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Tovazzi diario 3 1785-1791

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il beccaro non era un ladro, ma andava alla caccia del tasso, e cercando nello stesso tempo de'<br />

vitelli da comperare. Altri dicono, che fu ladro, e tristissimo.<br />

25 agosto <strong>1791</strong><br />

Li 25 di sera ho inteso, che in Roveredo c'è del bisbiglio, perché due ebrei passeggieri hanno<br />

scannato un fanciullo. Ma questo non è tutto vero, perché l'uccisore fu un tedesco bolgianino,<br />

non li due passeggieri ebrei. Fu un giovine di anni tredici o quindici, nativo di Bolgiano, figlio<br />

del ricco mercatante Epperger 289 , dimorante in casa del sig. Giuseppe Negri mercatante. Scappò<br />

subito a Villa, e di là altrove, Verona e oltre. Dicono che fu un tristo libidinoso.<br />

28 agosto <strong>1791</strong><br />

Li 28 giorno di domenica circa le undici di mattina il nuovo podestà Gio. Domenico Romagnosi<br />

piacentino, venuto direttamente da Roveredo, ha fatto il suo solenne ingresso nella città di<br />

Trento, sotto il continuo suono delle campane del Magistrato consolare, o sia della Torre di<br />

Piazza.<br />

15 settembre <strong>1791</strong><br />

Li 15 settembre fu portato a questa nostra sagristia un cartello della Curia vescovile, perché<br />

nella santa Messa dicasi la colletta ad petendam pluviam. Nello stesso giorno subito dopo il<br />

vespro, innanzi all'altar maggiore di questa nostra chiesa ho dato l'abito di nostro Terziario<br />

commensale a Bartolommeo quondam Niccolò Tommasini dal Maso dalla valle di Valfloriana<br />

fiemmasco, nato nel 1770, e fu nominato Fra Pacifico da Valfloriana, in onore e memoria del<br />

nostro Beato Pacifico da Sanseverino.<br />

18 settembre <strong>1791</strong><br />

Li 18 giorno di domenica dopo il vespro sono stati da me tre uomini, un Mauro di Roncogno<br />

abitante in Trento, con Luchi da Costasavina, ed un altro pure di Costasavina, ingannati da<br />

Giuseppe Pisetti tintore di Trento con alcune carte da Libero Muratore, scritte parte in latino,<br />

parte in italiano, e parte con nomi stravaganti per carpire da loro del danaro, come in fatti ne ha<br />

carpito, avendo ricevuto da uno circa trenta fiorini, e da altri altro danaro. Hanno una pergamena<br />

scritta in argento, ed in latino, in cui sta la formola del giuramento, nella quale il candidato<br />

fratello giura a Dio Onnipotente, alla Beata Vergine Maria, a tutti li Santi, et tibi... per il sangue<br />

di Gesù Signor nostro, per la risurrezione de' morti, per l'estremo giudicio, per la Santa fede<br />

cattolica, per l'anima sua, di non manifestar mai quella carta, e di non parlarne di essa ad altri in<br />

tutto il tempo di sua vita, senza la volontà, e consenso di quello, che ha ricevuto il giuramento, e<br />

di non servirsi di tal scienza contra Dio, la giustizia, la Chiesa, ed il prossimo. Un'altra carta si è<br />

una patente, con cui Giorgio III rex Britanniae, elector Hannover, Gran Maestro Angelicae<br />

Scuolae, e Carlo Eugenio dux Virtenberg, proveditore Scuolae Angelicae, cum authoritate et<br />

Permisio (sic) creano nobili tre de' suddetti, ed un fratello del Maoro, che ultimamente è morto<br />

nello spedale di Trento, con tutte le loro famiglie in infinitum. A ciascheduno de' quattro<br />

suddetti viene data una Contea titulum donnationis (sic), con la sua giurisdizione, ed entrata di<br />

dodici mila scudi annui. Al Luchi la Contea di Val, e Mont, al Pisetti la Contea di Linconne ecc.<br />

Si nominano le Loggie, e si trova soscritto un segretario con un nome finto non italiano. Non<br />

v'ha sigillo; ma a parte vi sono quattro quadretti di cartapecora con sopra dipinte le armi delle<br />

predette Contee. Con questa patente scritta da mano trentina ignorante d'ortografia, e di lingua<br />

latina, vi sono delle carte rosse scritte con caratteri grandi, e contenenti nomi, e cose che o non<br />

s'intendono, o non hanno significato. In una delle carte di tali uomini si nomina la<br />

Steganografia, ed in un'altra si promettono due spiriti diurno e notturno, se ben mi ricordo.<br />

Moltissime altre carte furono loro date. Io le ho tutte abborrite, e subito ristituite loro egli ho<br />

stimolati di portarle subito al Rev.mo officio spirituale, cui ora presiede il signor Provicario<br />

289 Vedi sotto al primo luglio 1793.

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