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Le Vite - Fondazione Memofonte

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vi si pone, come si vede alla vigna che fece fare papa Clemente Settimo, quando era cardinale, a piè<br />

di monte Mario, per consiglio di Giovanni da Udine.<br />

Così si fa ancora in diversi colori un musaico rustico e molto bello, pigliando piccoli pezzi di<br />

colature di mattoni disfatti e troppo cotti nella fornace et altri pezzi di colature di vetri che vengono<br />

fatte quando pel troppo fuoco scoppiano le padelle de’ vetri nella fornace; si fa, dico, murando i<br />

detti pezzi fermandogli nello stucco, come s’è detto di sopra, e facendo nascere tra essi coralli et<br />

altri ceppi maritimi, i quali recano in sé grazia e bellezza grandissima. Così si fanno animali e figure<br />

che si cuoprono di smalti in varii pezzi posti alla grossa e con le nicchie sudette, le quali sono<br />

bizzarra cosa a vederle. E di questa specie n’è a Roma, fatte moderne, dimolte fontane, le quali<br />

hanno desto l’animo d’infiniti a essere per tal diletto vaghi di sì fatto lavoro.<br />

È oggi similmente in uso un’altra sorte d’ornamento per le fontane, rustico affatto, il quale si fa in<br />

questo modo. Fatte di sotto l’ossature delle figure o d’altro che si voglia fare e coperte di calcina o<br />

di stucco, si ricuopre il difuori a guisa di musaico di pietre di marmo bianco o d’altro colore,<br />

secondo quello che si ha da fare, overo di certe piccole pietre di ghiaia di diversi colori, e queste,<br />

quando sono con diligenza lavorate, hanno lunga vita. E lo stucco con che si murano e [I. 29]<br />

lavorano queste cose è il medesimo che inanzi abbiamo ragionato, e per la presa fatta con essa<br />

rimangono murate. A queste tali fontane, di frombole - cioè sassi di fiumi tondi e stiacciati - si<br />

fanno pavimenti murando quelli per coltello e a onde, a uso d’acque, che fanno benissimo. Altri<br />

fanno alle più gentili pavimenti di terracotta a mattoncini con varii spartimenti et invetriati a fuoco,<br />

come in vasi di terra dipinti di varii colori e con fregi e fogliami dipinti; ma questa sorte di<br />

pavimenti più conviene alle stufe et a’ bagni che alle fonti.<br />

Cap. VI<br />

Del modo di fare i pavimenti di commesso.<br />

Tutte le cose che truovar si poterono, gli antichi, ancora che con difficultà in ogni genere, o le<br />

ritrovarono o di ritrovarle cercarono quelle, dico, ch’alla vista degli uomini vaghezza e varietà<br />

indurre potessero. Trovarono dunque fra l’altre cose belle i pavimenti di pietre ispartiti con varii<br />

misti di porfidi, serpentini e graniti, con tondi e quadri et altri spartimenti onde s’imaginarono che<br />

fare si potessero fregi, fogliami et altri andari di disegni e figure. Onde, per poter meglio ricevere<br />

l’opera tal lavoro, tritavano i marmi, acciò che, essendo quegli minori, potessero per lo campo e<br />

piano con essi rigirare in tondo e diritto et a torto, secondo che veniva lor meglio; e dal commettere<br />

insieme questi pezzi lo dimandarono musaico, e nei pavimenti di molte loro fabriche se ne<br />

servirono, come ancora veggiamo all’Antoniana di Roma et in altri luoghi, dove si vede il musaico<br />

lavorato con quadretti di marmo piccioli, conducendo fogliami, maschere et altre bi[z]zarrie, e con<br />

quadri di marmo bianchi et altri quadretti di marmo nero fecero il campo di quegli.<br />

Questi dunque si lavoravano in tal modo: facevasi sotto un piano di stucco fresco di calce e di<br />

marmo, tanto grosso che bastasse per tenere in sé i pezzi commessi fermamente, sinché, fatto presa,<br />

si potessero spianar di sopra, perché facevano nel seccarsi una presa mirabile et uno smalto<br />

maraviglioso che né l’uso del caminare né l’acqua non gl’offendeva. Onde, essendo questa opera in<br />

grandissima considerazione venuta, gli ingegni loro si misero a speculare più alto, essendo facile a<br />

una invenzione trovata aggiugner sempre qualcosa di bontà. Per che fecero poi i musaici di marmi<br />

più fini, e per bagni e per stufe i pavimenti di quelli; e con più sottile magistero e diligenza quei<br />

lavoravano sottilissimamente, facendoci pesci variati et imitando la pittura con varie sorti di colori<br />

atti a ciò con più specie di marmi, mescolando anco fra quegli alcuni pezzi triti di quadretti di<br />

musaico di ossa di pesce ch’ànno la pelle lustra; e così vivamente gli facevano, che l’acqua postavi<br />

di sopra velandogli, pur che chiara fosse, gli faceva parere vivissimi nei pavimenti, come se ne vede<br />

in Parione in Roma, in casa di messer Egidio e Fabio Sasso. Per che, parendo loro questa una pittura<br />

da poter reggere all’acque et ai venti et al sole per l’eternità sua, e pensando che tale opra molto<br />

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