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Le Vite - Fondazione Memofonte

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terza, che forma di vitello aveva, si vide venire similmente l’antico Osiri, accompagnato da sei di<br />

que’ suoi compagni o soldati, co’ quali in molte parti del mondo trascorrendo si crede che<br />

insegnasse alle ancor nuove e roz[z]e genti la coltivazione de’ campi. Ma in su la quarta, senza<br />

altrimenti trasfigurarla, era stato l’umana Vita a caval posta, cacciata e stimolata anch’ella da sei<br />

cavalieri, che gl’Anni rappresentavano. Sì come in su la quinta, senz’essere similmente trasfigurata,<br />

si vide venire con le tante bocche, e con le solite desiose e grand’ali, la Fama, da sei cavalieri, che la<br />

Vertù o le Vertù rassembravano, cacciata anch’ella; le quali Vertù (a quanto si disse) cacciandola,<br />

aspiravano a conseguire il debito e meritato premio dell’onore. Videsi in su la sesta venire poi un<br />

molto ricco Mercurio, che da sei altri simili Mercurii pareva che non meno degl’altri stimolato et<br />

affrettato fusse; veggendosi in su la settima la notrice di Romolo Acca Laurenzia, a cui sei de’ suoi<br />

sacerdoti Arvali non pure con gli stimoli affrettavano il pigro animale al corso, ma pareva quasi che<br />

stati introdotti fussero per fargli dicevole e molto pomposa compagnia. Videsi in su l’ottava venir<br />

poi con molta grazia e ricchez[z]a una grande e naturalissima civetta, a cui i sei cavalieri in forma di<br />

naturalissimi e troppo a’ veri simiglianti pipistrelli, or da questa parte et or da quella co’ destrissimi<br />

cavalli la bufola stimolando, sembravano di dare mille festosi e giocondissimi assalti. Ma per la<br />

nona con singolare artifizio e con ingegnoso inganno si vide una nugola a poco a poco comparire, la<br />

quale, poi che per alquanto spazio gl’occhi de’ riguardanti tenuti sospesi ebbe, si vide in un<br />

momento quasi scoppiare, e di lei uscire il marino Miseno su la bufola a seder posto, il quale da sei<br />

ricchissimi e molto maestrevolmente ornati Tritoni si vide in un momento essere perseguitato e<br />

punto. Veggendosi per la decima et ultima quasi con il medesimo artifizio, ma ben con diversa e<br />

molto maggior forma e colore, un’altra simil nugola venire, e quella in simil modo al debito luogo<br />

con fumo e con fiamma e con strepito orrendo scoppiando, si vide dentro a sé avere l’infernal<br />

Plutone sopra il solito carro tirato, dal quale con molto grazioso modo si vide spiccare in vece di<br />

bufola il grande e spaventevole Cerbero, e quello esser cacciato da sei di quegl’antichi e gloriosi<br />

eroi che ne’ Campi Elisi si crede che faccino riposata dimora. Queste squadre tutte poi che ebbero,<br />

di mano in mano che su la piaz[z]a comparsero, fatto di sé debita e graziosa mostra, dopo un lungo<br />

romper di lance e dopo un grande atteggiar di cavalli e di mille altri sì fatti giuochi, con che le<br />

vaghe donne et il riguardante popolo fu per buono spazio intrattenuto, condotti finalmente al luogo<br />

ove le bufole a mettersi in corso avevano, sonata la tromba e sforzandosi ciascuna squadra che la<br />

sua bufola innanzi all’altre alla destinata meta arrivasse, prevalendo or questa et or quella, giunte<br />

per alquanto spazio al luogo vicine, si vide in un momento tutta l’aria d’intorno empiersi di terrore e<br />

di spavento per i grandi e strepitosi fuochi che or da questa parte et or da quella in mille e strane<br />

guise le ferivano; talché bene spesso si vide avvenire che chi più vicino era da [II. 979] principio<br />

stato ad acquistare il desiato premio, impaurendosi quello spaventoso e poco ubbidiente animale per<br />

lo strepito e pe’ fumi e pe’ fuochi predetti, che, quanto più innanzi si andava, maggiori sempre e<br />

con vie più impeto le percuotevano; e perciò in diversa parte e bene spesso al tutto in fuga<br />

rivolgendosi, si vide, dico, che molte volte i primi eran fra gl’ultimi costretti a ritornare, partorendo<br />

il viluppo degl’uomini e delle bufole e de’ cavalli, et i lampi e gli strepiti et i fracassi, strano e<br />

nuovo et incomparabile diletto e piacere. Con che e con il quale spettacolo fu finalmente posto al<br />

lietissimo e festevolissimo Carnovale splendido, benché per avventura a molti noioso, fine.<br />

Ne’ primi e santi giorni poi della seguente Quaresima, pensando di soddisfare alla religiosissima<br />

Sposa, ma con soddisfazione certo grandissima di tutto ‘l popolo, che, essendone stato per<br />

molt’anni privo et essendosi parte di quei sottilissimi instrumenti smarriti, temeva che mai più<br />

riassumere non si dovessero, fu fatta la tanto famosa e tanto ne’ vecchi tempi celebrata festa di S.<br />

Felice, così detta dalla chiesa ove prima ordinar si soleva. Ma questa volta, oltre a quella che i<br />

proprii eccellentissimi Signori aver ne volsero, con cura e spesa di quattro principali e molto<br />

ingegnosi gentiluomini della città, in quella di Santo Spirito, come luogo più capace e più bello,<br />

rappresentata, con ordine et apparato grandissimo e con tutti i vecchi instrumenti e con non pochi di<br />

nuovo aggiunti; in cui, oltre a molti Profeti e Sibille, che con quel semplice et antico modo<br />

cantando, predicevano l’avvenimento di Nostro Signore Iesù Cristo, notabile anzi pure, per essere in<br />

quei rozzi secoli ordinato, meraviglioso e stupendo et incomparabile fu il Paradiso, che in un

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