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povero astato, che ci facciamo vanto i professare. La nostra gratitudine per simil grazia sarà<br />
eterna, e non cesseremo giammai di pregare Iddio a diffondere le più abbondanti benedizioni<br />
sulla nazione francese. Tali sono i sinceri sentimenti di quelle, che si danno l'onore di dirsi con<br />
il più profondo rispetto<br />
Nostri signori<br />
vostre umilissime ed ubbidientissime serve<br />
di s. Ugone abbadessa.<br />
Suor ecc. ecc. ecc.<br />
21 giugno 1790 (sic)<br />
Nella sera dei 21 è ritornato a Trento da Riva il soprammentovato signor consigliere Barbacovi<br />
glorioso per aver pacificato li rivani, da' quali dicesi avere ricevuto mille onori. Dicesi però, che<br />
un dì uscendo di casa a spasso secondo il suo costume, dovette passare tra due schiere di<br />
ragazzi, e ragazze, che gridarono non vogliamo l'annona; e che un dì allo scarico di due<br />
archibusi comparvero in un tratto trecento uomini armati nella città di Riva. Per fare la detta<br />
pace fu innanzi a Riva nella scorsa Quaresima il signor dottore Agostino Torrigiani di Cles: ma<br />
in vano. Faccia il Signor Iddio, che la pace barbacoviana sia stabile, e sincera. I rivani non<br />
volevano, che il pane fosse appaltato.<br />
25 giugno 1790<br />
Li 25 giugno nel Postiglione trentino v'ha una lunga data di Riva 22 giugno in lode del predetto<br />
Barbacovi commissario plenipotenziario inviato da sua altezza rev.ma. Si dice, che gli 8 giugno<br />
presentò nella generale assemblea de' cittadini una nuova costituzione municipale di settanta<br />
articoli, la quale fu approvata solennemente da tutti, e col suono delle campane della Torre<br />
Apponale. Poi si mise a discutere le contese, che regnavano tra il Corpo civico, ed il Corpo<br />
degli abitanti non cittadini, contese, che minacciavano le più funeste conseguenze. Andò ancora<br />
nell'assemblea, e dal Corpo civico conseguì che fossero accettate le sue proposizioni<br />
d'accomodamento con generale, e concorde consenso. Quindi per ordine de' nobili signori<br />
sindaci fu fatta festa col suono delle campane della Torre Apponale, e nella sera il Corpo degli<br />
abitanti illuminò con torcie la casa abitata dal Barbacovi, e le finestre, che guardano la piazza<br />
verso il lago: fece suonare le campane, sparare l'artiglieria, ed ergere un'orchestra di musici<br />
roveretani. Anche quando partì da Riva fu onorato collo sparo dell'artiglieria della fortezza col<br />
suono delle campane apponali, cogli evviva di folto popolo, ed accompagnato da vari calessi di<br />
rivani cittadini, ed abitanti.<br />
Nel predetto Postiglione ristampasi un decreto segnato gli 8 giugno 1790 e formato dal real<br />
Consiglio di reggenza del Granducato di Toscana in ordine alle petizioni fattegli da diversi<br />
popoli per la ripristinazione di alcune pratiche di culto esteriore di religione, e disciplina<br />
ecclesiastica. Con esso rimette ai tre arcivescovi di Firenze, Pisa, e Siena il ristabilire di<br />
concerto coi loro vescovi suffraganei, e non suffraganei tutte le dette pratiche, che giudicano le<br />
più convenienti e atte a mantenere sempre illesa la purità della santa cattolica religione, previo,<br />
in quanto occorra, il regio exeuqatur secondo le leggi, ed ordini veglianti, cioè le conferme delle<br />
Compagnie esistenti, e le Istituzioni di nuove sotto qualsisia titolo. Il riscuoprimento delle<br />
immagini, che sieno in venerazione de' rispettivi popoli. La riedificazione degli altari.<br />
L'associazione, e trasporto de' cadaveri alle chiese ed ai pubblici campi santi. L'ammissione alle<br />
occorrenze di processioni. Gli uffizi, ed altri simili pii esercizi, e funzioni spirituali, ed il<br />
metodo da osservarsi in esse. Si avvisa, che i beni delle Compagnie soppresse più non<br />
sussistono, e sono stati applicati altrove; e però le Compagnie nuove potranno farsi, e<br />
mantenersi con offerte spontanee di benefattori. Questo decreto fu formato per quietare alquanto<br />
li toscani sollevati; ma non so se sarà ben eseguito. Da esso s'impara come sia stata governata la<br />
Toscana da Pietro Leopoldo, e perché li fiamminghi abbiano detto Etruria docet.<br />
Dopo un caldo eccessivo nella notte de' 25 venendo il 26 ha piovuto assai con tuoni<br />
spaventevoli. Piovette pure nella mattina de' 26 quasi fino al mezzogiorno. Perciò la processione<br />
di san Vigilio fu fatta dentro del Duomo, cui fra' Regolari intervennero i soli Cappuccini.