio e l’oro il valore solo di sei scudi. Ma non fu punto meno ingegnosa cosa il<br />

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