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Le Vite - Fondazione Memofonte

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testimonanza l’opere di scultura e d’architettura che furono fat[t]e al tempo di Gostantino in Roma e<br />

particularmente l’arco trionfale fattogli dal popolo romano al Colosseo, dove si vede che, per<br />

mancamento di maestri buoni, non solo si servirono delle storie di marmo fatte al tempo di Traiano,<br />

ma delle spoglie ancora condotte di diversi luoghi a Roma. E chi conosce che i vóti che sono ne’<br />

tondi, cioè le sculture di mezzo rilievo, e parimente i prigioni e le storie grandi e le colonne e le<br />

cornici et altri ornamenti fatti prima e di spoglie, sono eccellentemente lavorati, conosce ancora che<br />

l’opere le quali furon fatte per ripieno dagli scultori di quel tempo sono goffissime, come sono<br />

alcune storiette di figure piccole di marmo sotto i tondi et il basamento da piè, dove sono alcune<br />

vittorie, e fra gli archi dalle bande certi fiumi che sono molto goffi e sì fatti che si può credere<br />

fermamente che insino allora l’arte della scultura aveva cominciato a perdere del buono; e<br />

nondimeno non erano ancora venuti i Gotti e l’altre nazioni barbare e straniere che distrussono<br />

insieme con l’Italia tutte l’arti migliori. Ben è vero che ne’ detti tempi aveva minor danno ricevuto<br />

l’architettura che l’altre arti del disegno fatto non avevano, perché nel bagno che fece esso<br />

Gostantino fabricare a Laterano, nell’entrata del portico principale si vede, oltre alle colonne di<br />

porfido, i capitelli lavorati di marmo e le base doppie, tolte d’altrove, benissimo intagliate, che tutto<br />

il composto della fabrica è benissimo inteso, dove per contrario lo stucco, il musaico et alcune<br />

incrostature delle facce, fatte da’ maestri di quel tempo, non sono a quelle simili che fece porre nel<br />

medesimo bagno levate per la maggior parte dai tempii degli Dii de’ Gentili. Il medesimo, secondo<br />

che si dice, fece Gostantino del giardino d’Equizio, nel fare il tempio che egli dotò poi e diede a’<br />

sacerdoti cristiani. Similmente il magnifico tempio di San Giovanni Laterano, fatto fare dallo stesso<br />

imperadore, può far fede del medesimo, cioè che al tempo suo era digià molto declinata la scultura,<br />

perché l’imagine del Salvatore e i dodici Apostoli d’argento che egli fece fare, furono sculture<br />

molto basse e fatte senza arte e con pochissimo disegno. Oltre ciò, chi considera con diligenza le<br />

medaglie d’esso Gostantino e l’imagine sua et altre statue fatte dagli scultori di quel tempo, che<br />

oggi sono in Campidoglio, vede chiaramente ch’elle sono molto lontane dalla perfezzione delle<br />

medaglie e delle statue degl’altri imperatori. <strong>Le</strong> quali tutte cose mostrano che molto inanzi la venuta<br />

in Italia de’ Gotti era,molto declinata la scultura.<br />

L’architettura, come si è detto, s’andò mantenendo, se non così perfetta, in miglior modo; né di ciò<br />

è da maravigliarsi, perché facendosi gl’edifizii grandi quasi tutti di spoglie, era facile agli architetti<br />

nel fare i nuovi imitare in gran parte i vecchi che sempre avevano dinanzi agl’occhi; e ciò molto più<br />

agevolmente che non potevano gli scultori, essendo mancata l’arte, imitare le buone figure<br />

degl’antichi. E che ciò sia vero è manifesto, ché il tempio del Prencipe degl’Apostoli in Vaticano<br />

non era ricco se non di colonne, di base di capitegli, d’architravi, cornici, porte et altre incrostature<br />

et ornamenti, che tutti furono tolti di diversi luoghi e dagl’edifizii stati fatti inanzi molto<br />

magnificamente. Il medesimo si potrebbe dire di S.. Croce in Gerusalemme, la quale fece fare<br />

Gostantino a’ preghi della madre Elena, di S.. Lorenzo fuor delle mura e di S. Agnesa, fatta dal<br />

medesimo a richiesta di Gostanza sua figliuola. E chi non sa che il fonte il quale servì per lo<br />

battesimo di costei e d’una sua sorella fu tutto adornato di cose fatte molto prima, e particolarmente<br />

di quel pilo di porfido intagliato di figure bellissime, e d’alcuni candelieri di marmo<br />

eccellentemente intagliati di fogliami, e d’alcuni putti di basso rilievo che sono veramente<br />

bellissimi? Insomma, per questa e molte altre cagioni, si vede quanto già fusse al tempo di<br />

Gostantino venuta al basso la scultura e con essa insieme l’altre arti migliori. E se alcuna cosa<br />

mancava all’ultima rovina loro, venne loro data compiutamente dal partirsi Gostantino di Roma per<br />

andare a porre la se[I. 73]de dell’Imperio in Bisanzio, perciò che egli condusse in Grecia non<br />

solamente tutti i migliori scultori et altri artefici di quella età, comunche fussero, ma ancora una<br />

infinità di statue e d’altre cose di scultura bellissime.<br />

Dopo la partita di Gostantino, i Cesari che egli lasciò in Italia, edificando continuamente et in Roma<br />

et altrove, si sforzarono di fare le cose loro quanto potettero migliori, ma, come si vede, andò<br />

sempre così la scultura come la pittura e l’architettura di male in peggio: e ciò forse avvenne perché<br />

quando le cose umane cominciano a declinare non restano mai d’andare sempre perdendo, se non<br />

quando non possono più oltre peggiorare. Parimente si vede, che se bene s’ingegnarono al tempo di<br />

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