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16 marzo 1790<br />
Li sedici, martedì, nella Gazzetta trentina foglio XI leggo: Trento 16 marzo. Essendo anche qui<br />
pervenuta la tristissima nuova della morte dell'augusto imperadore Giuseppe II, in conseguenza<br />
fu dato ordine di far suonare venerdì sera, cioè ai 12 tutte le campane di questa città all'uso de'<br />
funerali, indi nella susseguente mattina sua altezza rev.ma, nostro graziosissimo principe e<br />
padrone, che ne risentì il massimo cordoglio, calò in carrozza dal castello di sua residenza<br />
preceduto dalla servitù bassa, e corteggiato da altre carrozze per assistere nel Duomo alla Messa<br />
cantata de Requiem, ed alle solenni esequie celebratesi in suffragio della sacra cesarea reale<br />
apostolica maestà de defunto monarca. La pia, e lugubre funzione, oltre l'ill.mo, e rev.mo<br />
Capitolo, l'eccelso Consiglio aulico, l'ill.mo Magistrato consolare, v'intervenne la primaria<br />
nobiltà sì dell'uno, che dell'altro sesso, come non meno una quantità grande d'ogni ceto di<br />
persone. Così la Gazzetta bugiarda di Trento.<br />
Leggo, che avanti del marzo è morto l'imperatore di Marocco. Che gli avignonesi per altro<br />
sudditi del Papa eziandio nel temporale, ora sonosi sollevati ad imitazione degli altri francesi, e<br />
che i preti sono i capi di tale rivoluzione. Che il barone della Solaye già referendario intimo<br />
dell'impero, fu liberato da Giuseppe dalla fortezza di Mongatsch su' confini dell'Ungheria verso<br />
la Polonia, nella quale era stato da lui condannato in vita per l'odio, che portava alla di lui<br />
persona. Che l'Arciduca Francesco è andato sino a Clagenfurt per incontrare il suo padre. Che<br />
trenta persone gli undici febbraio passando sopra la Vistola gelata sonosi annegate per essersi<br />
rotto il ghiaccio.<br />
Oggidì nella cancelleria vescovile ho letto la circolare latina data li dieci del corrente a tutti li<br />
parrochi della nostra diocesi dal vescovo, colla quale comanda loro di far suonare le campane, e<br />
di cantare una Messa coll'esequie per il defunto imperatore Giuseppe II, avvocato e protettore<br />
della Chiesa di Trento, senza però castro doloris, o sia catafalco, perché troppo costerebbe il<br />
farne uno condegno. Colla medesima ingiunge loro di far pregare per sua maestà reale Pietro<br />
Leopoldo avvocato, e protettore della chiesa trentina successore di Giuseppe.<br />
Nella notte venendo i quindici in Trento alla Portella fuvvi un incendio, che recò la morte ad<br />
una fanciulla. Anche nel nostro convento un signor secolare si addormentò colla candela accesa,<br />
e poco vi mancò, che non attaccasse il pagliariccio 213 .<br />
Leggo, che il numero de' poveri in Parigi ascende a cento e ventisei mila. Che in Parigi una sera<br />
cenarono insieme come fratelli un ciabattino, un pasticciere, un facchino, un caffettiere, un<br />
Conte, un Duca, un consigliere di parlamento, un referendario, un avvocato, un ricco mercante,<br />
ed altri distinti artefici. Che scena!<br />
Leggo, che il Conte Gianfilippo di Cobenzel vice cancelliere di Corte, e di Stato dell'imperatore<br />
Giuseppe, e di lui real commissario plenipotenziario ne' Paesi Bassi, ai 12 febbraio ha scritto<br />
agli Stati di Lucemburgo, in questi termini: Rivochiamo colla presente, per, ed a nome di sua<br />
maestà l'editto de' 28 novembre 1781, e la dichiarazione de' 18 novembre 1782, concernente gli<br />
Ordini Religiosi. Gli editti del 5 dicembre 1781, 19 agosto 1782, de' 28 settembre 1784, e le<br />
dichiarazioni del 13 maggio 1786, come pure la dichiarazione de' 13 agosto 1782, l'ordinanza<br />
de' 26 settembre <strong>1785</strong>, e la dichiarazione de' 17 dicembre 1787, e mettiamo ogni cosa sul piede<br />
dell'osservanza anteriore agli anzidetti emanati editti, ordinanze, e decreti. Così il Postiglione de'<br />
12 marzo 1790.<br />
Nel medesimo Postiglione si avvisa, che atteso il morbo epidemico bovino manifestatosi nel<br />
borgo di Storo fin dal passato ottobre, quantunque credasi, che non sia per fare ulteriori<br />
progressi, ad cautelam l'eccelsa superiorità di Trento ha ordinato, che la fiera detta di Passione<br />
non sia fatta in Storo, come paese, che può ancora cadere in qualche sospetto, volendo che in<br />
vece per questa volta sia tenuta in Pieve di Buono nel giorno già fissato di lunedì 22 del corrente<br />
marzo.<br />
213 Presbiter Doimus (sic) Vincentius Pedrettus de Spalato natus 1765 Ordinis presb. in ecclesia<br />
primatiali spalatensi 1789 mense septembris. È stato qui con noi sino alla sera dei dieci di agosto 1790 in<br />
cui è partito per Roma. Ha un fratello in Venezia Rainero Pedretti scrivano del magistrato del forestiere,<br />
abitante in Calle degli Sbianchezzini.