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Tovazzi diario 3 1785-1791

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Povo, Villazzano e Mattarello, don Giuseppe Clementi da Denno d'anni 31.<br />

Rendena, don Matteo Zorzi curato di Cagnò, da Rumo d'anni 43.<br />

Revò, e Cloz, don Giovanni Rossi da Revò d'anni 46.<br />

Sarnonico, Fondo e Romeno, don Michele Aliprandini curato di Molveno d'anni 51.<br />

Strigno, don Giacomo Paoli da Mezzolombardo, cappellano di Brezzo 268 d'anni 32.<br />

Taio, e Torri 269 , il parroco di Torri don Simone Antonio dalle Mule da cembra d'anni 41.<br />

Tassullo, don Giuseppe dalla Rosa da Canzolino cappellano di Pergine d'anni 41.<br />

Terlago, e Baselga, don Giovanni Battista Maistrelli da Tassullo d'anni 38.<br />

Spor, e Vigo, don Giovanni Battista Onestingel da Spor Maggiore d'anni 33.<br />

Tione, don Michele Tommasi da Trento d'anni 37.<br />

Val di Bono, don Giovanni Boninsegna da Pre di Ledro d'anni 39.<br />

Val di Ledro, don Valentino Bonenti da Rendena d'anni 63.<br />

Villa Lagarina, don Giovanni Battista Santini da Pergine d'anni 41.<br />

Volano, e Besenello, don Pietro Barbacovi da Denno cappellano di Taio d'anni 35.<br />

34. S. Zeno e Dambel, don Cristoforo dal Piaz di Terres curato di Termone d'anni 35.<br />

Qui mancano alcune chiese, cui per altro avanti di Gioseppe solevasi mandar il predicatore dal<br />

vescovo, perché ora non essendovi più Confraternite, manca buona parte di ciò, che davasi ai<br />

predicatori. De' nostri parlerò altrove qui sotto.<br />

26 gennaio <strong>1791</strong><br />

Li 26 ho veduto una monetella come un quattrino d'argento ritrovata nel Maso Giovanelli sotto<br />

questo nostro convento di san Bernardino. Da una parte mostra come un cane in corsa sopra una<br />

striscia. Dall'altra mostra un vescovo colla mitra in capo, e col pastorale nella mano sinistra, ed<br />

ha intorno queste sole parole: S. Paulinus.. Osenoga.. Il S. Paulinus è indubitato. L'Osenoga<br />

forse da altri sarà letto diversamente. Io non ho potuto legger in altro modo. Li puntini sono<br />

chiarissimi. San Paolino patriarca d'Aquileia nell'ottavo secolo, e sul principio del nono, fu<br />

molto illustre; ma non ho trovato alcuna moneta di lui presso il Muratori, dove riferisce diverse<br />

monete d'altri patriarchi d'Aquileia To. 2, Antiquit. Ital., Né presso l'Ughelli, ed il P. Bernardo<br />

de Rubeis in Aquileien. Questo stia più per mia memoria.<br />

Il gennaio di quest'anno fu assai discreto, cosicché non parve gennaio, ma piuttosto febbraio.<br />

Ne' primi però di febbraio il vento portò tanto freddo, che si gelarono le acque, e l'Adige<br />

condusse del ghiaccio.<br />

8 febbraio <strong>1791</strong><br />

Nella Gazzetta trentina num. 6 degli 8 febbraio leggo, volersi, che dai Franchi Muratori<br />

provengano tante rivoluzioni negli Stati. In data poi di Pistoia 23 gennaio, che circa 200<br />

parrrochi, e prelati della diocesi di Perugia han fatto presentar all'imperatore due suppliche,<br />

colle quali domandano, che sia fatta giustizia all'ottimo loro prelato, con non permettere, che<br />

venga impedito il sicuro suo ritorno alla sede episcopale, riconoscendolo necessario per il bene<br />

della religione, e per la tranquillità dello Stato. Che l'imperatore non vuol punto ricedere dai<br />

suoi regolamenti stabiliti nella Toscana, e che ha premiato il suo segretario perché ha difeso, e<br />

sostenuto i di lui diritti. In data di Parigi leggo, che il Conte d'Artois aristocratico è ancora in<br />

Venezia, e che non vuol più ritornare a Parigi.<br />

Nel predetto giorno ottavo, essendo martedì, è capitata in Trento colla posta una lettera diretta al<br />

Camerlengo di Trento. Non essendo in Trento alcuno così nominato, chiamandosi tesoriere<br />

quello, che sostiene l'officio di camerlengo, fu portata al sig. Gentilotti cancelliere aulico di<br />

Trento, ma non la ricevette. La ricevette dunque il capo-console e la insinuò al Magistrato, e<br />

quindi subito si divolgò per Trento il contenuto della medesima, il quale si è, che Giuseppe<br />

Patrignano si ritrova in Civita-Vecchia, città dello Stato pontificio, infermo, ed in prossimo<br />

pericolo di morte. Ch'egli essendo servo del principe di Lambesch francese, fuggiasco, si scostò<br />

268 *Brez.<br />

269 *Torra.

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