Le Vite - Fondazione Memofonte

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TAVOLA DE’ LUOGHI DOVE SONO L’OPERE DESCRITTE NELLA PRIMA E SECONDA PARTE ANCONA Il modello del palazzo del Governatore. Margaritone Aretino, p. 117 San Ciriaco, il modello, Margaritone Aretino, p. 118 La Cappella di San Gioseppo. Pier della Francesca, s. 356 San Niccola, figure sopra l’altar maggiore. Simone e Lippo Memmi, p. 173 Sant’Agustino, sepoltura di f. Zenone. Moccio Sanese, p. 205 AREZZO DUOMO Il modello. Iacopo Tedesco, p. 92 Tavola dell’altar maggiore. Giovanni Pisano, p. 146 La Cappella de’ Gozzari. L’Abbate, s. 449 La Cappella principale. Iacopo di Casentino, p. 210 Figure sopra la porta. Niccolò d’Arezzo, p. 254 Cappella degli Ubertini. Giovanni Pisano, p. 103 La sepoltura del Vescovo Guido. Agostino et Agnol Sanesi, p. 136 Un Crocifisso grande. Berna Sanese, p. 201 Una Santa Maria Maddalena allato alla sagrestia. Pier della Francesca, s. 356 Un San Martino in un pilastro della Cappella maggiore. Giotto, p. 125 Cappella del Battesimo. Buonamico, p. 158 Una tavola nella Cappella di San Gregorio. Lippo Memmi, p. 173 PIEVE Il modello. Marchione Aretino, p. 90 La tavola dell’altar grande. Giorgio Vasari, p. 146 Pitture della Tribuna grande. Pier Laurati, p. 145
Cappella di Santa Maria Maddalena. Giovanni Tossicani, p. 192 Storia di San Matteo sotto l’organo. Iacopo di Casentino, p. 211 Un San Biagio di terra, nella Cappella di San Biagio. Niccolò d’Arezzo, s. 254 Una tavola grande d’una Nostra Donna. Domenico Pecori, s. 451 San Domenico e San Francesco di naturale a una colonna. Giotto, p. 121 Cappella di San Francesco, Giotto, p. 121 Cappella de’ Paganelli. Berna Sanese, p. 201 Tavola dell’altare di San Cristof. Pier Laurati, p. 146 La Cappella di San Bartolomeo. Spinello, p. 215 Un San Rocco alla Cappella de’ Lippi. L’Abbate, s. 449 SAN DOMENICO Il suo modello. Nicola Pisano, p. 101 Facciata destra dell’altare maggiore. Parri, s. 293 Una Cappella all’entrar della Chiesa. Parri, s. 294 SAN FRANCESCO La Cappella dell’altar maggiore. Pier della Francesca, s. 355 Una Nostra Donna nella Cappella della Concezzione. Margaritone Aretino, p. 116 Una Assunta di Nostra Donna in una Cappella, Giovanni dal Ponte, p. 194 Cappella de’ Viviani. Parri, s. 293 La volta della Cappella grande. Lorenzo Bicci, p. 238 Cappella de’ quattro Coronati. Parri, s. 293 Tavola della cappella degli Accolti. Signorello, s. 527 La tavola della cappella di Puccio Magio. Andrea della Robbia, s. 266 SANTA MARGHERITA Una tavola di Nostra Donna, Margheritone, p. 116 SAN GIMIGNANO Una cappella. Lazzaro Vasari, s. 372 SAN LORENZO Alcune storie di nostra Donna. Spinello, p. 216
Page 1 and 2: INDICE COPIOSO DELLE COSE PIÙ NOTA
Page 3 and 4: Arte Magistrati di Fiorenza, p. 177
Page 5 and 6: Bentivogli loro palazo, s. 424, cap
Page 7 and 8: Fioravanti, p. 230 Gondi, p. 83 Gri
Page 9 and 10: Città ritratte in Belvedere di Rom
Page 11 and 12: Discrezione finta in pittura dal Ma
Page 13 and 14: Facciata del Duomo di Siena, s. 463
Page 15 and 16: Gesso da formare che fa presa, s. 3
Page 17 and 18: Guidobaldo primo Duca d’Urbino, s
Page 19 and 20: Libro di Lorenzo Ghiberti, s. 275,
Page 21 and 22: Maso Finiguerra orefice, s. 466, p.
Page 23 and 24: N Nanni d’Antonio di Banco, s. 25
Page 25 and 26: P Pace da Faenza, s. 131 Pagno Port
Page 27 and 28: Piaza di San Giovanni di Fiorenza a
Page 29 and 30: Ruberto Martelli, s. 328 Ruvidino g
Page 31 and 32: San Giovanni in Monte di Bologna, s
Page 33 and 34: Santo Spirito di Fiorenza, p. 140,
Page 35 and 36: Silvano Razzi monaco, p. 128 Sigill
Page 37 and 38: Teatro di Marcello in Roma, p. 24 T
Page 39 and 40: TAVOLA DE’ RITRATTI CHE SONO NOMI
Page 41 and 42: F Farinata Uberti, p. 123 Farganacc
Page 43 and 44: Nicola V Papa, s. 361 Nicolò Forte
Page 45 and 46: Andrea Verocchio pittore, scultore
Page 47: Mino da Fiesole scultore, s. 419 N
Page 51 and 52: SAN BERNARDO La cappella grande. Lo
Page 53 and 54: Tavola nella cappella de’ Rossi.
Page 55 and 56: SAN DOMENICO Tavola dell’altar ma
Page 57 and 58: Due statue verso la Canonica. Nicco
Page 59 and 60: La cappella de’ Castellani. Ghera
Page 61 and 62: Le figure di terra invetriata. Luca
Page 63 and 64: Il crocifisso nel primo chiostro, l
Page 65 and 66: Un Crocifisso. Pesello, s. 405 MONA
Page 67 and 68: Storia di San Miniato e San Cresci
Page 69 and 70: Figure della cappella maggiore, Gio
Page 71 and 72: Sant’Agostino, cappella di San Cr
Page 73 and 74: Sei storie di Iob. Giotto, p. 122 P
Page 75 and 76: Il Pergamo. Giovanni Pisano, p. 104
Page 77 and 78: Cappella di marmo del presepio. Mar
Page 79 and 80: Le storie della libreria del Domo.
Page 81 and 82: VOLTERRA DUOMO Il modello. Niccolò
Page 83 and 84: I Innocenzo da Imola pittore, 217 I
Page 85 and 86: La cappella di San Matteo. Antonio
Page 87 and 88: SAN MARGHERITA Monasterio di monach
Page 89 and 90: Una tavola della Concezione di Nost
Page 91 and 92: Un San Bernardo in fresco et una sa
Page 93 and 94: Mariotto Albertinelli, 37 SANT’AP
Page 95 and 96: Il Tabernacolo sul canto dietro a
Page 97 and 98: IL PALAGIO DE’ GONDI Dirimpetto a
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ROVEZZANO Un tabernacolo. Franciabi
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SAN FRANCESCO Una cappella, dove è
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Il pozzo. Antonio da San Gallo, 318
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Una tavola. Il Bronzino, 192 La Com
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Il tempio nel primo chiostro. Brama
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Pitture della detta cappella. Pelle
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Una facciata del Cardinale di Volte
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Una tavola d’un San Nicolò et al
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Pitture sopra la cappella del monte
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CHIESA DELLA TRINITÀ La tavola del
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Francesco Re di Francia, 80 Frances
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T Tibullo, 71 San Tomaso d’Aquino
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Antonio Floriani pittore, 185 Anton
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Bernia [F. Berni], 346 Bertoldo scu
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Carlo Ginori, 153, sua cappella in
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Diomede Caraffa, 147 Discepoli d’
Page 131 and 132:
Fontanableo in Francia, 210, 211 Fo
Page 133 and 134:
Giovan Maria pittore veronese, 255
Page 135 and 136:
Insolenzia delli Ungheri, 46 Intagl
Page 137 and 138:
Marco da Siena, pittore, 368 Marco
Page 139 and 140:
Nostra Donna del Vinci, 4 Nostra Do
Page 141 and 142:
Piero RosseIIi, scultore, 39 Piero
Page 143 and 144:
S Sacco di Roma, 112, 141, 201, 233
Page 145 and 146:
T Tabernacolo sul canto di via Mozz
Page 147 and 148:
Vitruvio commentatore, 28 Vitto di
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Atlante descritto, 677, 707 B Bacci
Page 151 and 152:
Cappella del Comune in Siena, 534 C
Page 153 and 154:
Compagnia del Giesù, in Cortona, 4
Page 155 and 156:
F Fabrica di San Piero data al Buon
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Giovan Maria Benintendi, 483 Giovan
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L Lascito del Bandinello, che volse
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Monache del Corpus Domini, in Venez
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Pace in Roma, 629, 748, 775, 828, 8
Page 165 and 166:
Raffaello dal Colle dal Borgo Sanse
Page 167 and 168:
San Domenico di Messina, 619 San Do
Page 169 and 170:
Santa Maria dell’Anima in Roma, 5
Page 171 and 172:
Taddeo Zucchero, pittore, 673, 703
Page 173 and 174:
Bachiaccha pittore, 838, 865 Baldo
Page 175 and 176:
N Fra’ Niccolò della Magna, 455
Page 177 and 178:
Francesco Primaticcio Abbate di San
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SAN DOMENICO La tavola dell’altar
Page 181 and 182:
I SERVI L’altar maggiore di marmo
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CREMA SANT’AGOSTINO Due tavole. P
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Le figure in fresco dell’arco del
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Una tavola con la Nostra Donna, San
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Pitture della sala grande e palco,
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CASTELLO VILLA DEL S. DUCA Una logg
Page 193 and 194:
La tavola di Santa Agata. Ippolito
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LA FACCIATA DELLA CASA DEL SIGNOR G
Page 197 and 198:
La Adorazione de’ Magi. Michel An
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Una tavola d’un Cristo deposto di
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Una tavola d’un Cristo morto, Iac
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Una cappella, che risponde nella co
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SANTO SPIRITO Una tavola. Domenico
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Una tavoletta d’un San Niccolò a
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Pitture della cappella del Sagramen
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Pitture di detto palazzo. Paolo e B
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Un palazzo del signor Mario Volpett
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Alaga Capitano de’ Giannizzeri Ca
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Giovanni Medici Giovanni Pierfrance
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Nicolao V Eugenio IIII Giulio III M
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Sopra alla terza porta vi sono due
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Cap. XXXIII. Del niello e come per
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Vita di Madonna Properzia de’ Ros
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VITE DE’ PIÙ ECCELLENTI PITTORI
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disegno et i lineamenti non sieno s
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intendono di cavarne, e possa, senz
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E finalmente, per rispondere a quel
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mie diletteranno coloro che non son
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tazza antica di porfido bellissima
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nel[I. 15]la cava, quando si taglia
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d’acque e di terra, che per la cr
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medesima, da mano a mano in dar gra
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quale abbia le commettiture dinanzi
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corinti, salvo che vuole essere pi
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vi si pone, come si vede alla vigna
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unitamente corrisponda all’appicc
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Del fare i modelli di cera e di ter
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naturalmente doverebbono; laonde sp
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cappa e quanta n’è uscita. E sap
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stucco grosso e bozzato; et appress
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cose vive, che si muovono. Quando p
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punto fatte diminuire e sfuggire, b
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orecchi restano offesi da una music
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più facilmente; et insomma li arte
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Cap. XXV Del dipignere nelle mura d
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trovar modo a poterlo talmente dist
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del nuovo e del durabile, che per p
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tempere che col tempo si consumavan
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non si vegghino. Così si fa un ril
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icercar di nuovo tutta l’Italia e
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altri leggiadri e gravi ornamenti i
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mastio dalla femmina; e similmente
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a somma perfezzione, e sopratutto d
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Fu questo Apelle molto umano invers
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medesimo. Questa figura di Protogen
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Bacco il quale era nel tempio della
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governo della provincia di Nerbona,
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danno e guastarsi e per lo più a f
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medesimo anche Efestione, molto int
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della arte sua scrisse volumi. Molt
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viso, onde questi artefici, per bef
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porgeva da bere: le due ninfe, le q
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avvenga[II. XXXVIII]ché per la bel
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tutte l’altre cose, quando l’al
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nostri, cioè l’anno 1554, trovat
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Liberio papa gl’architetti di que
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d’un pezzo solo e tanto grande e
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L’edifizio sopradetto del Duomo d
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[I. 83] Fine del proemio delle Vite
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Tornato dunque Cimabue a Firenze, d
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e così molte sculture di que’ te
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si facesse molto maggiore e più ma
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l’animo del Brunellesco a porvi s
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molta pratica e con perfettissimo d
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Avendo al tempo di Nicola cominciat
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commesse nel marmo con molta dilige
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Batista et un altro Santo si vede i
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Regolari, dove, in un pergamo fatto
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si veggiono intorno a quel tempio n
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grido per tutta Italia, fu uno Marg
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Quell’obligo stesso che hanno gl
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egni né da corone né da palme che
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dell’arte messer Niccolò Acciaiu
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questa opera che pare vivissimo; et
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duos ego novi pictores egregios, ne
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lavoro, si rimise più d’una volt
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assediato dagl’Aretini, si arrend
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Iacopo di Pistoia; nella quale oper
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teologiche sono tutti vòlti verso
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perché dove figurò la Nostra Donn
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naturale detto Pontefice. Laonde me
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mura e barbacani, non aveva così i
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Essendo poi, indi a non molto, dive
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Dopo quest’opera andato Buonamico
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una cosa che per burla e non per al
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interamente sodisfatto; ma volendo
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[I. 167] VITA DI PIETRO CAVALLINI R
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Felici veramente si possono dire qu
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ingraziarlo; e nello stesso quadro
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Dipinse ancora sopra la porta della
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Fu fattogli allogazione in Arezzo d
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VITA D’ANDREA DI CIONE ORGAGNA Pi
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carissimi, quali mise in paradiso,
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Dopo la morte d’Andrea, Iacopo su
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leggere per esser consumate dal tem
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Essendo poi tornato Giovanni a Fire
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Giovanni Pisano l’anno 1312, come
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capella un Crucifisso grande e a’
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Molti che si starebbono nelle patri
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fatto nella medicina per coloro che
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[I. 212] VITA DI SPINELLO ARETINO P
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che fu tenuta figura bellissima ins
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Finita quest’opera in Camposanto,
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molta lode e si tiene al presente,
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ambiziosi che negli scioperati et o
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molta diligenza e con suo molto ono
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mettono in mezzo la capella maggior
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potuto sono iti investigando i modi
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nella Prima Parte) meriteranno quel
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ornamenti, arricchita et abbellita,
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Nunziata; dove egli fece in una man
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l’una, cioè San Gregorio papa e
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in simili masserizie istorie bellis
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Nella faccia di S. Maria del Fiore
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che ne fu inventore, riportò lode
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si acconciava a vivere in Fiorenza
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degli uccelli che d’altro, fu cog
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Donatello per la scultura, e se ste
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concorsi in Fiorenza molti forestie
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Romani, delle quali fu molto studio
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opere sue: avertenza certo grandiss
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molte, le quali tutte furono insiem
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delle femine l’arie più dolci et
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nipote, e come si dirà di mano in
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pervenire a quello onore et a quell
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che faceva (come io dissi poco di s
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moderni et ancora in quello degli a
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disegno e lavorata diligentemente,
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memoria sua, non mancherà di infon
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ciascuno grosso da piè braccia qua
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continuamente gridando si fece scal
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talmente, che nessuna cosa fu, quan
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migliore e di più bellezza; a cui
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legno d’abeto gagliardo e bene ar
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non hanno seguitato l’ordine del
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per le parole di Donato aspettava d
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simile ne lavorò, che medesimament
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ilievo nel marmo, che è tenuto cos
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Delle opere di costui restò così
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prestezza, facendo al dritto delle
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Similmente fece far Cosimo col dise
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[I. 347] Fine della Vita di Michell
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Malatesti e vi fece il suo ritratto
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termine, sono usurpate dalla preson
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Fu Piero, come si è detto, studios
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pareva che si guastasse, è stata r
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non cercare altra dignità che cerc
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[I. 366] VITA DI LEON BATISTA ALBER
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tonda, pare che caschi all’indiet
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Lavorava in Arezzo, ne’ tempi di
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gl’artefici di sapere in che modo
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padre, che arebbe voluto che egli a
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morte di tanto popolo, et inoltre l
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inchiuso, pensando alla pazzia sua
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fece due tavole et una nel Carmino
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edifizio. Fece il medesimo sotto le
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arrandellato e stretto con funi all
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particolarmente agl’intendenti de
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403] fatta da esso Pisano in Fioren
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invenzione. E si può dire che ques
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che dipinse di sua mano nel detto p
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elle e buone muraglie la fortezza;
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naturale la testa della Marietta de
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Ma per tornare al nostro, acquistat
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mano del Mantegna, due quadri, cio
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dallo star fuori di casa, se ne ste
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di[I. 432]pignere la medesima sala,
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che ritrasse esso imperator Maumett
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accanto all’entrata di Cestello.
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che era una maraviglia, e massimame
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condotto a quella perfezzione che o
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palazzo del cardinale di Monte, che
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Medici, il quale, come persona di s
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quadri, che mettono in mezzo la tav
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cognato; e l’altro che volta le s
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misurandole dapoi fatte che l’ave
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nella diligenzia e superollo nel di
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caso come passò appunto. Similment
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Inferno e lo mise in stampa, dietro
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son pieni di figure fatte di rimess
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Il medesimo alla Madonna delle Graz
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finalmente le dette due statue allo
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Si dilettò assai Andrea di formare
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erano cosa buona perché aveva nel
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l’esser stato riconosciuto dai pr
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come sotto la Speranza è la Disper
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cardinale chiamato a Siena a dipign
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nella sua patria inanzi che venisse
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dispiacere de la partita di messer
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di fame, di disagio, di incomodità
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con tutta quella fabrica gettate pe
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PETRUS PERUSINUS EGREGIUS PICTOR. P
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saggio di sé, che si aspettava che
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Nostra Donna col Figliuolo in bracc
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Bartolomeo Vivarino da Murano si po
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[I. 526] VITA DI LUCA SIGNORELLI DA
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diaspro al collo con infinita amore
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avezza del disegno, et oltra il con
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[II. 1] VITA DI LIONARDO DA VINCI P
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non sentito da Lionardo per il gran
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poiché delle cose sue ne son molte
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Soderini soleva pigliare, il cassie
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quale tiene la testa mozza di Golia
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antiche o de le buone moderne, nece
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VITA DI PIERO DI COSIMO Pittor Fior
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erano esuli, e come dire morti che
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tratto. E faceva discorsi e tirava
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ella invenzione, che si credette ch
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quelle in ciò che e’ [II. 33] po
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ignude. Per il che riscaldati i pop
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Bartolomeo: per il che levatolo di
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[II. 42] Mariotto Albertinelli, fam
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stette a Roma, volse mostrare ch’
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Uberti e San Benedetto abate, e dal
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perché chi aiuta e favorisce nell
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modelli al Francione et ad altri, e
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il Papa e col duca Valentino suo fi
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graziosissimo Raffaello da Urbino.
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punto e in tutte le cose, che i suo
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quale non aveva il frate atteso ins
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Petrarca e lo amoroso Boccaccio, ch
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quali ve n’ha una che a piè dell
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questi è vestito d’un panno ross
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si fa alla loggia di palazzo, e con
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Mercurio il caduceo, di Pan la samp
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tempo, ma a farsi un ottimo univers
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Beata veramente ti potevi chiamare,
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oscuri di mano in mano in quelle ch
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paragonarlo. Sono infinite opere di
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quella che fece nella medesima citt
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come si è detto, et a canto all’
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itratti similissimi al naturale, an
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morte Antonio, poi che fu fatto sep
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Pittori [II. 111] Dovendo io scrive
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Madalena in piedi e vestita con pic
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marmo che fece di mezzo rilievo nel
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sepellire, quattro Angeli in aria e
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feciono fare a Benedetto il disegno
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Michelagnolo, conosciuta la virtù
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giovane, in un pilastro d’Orsanmi
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Romano, del quale si è in altro lu
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preso un carbone, in un tratto ebbe
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fatte opere meritò tanto più lode
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ellissimo modello. Ma perché era c
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nazione spagnuola fatta fare il car
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onore et utile, e lo farebbe conosc
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ellissima pittura. Prese non molto
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di settembre, fu giudicato questo a
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dell’orto de’ Servi in due cant
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Federigo Secondo duca di Mantoa, ne
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grandezza, maestà e grazia infinit
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Fu la morte d’Andrea di grandissi
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asta che Temi e Cassandra e Manto e
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E DI DOSSO E BATTISTA Pittori Ferra
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monete, e di pittura Giorgio Vasari
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le cose altrui, o dal troppo volere
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viver in pace, partirsi di Udine, e
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Avendo il prencipe Doria in Genova
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ginocchioni, S. Caterina e S. Iacop
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pietre grosse ciascuna quanto un uo
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che, sì come gl’animi loro erano
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pittura ma paiono di metallo; e sop
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Disegnò il Rosso nella sua giovane
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portare addosso pesi e sgombrare qu
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forma di padiglione; la quale stanz
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nondimeno per essere quella di Bart
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uona maniera. Ne’ Servi di Bologn
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concorrenza di Andrea del Sarto e d
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di quella opera. E così in quella
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Pittore [II. 228] Quando il mondo h
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nell’altro; e nella testa d’uno
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In questo tempo il detto Antonio da
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Nella chiesa de’ frati Carmelitan
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splendore di Cristo con bella manie
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enefizio degl’artefici, anzi del
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nell’architettura, gli diedero or
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miniate. Fece ancora per la capella
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le bande di storie del Testamento V
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cioè Anselmo Canneri e Paulo Veron
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ultimamente in una carta bellissima
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Avendo il Gran Turco per un suo uom
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tutto svelto e volge le reni in par
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vescovo, e l’uno e l’altro frat
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presentasse occasione di far cose s
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fusse; et il padre don Girolamo Vol
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vedere i modi del fare e l’opere
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uon disegno, o che in pitture, scul
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intagliatori di Santa Maria del Fio
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Accrebbe poi in maggior eccellenza
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Francesco, et una impronta ne ha og
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in su due figure, cioè Sua Eccelle
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di San Giovanni, e nell’altra qua
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di Ioseffo, i quattro Evangelisti,
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secchi e d’ossame di morti, et ap
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sopra. E di questa sorte fece Franc
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appresso il Faetonte, il Tizio, il
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fonte; e si trae dietro legati come
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messer Marchionne sodisfattissimo,
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ellezza, perché dove si andava pri
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d’Austria, che dinanzi era Albert
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che il Papa teneva gran conto d’u
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Gostantino imperatore, et aveva, qu
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cose aiutato a lavorare. Onde non m
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mira, tutto tinto nel volto di colo
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Dopo queste opere dipinse Giulio a
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Peccati mortali ritratti dal detto
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Raffaello che a Michelagnolo. Ma no
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Aretino, e lo fece sì fatto che, o
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come quelli che, essendo universale
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l’aspetto et i modi suoi, attesoc
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ellissima, avendone un’altra a su
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grandissimo onor suo farsi conoscer
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fu cara tanto quanto s’e’ gli a
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Trevisi, il quale dipigneva una fac
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Roma si condusse; dove fattosi cono
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nell’ultimo della sua vita; il qu
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Sepolcro, che era cosa eccellente.
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medesima città, nella qual è di s
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da esso imperador domate e vinte. N
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tempera: essa Vergine presentata al
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era giovinetto, dal quale imparò G
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con una tempia fintamente insanguin
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Prassedia, fu posto nel mezzo di qu
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figure piccole, che sono ragionevol
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[II. 394] Raffaello legnaiuolo, sop
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ordine alla guerra et all’assedio
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QUIETEM RESTITUIT. L’altre furono
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accia e mezzo, e tanto pari e con b
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detti monti Asinaia e Falterona ven
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più vivo e più disideroso di glor
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che con favore, non pensavano al fa
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modo di condurla, se ne tornò a Fi
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un’agevolezza maravigliosa, la qu
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nel medesimo tempo fece un quadro p
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andato a Pinzirimonte, villa comper
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l’opera al vanto, scemò assai Ba
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che uccidesse Cacco per metterlo in
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croce, la quale fu opera rara, e la
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credere, ancorché indegno sia il b
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imperfetta e le statue in mano di d
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spesa invano, fatta così inconside
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icchezza di questo basamento, ne’
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parte delle statue che vi andavano.
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Giorgio lo mostrasse a Roma a Miche
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essendo giovinetto, il principio de
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l’ombre più crude, si venne a le
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male, più tosto stracciare, come f
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non le mura principali et il tetto,
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Santa Fiore de’ Monaci Neri, cio
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quale, avendo abbracciato Amore, lo
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Condusse dunque Cristofano in un ov
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tredici anni in Firenze e messo ne
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che fussero superati, dato del tutt
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disiderio di gloria e d’onore che
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Giovanmaria Benintendi, avendo quas
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entrano nelle capelle, in una figur
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perciò che se n’andava in ghirib
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Iacone, Pierfrancesco di Iacopo et
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e finiti, il tutto nondimeno è fuo
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di fogliami tutto traforato e pien
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Gualtieri, padre del vescovo di Vit
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Duca per far scene et apparati di c
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enissimo, come ne fa fede molte tav
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e del palazzo e residenza di detto
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compagno ad Antonio San Gallo, acci
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fussero chiamati con onoratissime c
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condurre a fine il campanile della
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gli tenevano nel palazzo del princi
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musico e de’ primi dell’accadem
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Giovannantonio da Verzelli, come eb
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imunerato di così bella pittura. O
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la barba, essendo già vecchio, e c
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Roma il fratello: con una parte de
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capricciose, né strade o lontani c
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trovare Perino, alla bella prima gl
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igata in sul canto de’ Medici, il
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tanto adoperò col sottomettersi e
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Modana per vedere l’altre opere d
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vagamente ridotte in diverse forme
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Ieronimo Mazzuoli, cugino di France
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maggiore che è in mezzo di detta c
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tavola in San Piero in Oliveto, che
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come s’è detto nella Vita di Bra
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si fugge. Sono di mano di Davitte n
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Campaccio, a una loro chiesetta, fe
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la caccia e l’uccellare dietro al
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vita, perciò che papa Paulo IV, pe
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a farsi di quest’opera se non qua
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vuole esser pittore, cominci ad ado
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questo si può fare giudizio che co
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alla sepoltura di Cristofano Fucche
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scorti, d’armadure, casamenti, ri
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fece alcune pitture ragionevoli, an
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cercarlo, quando vide colui averlo
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come aderenti, Andrea del Sarto dip
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farebbono lunga la nostra storia. F
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del vivere e regola loro, e tenendo
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d’Arezzo, intendendo che Girolamo
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principale della cappella fece un a
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zampe schizza acqua in alto; e nel
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ell’orazione in lode di fra’ Gi
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Giovanni Polastra eccellente poeta
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Roma cosa alcuna notabile la quale
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fastidio il vivere di Vinezia a Fra
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lasciato pigliar piede et accommoda
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dell’altare, nella quale è un De
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altro. Ma per tornare alla tavola,
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Francesco di Girolamo dal Prato, in
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logge, e particolarmente vi fece mo
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studiando in un medesimo tempo i ca
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vergognose troppo disonestamente, f
Page 1023 and 1024:
sapere d’aiuto più che tanto, tu
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pitture in uno studiolo a Pesaro, e
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Taddeo se ne tornò a Roma, e Feder
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che più attendeva al guadagno che
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parenti, arrivò finalmente in Roma
Page 1033 and 1034:
quattro appartamenti, senza la part
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Parigi, Viseo, Morone, Badia, Trent
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Facciasi sorgere da una marina tran
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mezzo in giù sia sasso nero di col
Page 1041 and 1042:
molte figure che si stanno nelle se
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Francesco ricevé le stìmate, dioc
Page 1045 and 1046:
come era suo solito, gli disse: “
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Rovano franzese, disiderio di lasci
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Venne volontà ad Agnolo Doni, citt
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un Prigion sotto, qual’ sono oggi
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palazzo; et in questo modo pareva a
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d’aria e terribilità di cose var
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ancora è la storia delle Serpi di
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de’ Medici un modello delle fines
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Grato mi è il sonno, e più l’es
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Udine, divino, il quale per lo stuc
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che è stato superiore a tutti i su
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corso ne meni via chi cerca ritener
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ghiacere, antichi di marmo, sopra a
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Aveva il Vasari quell’anno finito
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casa; e gli ebbe tanto rispetto e r
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Vasari, come per più altre lettere
Page 1077 and 1078:
Onde l’affettuosa fantasia, Che l
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l’imbasamento 18 grandissimi pila
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vede, basta aver così brevemente f
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onde tutti d’uno stesso volere ne
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È stata conosciuta la virtù di Mi
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vecchio, fino che faceva il Giudizi
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statue antiche”. Fu detto a Miche
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de’ Medici e dove è la maggior p
Page 1093 and 1094:
L’essere stato veduto intorno a S
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dalle proprie mani e da tutta l’a
Page 1097 and 1098:
Mausoleo d’Augusto in Roma; e for
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Vivens orbe peto laudibus aethera.
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statue, la Pittura, la Scultura e l
Page 1103 and 1104:
partimenti di cornici, che hanno la
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si vede che ha imitato l’opere de
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Tiziano dunque, veduto il fare e la
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itratto dal vivo e senza artificio
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Aretino; ma non fu già questi sì
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è bellissimo. In Ancona, all’alt
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l’aver fama di bene e volentieri
Page 1117 and 1118:
DESCRIZIONE DELL’OPERE DI IACOPO
Page 1119 and 1120:
ancora un putto di stoppa et un cec
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facesse una grandissima chiesa e si
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et adornato quella Republica, ma ha
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due figure pure di marmo, molto gra
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i razzi solari attorno alla testa,
Page 1129 and 1130:
una Benedizione della fonte del bat
Page 1131 and 1132:
San Lorenzo per utilità publica; l
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per opera, si crede, di fra’ Gugl
Page 1135 and 1136:
attesimo fu Giorgio Iulio. Attese d
Page 1137 and 1138:
La quale opera fu condotta con tant
Page 1139 and 1140:
Santo Alfonso vescovo: nei quali qu
Page 1141 and 1142:
et altri, conobbi nel 1532 in Roma
Page 1143 and 1144:
eccellentissimi scritti degl’arch
Page 1145 and 1146:
che piovono sopra il popolo, con mo
Page 1147 and 1148:
anni far manco bene che non hanno f
Page 1149 and 1150:
considerazioni e giudizio, onde le
Page 1151 and 1152:
Accademia alcun’altri giovani pit
Page 1153 and 1154:
Tolledo al suo giardino di Fiorenza
Page 1155 and 1156:
arissima. Nelli dua quadri di mezzo
Page 1157 and 1158:
DESCRIZIONE DELLA PORTA AL PRATO [I
Page 1159 and 1160:
alcuni poeti che latinamente avevan
Page 1161 and 1162:
scherzando, altri di loro saettavan
Page 1163 and 1164:
che rende tranquillissimo il mare,
Page 1165 and 1166:
QUAMVIS, FLORA, TUIS, CELEBERRIMA,
Page 1167 and 1168:
SED IAM NOX RUIT ET SIDERA CONCIDUN
Page 1169 and 1170:
HEU DURIS SOLVIS, QUAE CLARUM CERNE
Page 1171 and 1172:
trapassando alla predetta torre de
Page 1173 and 1174:
E perché ciascuno degl’otto desc
Page 1175 and 1176:
ardente fulmine. Ma sopra l’arco
Page 1177 and 1178:
IMPERIIS AUXERE SUIS CERTAQUE SALUT
Page 1179 and 1180:
antico tempio di Iano simigliante.
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IOANNES GUALBERTUS EQUES NOBILISS.
Page 1183 and 1184:
Con l’istoria, similmente nella b
Page 1185 and 1186:
cristiane azzioni esser bisognose e
Page 1187 and 1188:
a seder posta era, seguitando di di
Page 1189 and 1190:
le buccine a’ piedi sonando gli s
Page 1191 and 1192:
dell’eccellentissimo Prin[II. 931
Page 1193 and 1194:
porgere con l’una mano a un armat
Page 1195 and 1196:
La quale fornita, e ciascuna delle
Page 1197 and 1198:
Ma derivando dagl’inganni l’off
Page 1199 and 1200:
Dunque, e tu, Psiche, scaccia L’a
Page 1201 and 1202:
cose, che da noi contro a natura s
Page 1203 and 1204:
ella e lucida Alba, con la biondiss
Page 1205 and 1206:
messovi dentro una buona quantità
Page 1207 and 1208:
capricciosi e bizarri oltre a modo
Page 1209 and 1210:
come nell’altro si disse) si vede
Page 1211 and 1212:
l’Anno, col capo tutto di ghiacci
Page 1213 and 1214:
pastori con pelli di lupi rusticame
Page 1215 and 1216:
ma forte e fiera a meraviglia e di
Page 1217 and 1218:
CARRO UNDICESIMO DI VULCANO [II. 96
Page 1219 and 1220:
giovani e vaghi Zete e Calai, figli
Page 1221 and 1222:
CARRO DICIASSETTESIMO DI CIBELE Ma
Page 1223 and 1224:
e tutta argentata navicella, che su
Page 1225 and 1226:
terza, che forma di vitello aveva,
Page 1227 and 1228:
morto mio padre di peste; il quale
Page 1229 and 1230:
vi ebbi poco meno che a perdere il
Page 1231 and 1232:
asso, oltre agl’Apostoli che sono
Page 1233 and 1234:
passando fra le foglie dell’alber
Page 1235 and 1236:
goffez[z]a di sesti. Nel che mi fur
Page 1237 and 1238:
si vede la Pace abruciar l’arme,
Page 1239 and 1240:
Fortuna, viene talvolta l’Invidia
Page 1241 and 1242:
quell’orrendo spettacolo; e nell
Page 1243 and 1244:
e Proserpina. In una camera maggior
Page 1245 and 1246:
messo in tirare innanzi, da che pri
Page 1247 and 1248:
far di nuovo e ridurre a miglior fo
show all

Le Vite - Fondazione Memofonte

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