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24 febbraio 1790<br />
Li 24 di mattina ricevo un viglietto da Trento coll'avviso, che iersera alle sei è passato un<br />
corriere per l'Italia, ed ha lasciato alla posta la nuova, che l'imperator è morto in Vienna li 20 del<br />
corrente, giorno di sabato; ma con la condizione, che non venga propalata innanzi le sette della<br />
mattina seguente.<br />
Nel medesimo giorno 24 circa il mezzodì è passata per Trento una guardia nobile ungherese, la<br />
quale va incontro al Gran Duca di Toscana, ed ha ratificata la morte dell'imperatore e della di lui<br />
nezza 204 Lisabetta sposa di Francesco, seguita innanzi quella del detto imperatore.<br />
26 febbraio 1790<br />
Li 26 febbraio, venerdì nel Postiglione monauniano fol. 9 di questo giorno in data di Vienna 18<br />
febbraio leggo, che ai 17 l'arciduchessa Lisabetta, la quale trovavasi aggravata da una specie<br />
d'idropisia di petto, ha principiato a sentire le doglie del parto. Avanti le dieci della notte diede<br />
felicemente alla luce una principessa, che per la sua mal affetta complessione fu tantosto<br />
battezzata. Poco dopo alla puerpera vennero de' mortali sfinimenti di cuore, e dopo molta<br />
perdita di sangue alle sei di mattina de' 18 se ne passò all'altro mondo. L'imperatore infermo<br />
volle ad ogni momento aver certezza dello stato di Elisabetta. Onde alla nuova della di lei<br />
morte, disse: Questa io non me l'aspettava. Fiat voluntas Dei. Nella data poi di Trento 25<br />
febbraio sta scritto: Un espresso giunto qui sabato, e poscia un guardia nobile, che transitò ieri<br />
l'altro affrettando la corsa verso la Toscana, ci han lasciata la funesta nuova della morte di sua<br />
maestà l'impeardore seguita il dì 20 di questo mese alle ore sei di mattina, come non meno, che<br />
il Feld maresciallo principe Giosia eretico di Coburg sopraffatto da grave malattia faccia temere<br />
de' suoi giorni. Così la detta data; ma credo, che debba dirsi Trento 26 febbraio, e martedì in<br />
luogo di sabato, il qual sabato fu ai 20 giorno in cui dicesi morto l'imperatore.<br />
Leggo nella data di Vienna, che il medesimo imperatore stava tanto male, che non v'è speranza,<br />
che possa lungamente campare. Che si fa leggere tutte le carte risguardanti il governo, e le<br />
sottoscrive di proprio pugno. Che in tutte le sue azioni dimostra una filosofica e cristiana [sic]<br />
rassegnazione ai divini voleri. Che con suo decreto ha nominato suo confessore straordinario il<br />
Padre Giovanni Pietro dell'Ordine degli Agostiniani Scalzi, Vicario della parrocchia degli<br />
Agostiniani, e bibliotecario del convento suo di Vienna, e gli ha accordata un'annua pensione di<br />
cinquecento fiorini, e di trecento nel caso, che l'imperatore morisse.<br />
Leggo ivi, che ai 17 giorno delle Ceneri, alle cinque dopo mezzogiorno in Vienna fu consegnata<br />
la corona d'Ungheria alla cancelleria ungarese, ritrovandosi presenti tutti li nobili ungari<br />
dimoranti in Vienna, vestiti all'ongara in gala. Li dicidotto poi alle otto di mattina l'anzidetta<br />
corona fu trasportata solennissimamente da Vienna a Buda, città dell'Ungheria. Vi arrivò li 21.<br />
Leggo tra molte bugie, che la primaria inclinazione di Giuseppe fu sempre quella di voler esser<br />
soldato, e l'oggetto più grande delle sue cure fu quello d'aumentare l'autorità, le forze interne, ed<br />
il valore di tutta la truppa.<br />
In data di Roma 12 febbraio leggo, che là il carnevale riesce brillante per la grande quantità di<br />
forestieri, e per il tempo sereno. Che il Papa esce di mattina, e va per città passeggiando per lo<br />
più a piedi. Che il medesimo s'è determinato di risolvere molte cose riguardanti la disciplina<br />
ecclesiastica, ed il dogma, contro alcuni innovatori sparsi per l'Europa, e che a tal effetto ha<br />
scritto un Breve paterno, ed amorevole a tutti li sovrani, invitandoli come figli e protettori della<br />
Chiesa, a cooperare secolui a mantenere nella sua santa e vera purità la religione cattolica<br />
romana, frenando coloro, che tentano d'insultare la Santa Sede, e richiamandogli<br />
amorevolmente all'ovile paterno.<br />
La suddetta Arciduchessa Elisabetta Guglielmina Luisa figli di Federico Eugenio principe di<br />
Wirtenberg Stuttgard calvinista, fratello di Carlo Eugenio Duca di Wirtenberg nella Suevia<br />
cattolico, e sorella di Maria Federowna Gran Duchessa di Moscovia scismatica, è nata li 27<br />
aprile 1767. Fu tirata a Vienna da Gioseppe secondo, e da lui destinata sposa del suo nipote<br />
204 *Nipote.