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Tovazzi diario 3 1785-1791

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approvati dai loro vescovi. La suddetta impresa era di passare il fiume Sava, ed appressarsi a<br />

Belgrado. Li quindici milioni Papali si credono di troppo esagerati.<br />

20 febbraio 1788<br />

Li 20 ha nevicato, e piovuto tutto il giorno. Così anche nel giorno 21 e seguenti.<br />

Tengo nelle mani un libretto nuovo intitolato: Catalogus Cleri saecularis, et Regularis dioecesis<br />

tridentinae anno MDCCLXXXVIII, citra cuiuscumque praeiudicium, et salvis titulis, et<br />

praedicatis collectus. Tridenti, typis Ioannis Baptistae Monauni Typogr. Episc., senza il Sup.<br />

Perm. in 12°, pp. 105. Non si mettono in esso altri che sacerdoti; ma non è in ogni sua parte<br />

perfetto. Fu fatto per piacere a Gioseppe secondo. Vedi sopra 7 luglio 1787.<br />

26 febbraio 1788<br />

Li 26 nella Gazzetta trentina fu pubblicato il manifesto austriaco della guerra contra il turco; ma<br />

niuno lo approva.<br />

27 febbraio 1788<br />

Li 27 febbraio il nostro Padre Francesco Saverio Battisti da Fondo professore di logica nel<br />

seminario vescovile di Trento fu creato esaminatore prosinodale di Trento da monsig. vescovo<br />

Pietro Vigilio de' Conti di Thunn, insieme col sig. don Gio. Puzzer di Taufers, professore<br />

biblico del medesimo seminario.<br />

Ho letto, che l'imperatore per eternare la memoria del matrimonio seguito tra l'Arciduca<br />

Francesco suo nipote, e la principessa Lisabetta di Wirtenberg li 6 gennaio 1788, ha fatto<br />

coniare molte monete di oro, ed argento colle loro immagini, e coi loro nomi.<br />

3 marzo 1788<br />

Li tre marzo dopo il pranzo abbiamo ricevuto l'ordine vescovile di pregare per la guerra<br />

dell'imperatore contra il turco. Veggasi la lettera circolare nel mio Compendio diplomatico sotto<br />

il n. 229; ma sappiasi, che niuno prega di cuore in pro dell'imperatore, il quale ora vuole<br />

cinquanta nuovi soldati dalla Pretura di Roveredo, e due mila dalla Lombardia; e trattiene sei<br />

fiorini a' poveri mantenuti dal pubblico, perché il provedersi con essi di tabacco, mercé cosa<br />

voluttuosa, è cosa opposta alla condizione di povertade. Così porta la Gazzetta monauniana.<br />

4 marzo 1788<br />

Li quattro intendo, che il nostro vescovo giace infermo, ciò è più che certo.<br />

7 marzo 1788<br />

Li sette vengo assicurato, che in Trento sonovi dei preti, che non vogliono dire la colletta<br />

ordinata dal vescovo in pro dell'imperatore, perché lo credono più cattivo del Gran Turco.<br />

Intendo pure, che in Insprugg non si può comprendere di qual religione sieno que' cittadini.<br />

8 marzo 1788<br />

Gli otto sabato Sitientes subito dopo il pranzo ci fu portata una cartuccia tutta stampata, e<br />

contenente l'ordine, che nella Santa Messa si dica la colletta pro episcopo infirmo. Egli nel<br />

medesimo sabato se fosse stato sano avrebbe ordinato circa 40 chierici secolari, già ammessi, e<br />

preparati. Se vi fosse Suffraganeo sarebbero stati ordinati. Eppure l'eletto indegnissimo tira<br />

ogn'anno il salario di secento fiorini senza verun incomodo, e senza verun merito. Il detto<br />

vescovo cominciò a sentirsi male lunedì mattina in carrozza andando a spasso. Per altro tutti<br />

dicono, che il male non gli fu cagionato dall'aria delle chiese, non andando mai a predica, né ad<br />

officiare per tema, che i morti seppelliti nelle chiese lo infettino.<br />

Ho sentito leggere una lettera scritta da Napoli dal nostro P. Carlo Felice di Trento, con cui ci<br />

ragguaglia, che in quella città li sedici di febbraio è morto in gran concetto di santità il prete

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