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Tovazzi diario 3 1785-1791

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Nella Gazzetta degli undici si riferisce la soppressione d'un'abazia austriaca di sessanta monaci<br />

molto ricca; e si danno le orazioni, che per la guerra fanno i moscoviti, ed anche i turchi. Questi<br />

secondi hanno precetto di recitarla quattro volte al giorno. Tutti pensano di aver ragione da<br />

vendere.<br />

12-15 marzo 1788<br />

Li 12 furono fatte orazioni per il vescovo in s. Pietro.<br />

Li 13 ancora in s. Maria Maggiore per commissione del Magistrato consolare.<br />

Li 14 in s. Maria Maddalena de' Padri Somaschi.<br />

Li quindici nella chiesa del seminario. Si dice, che l'infermo ha la milliaria.<br />

20 marzo 1788<br />

Li 20, giovedì Santo furono presi gli Oli Santi per tutta la nostra diocesi di Trento in<br />

Bressanone, e vennero distribuiti nel Duomo di Trento nella mattina del venerdì Santo. Fu<br />

spedito a prendergli il rev.mo sig. Gio. Pietro Pini cappellano vescovile, ed esaminatore<br />

prosinodale, con un servitore del vescovo, e con tre cavalli. Quanti disturbi occorrono per<br />

mancanza di un Suffraganeo!<br />

25 marzo 1788<br />

Li 25 martedì dopo Pasqua, e festa dell'Annunziazione di Maria Santissima, alle nove di mattina<br />

siamo stati alla solita processione del Monte Santo, insieme con tutti gli altri claustrali. Fu fatta<br />

intorno la Duomo di dentro per esse tempo piovoso, benché non piovesse attualmente; e fu fatta<br />

in questo martedì all'antica, giacché fu festa di precetto; per il qual motivo vi fu anche predica.<br />

28 marzo 1788<br />

Li 28 mi fu comunicato un foglio stampato con questo titolo: Nuova e distinta relazione della<br />

giustizia seguita nella città di Ormeia contro la persona di Giacomo Certoni in età d'anni 32, il<br />

giorno 13 del mese di marzo 1784. In Bologna 1784. Con permissione, in 4° senza nome di<br />

stampatore. Ma io la credo una invenzione favolosa, di gente che vuol guadagnare de' soldi<br />

dagl'ignoranti. La carta è grezza, e quadra. Si dice, che Ormeia trovasi nel territorio romano, e<br />

che ha chiesa cattedrale. Io però non posso ritrovare alcun vestigio di tal città ne' dizionari<br />

antichi, e moderni, e nel catalogo romano moderno de' vescovadi. Il caso si suppone seguito nel<br />

1784 ma allora non si ha punto inteso in questi nostri paesi. Vuolsi, che due coniugati luterani<br />

giunti nel bordo di Setta territorio sardo sienvi morti dopo tre anni di dimora, e che una loro<br />

figlia siasi vestita da uomo. Che per opera della marchesa Torresetti, e del Conte Borla siasi<br />

fatta cristiana, e sia stata tenuta al battesimo dal Conte Borla, e dalla marchesa Foresti. Che<br />

sotto gli auspici della detta signora fecesi ecclesiastica, e ottenne la licenza di celebrar Messa, e<br />

là si trattenne quattro anni. Che andò a visitare i santi luoghi di Loreto, e Napoli, e Roma, e che<br />

in Ormeia stette sei mesi con un parroco, cui finalmente di proprio moto disse d'essere una<br />

donna. Che uccise il detto parroco con tre pugnalate perché la dimise. Che fu tosto carcerata, e<br />

condotta nella città, che fu disgradata di tutti gli Ordini sagri, ed in pubblica piazza incenerita e<br />

le ceneri furono buttate al vento. Ma basta. È una favola rozzissima. Dice, che un con cert'acqua<br />

si faceva venire la barba da uomo, ed aveva nel seno i piombi, perché non crescesse.<br />

Nel suddetto giorno da chi ha letto la Gazzetta fiorentina ho inteso, che in essa v'ha una data di<br />

Trento in cui dicesi, che il nostro vescovo contrasse l'accennata grave infermità per cagione<br />

della sua assidua assistenza alle funzioni sacre della sua cattedrale, e che per guarirlo furono<br />

chiamati de' bravi medici dalla Germania e dall'Italia. La verità però si è, che non fu chiamato<br />

alcun medico dall'Italia, e che dopo la vigilia dell'Epifania non fu in alcuna chiesa. Nella<br />

Gazzetta poi di Venezia si ascrive la di lui guarigione ai vomitori ordinatigli dal medico<br />

Vescovi di Vermiglio proto medico vescovile, benché sieno stati disapprovati da' trentini.<br />

Ultimamente fu rubata la campana della chiesetta di s. Agata sul monte alto di Povo, pesante<br />

dicidotto pesi, e non si può ritrovare dove sia stata nascosta. La campana fu portata, e venduta in

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