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Le Vite - Fondazione Memofonte

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ella e lucida Alba, con la biondissima chioma tutta rugiadosa e molle; essendo a’ piè della<br />

spelonca medesima con un tasso, che guancial le faceva, l’oscura Notte, la quale, perciò che de’<br />

veraci sogni madre è tenuta, pareva che fede non piccola alle parole de’ prescritti Sogni accrescer<br />

dovesse. Per ornamento del carro poi si vedevano, all’invenzione accomodandosi, alcune<br />

vaghissime istoriette, con tanta leggiadria e grazia e diligenzia scompartite, che più non pareva che<br />

si potesse desiderare. Per la prima delle quali si vedeva Bacco, del Sonno padre, sur un pampinoso<br />

carro da due macchiati tigri tirato, con il verso, per noto renderlo, che diceva:<br />

Bacco, del Sonno sei tu vero padre.<br />

Sì come nell’altro si vedeva la madre del medesimo Sonno, Cerere, delle solite spighe incoronata,<br />

con il verso per la medesima cagion posto, che diceva anch’egli:<br />

Cerer del dolce Sonno è dolce madre.<br />

E sì come si vedeva nell’altra la moglie del medesimo Sonno, Pasitea, che di volare sopra la terra<br />

sembrando, pareva che negl’animali, che per gl’alberi e sopra la terra sparsi erano, indotto un<br />

placidissimo sonno avesse, con il suo motto anch’ella che nota la rendeva, dicendo:<br />

Sposa del Sonno, questa è Pasitea.<br />

Ma dall’altra parte si vedeva Mercurio, presidente del Sonno, addormentare l’occhiuto Argo, con il<br />

suo motto anch’egli, dicente:<br />

Creare il Sonno può Mercurio ancora.<br />

E si vedeva, esprimendo la nobiltà e divinità del Sonno medesimo, un adorno tempietto<br />

d’Esculapio, in cui molti uomini macilenti et infermi dormendo, pareva che la perduta sanità<br />

recuperassero; con il verso questo significante, e che diceva anch’egli:<br />

Rende gl’uomini sani il dolce Sonno.<br />

Sì come si vedeva altrove Mercurio, accennando verso alcuni Sogni che di volar per l’aria<br />

sembravano, parlar nell’orecchie al Re Latino che in un antro addormentato stava, dicendo il suo<br />

verso:<br />

Spesso in sogno parlar lece con Dio.<br />

Oreste poi, dalle Furie stimolato, si vedeva solo mediante i Sogni, che di cacciare con certi maz[z]i<br />

di papaveri le predette Furie sembravano, pigliare a tanto travaglio qualche quiete, con il verso che<br />

diceva:<br />

Fuggon pel sonno i più crudi pensieri. [II. 948]<br />

E si vedeva alla misera Ecuba, similmente sognando, parere che una vaga cerva le fusse da un fiero<br />

lupo di grembo tolta e strangolata, significar volendo per essa il pietoso caso che poi alla sfortunata<br />

figliuola avvenne, con il motto dicente:<br />

Sì come altrove, col verso che diceva:<br />

Quel ch’esser deve il sogno scuopre e dice.

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