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Tovazzi diario 3 1785-1791

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povero astato, che ci facciamo vanto i professare. La nostra gratitudine per simil grazia sarà<br />

eterna, e non cesseremo giammai di pregare Iddio a diffondere le più abbondanti benedizioni<br />

sulla nazione francese. Tali sono i sinceri sentimenti di quelle, che si danno l'onore di dirsi con<br />

il più profondo rispetto<br />

Nostri signori<br />

vostre umilissime ed ubbidientissime serve<br />

di s. Ugone abbadessa.<br />

Suor ecc. ecc. ecc.<br />

21 giugno 1790 (sic)<br />

Nella sera dei 21 è ritornato a Trento da Riva il soprammentovato signor consigliere Barbacovi<br />

glorioso per aver pacificato li rivani, da' quali dicesi avere ricevuto mille onori. Dicesi però, che<br />

un dì uscendo di casa a spasso secondo il suo costume, dovette passare tra due schiere di<br />

ragazzi, e ragazze, che gridarono non vogliamo l'annona; e che un dì allo scarico di due<br />

archibusi comparvero in un tratto trecento uomini armati nella città di Riva. Per fare la detta<br />

pace fu innanzi a Riva nella scorsa Quaresima il signor dottore Agostino Torrigiani di Cles: ma<br />

in vano. Faccia il Signor Iddio, che la pace barbacoviana sia stabile, e sincera. I rivani non<br />

volevano, che il pane fosse appaltato.<br />

25 giugno 1790<br />

Li 25 giugno nel Postiglione trentino v'ha una lunga data di Riva 22 giugno in lode del predetto<br />

Barbacovi commissario plenipotenziario inviato da sua altezza rev.ma. Si dice, che gli 8 giugno<br />

presentò nella generale assemblea de' cittadini una nuova costituzione municipale di settanta<br />

articoli, la quale fu approvata solennemente da tutti, e col suono delle campane della Torre<br />

Apponale. Poi si mise a discutere le contese, che regnavano tra il Corpo civico, ed il Corpo<br />

degli abitanti non cittadini, contese, che minacciavano le più funeste conseguenze. Andò ancora<br />

nell'assemblea, e dal Corpo civico conseguì che fossero accettate le sue proposizioni<br />

d'accomodamento con generale, e concorde consenso. Quindi per ordine de' nobili signori<br />

sindaci fu fatta festa col suono delle campane della Torre Apponale, e nella sera il Corpo degli<br />

abitanti illuminò con torcie la casa abitata dal Barbacovi, e le finestre, che guardano la piazza<br />

verso il lago: fece suonare le campane, sparare l'artiglieria, ed ergere un'orchestra di musici<br />

roveretani. Anche quando partì da Riva fu onorato collo sparo dell'artiglieria della fortezza col<br />

suono delle campane apponali, cogli evviva di folto popolo, ed accompagnato da vari calessi di<br />

rivani cittadini, ed abitanti.<br />

Nel predetto Postiglione ristampasi un decreto segnato gli 8 giugno 1790 e formato dal real<br />

Consiglio di reggenza del Granducato di Toscana in ordine alle petizioni fattegli da diversi<br />

popoli per la ripristinazione di alcune pratiche di culto esteriore di religione, e disciplina<br />

ecclesiastica. Con esso rimette ai tre arcivescovi di Firenze, Pisa, e Siena il ristabilire di<br />

concerto coi loro vescovi suffraganei, e non suffraganei tutte le dette pratiche, che giudicano le<br />

più convenienti e atte a mantenere sempre illesa la purità della santa cattolica religione, previo,<br />

in quanto occorra, il regio exeuqatur secondo le leggi, ed ordini veglianti, cioè le conferme delle<br />

Compagnie esistenti, e le Istituzioni di nuove sotto qualsisia titolo. Il riscuoprimento delle<br />

immagini, che sieno in venerazione de' rispettivi popoli. La riedificazione degli altari.<br />

L'associazione, e trasporto de' cadaveri alle chiese ed ai pubblici campi santi. L'ammissione alle<br />

occorrenze di processioni. Gli uffizi, ed altri simili pii esercizi, e funzioni spirituali, ed il<br />

metodo da osservarsi in esse. Si avvisa, che i beni delle Compagnie soppresse più non<br />

sussistono, e sono stati applicati altrove; e però le Compagnie nuove potranno farsi, e<br />

mantenersi con offerte spontanee di benefattori. Questo decreto fu formato per quietare alquanto<br />

li toscani sollevati; ma non so se sarà ben eseguito. Da esso s'impara come sia stata governata la<br />

Toscana da Pietro Leopoldo, e perché li fiamminghi abbiano detto Etruria docet.<br />

Dopo un caldo eccessivo nella notte de' 25 venendo il 26 ha piovuto assai con tuoni<br />

spaventevoli. Piovette pure nella mattina de' 26 quasi fino al mezzogiorno. Perciò la processione<br />

di san Vigilio fu fatta dentro del Duomo, cui fra' Regolari intervennero i soli Cappuccini.

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