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delle mura di Trento tra la porta d'Aquileia, ed il convento di s. Francesco, buttata dal sig.<br />
Gioseffo Ruffini reggiano. Fui presente anch'io, e feci coro con altri nostri Religiosi.<br />
Le vendemmie di quest'anno dappertutto sul Trentino, e nell'Italia furono eccessivamente<br />
abbondanti, cosicché per non sapere dove riporre il brascato molti han differito il vendemmiare,<br />
ed altri han fatto lavorare i bottari anche ne' giorni festivi. Il prezzo del brascato fu bassissimo:<br />
niuno ne voleva. In certi luoghi fu pagato un solo fiorino la brenta. Nessuno pensava che fossevi<br />
tanta abbondanza. Provenne dall'esser l'uva sana, grossa e mostosa. Il cielo fu sempre bello, e<br />
sereno.<br />
7 novembre <strong>1785</strong><br />
17 novembre, cominciammo a scaldare il refettorio, e finimmo nel giorno 21 di marzo.<br />
20 novembre <strong>1785</strong><br />
20 novembre cominciò a piovere, e nel giorno 22 festa di s. Cecilia, intorno alle otto di mattina,<br />
la Fersina prostrò e portò via tutto il ponte di pietra sotto il Cornicchio, per cui andavasi da<br />
Trento a Povo, con gran danno del pubblico, e tolse l'acqua agli edifici suoi, cioè molini, seghe,<br />
filatori, mai 2 ecc.<br />
22 novembre <strong>1785</strong><br />
22 di sera ho veduto la prima volta il mio Giornale Trentino stampato, e legato.<br />
5 dicembre <strong>1785</strong><br />
5 dicembre, lunedì, cadde la prima volta la neve nel convento nostro di Trento, ed in città, ma<br />
pochetta, cosicché nello stesso giorno io ho potuto ritornare a Roveredo.<br />
Ne' passati giorni ho inteso, che un prussiano ha comperato a vilissimo prezzo in Vienna delle<br />
argenterie di chiese. Ritornato a Berlino fu creduto un ladro, e perciò carcerato. Essendo stato<br />
scritto a Vienna fu risposto che veramente ha comperato le perdette argenterie. Quindi furono<br />
ricomperate dall'eretico Federigo secondo re di Prussia, e distribuite alle chiese cattoliche.<br />
Nell'ottobre scorso le monache Agostiniane Terziarie di Sacco, finalmente dovettero uscire dal<br />
loro sacro chiostro, ed abbandonarlo, benché tra di loro vi fossero alcune clarisse incorporate<br />
con espressa licenza di Giuseppe secondo. I loro beni stabili furono stimati fiorini 10.682 e<br />
carantani dodici, ed esposti all'incanto nella Gazzetta trentina. Parimente i beni mobili nello<br />
stesso tempo furono incantati.<br />
L'imperatore ha destinato, ed applicato all'Instituto de' poveri di Vienna la fondazione viennese<br />
di 60 mila fiorini fatta già tempo per quelli, che convertivansi alla religione cattolica. Mi fu<br />
detto, che il medesimo imperatore avendo ricercato quanti eretici si trovassero in Trieste, ed<br />
avendo inteso, ch'erano circa sei mila, rispose, ch'erano pochi. Nell'ottobre ha regalato cento<br />
mila fiorini al principe di Kaunitz per la pace cogli olandesi da lui proccurata; e ad altri signori<br />
non piccioli altri regali. Nella Boemia furono soppresse sessantadue conventi di persone<br />
religiose.<br />
Ai 3 e 4 novembre in Trento vi fu concorso nel castello per le cure capitolari di Fovogna, e di<br />
Eggenthal.<br />
Ai tre, giorno di venerdì si hasca puccin atoilpa drebo naven turasar dagna dilavis, aven<br />
dosessan ta cinquean ni dietà, e quar anta cinquedia bitocon pub blicoscan dalo, emor morio 3 .<br />
8 dicembre <strong>1785</strong><br />
8 dicembre fu qui in Roveredo il barone Carlo de' Martini di Revò, consigliere cesareo intimo e<br />
di Stato, inviato a Milano per sistemare quel governo giudiciale, sul gusto corrente. Arrivò a<br />
2 *Magli.<br />
3 *si ha scapuccinato il padre Bonaventura Sardagna di Lavis, avendo sessantacinque anni di età, e<br />
quarantacinque di abito con pubblico scandalo, e mormorio.