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uomo inquieto, disturbatore della pace, e litigatore contra la comunità di Tueno, e che poi<br />
rimandasse la lettera col sigillo della comunità, e con trenta troni al suddetto Conte Alberti. Il<br />
sindico credendo sincera la lettera, eziandio dopo d'averla mostrata all'assessore di Cles, eseguì<br />
ogni cosa; ma quando il Conte vide la lettera negò di aver parte alcuna in essa, ricusò li trenta<br />
troni, esaminò il postiglione, e cominciò a processare per iscuoprire chi l'abbia scritta, o<br />
consegnata al postiglione. Che brutto attentato!<br />
Parecchi trentini, ed anche fiemmaschi sono andati a Roveredo per consultarsi col Conte<br />
Cagliostro circa i loro mali di corpo. Invitato poi da certi signori, nominatamente dal barone<br />
Cresseri Giangiacomo, è venuto a Trento colla sua dama, ed ha preso alloggio nella casa del sig.<br />
Francesco Trentini mercante apoletico, circa il giorno 21 del corrente.<br />
26 ottobre 1788<br />
Li 26 domenica il sig. Conte Felice Cristoforo d'Arsio canonico di Trento, ed arciprete di<br />
Meztodesco 100 , ha pigliato il possesso della parrocchia di Calavino risegnata liberamente da don<br />
Pietro Gramola. Perché i musici di Trento volevano molto, furono chiamati a cantare per tal<br />
funzione il signor don Carlo degli Ambrosi prete ausugano, che per accidente si ritrovava in<br />
Trento, ed i due nostri Padri Gaudenzio di Trento, e Conrado di Monclassico. Gli invitanti<br />
furono i sindici del luogo.<br />
Ho inteso, che il suddetto Conte Cagliostro ha dovuto partire da Roveredo per ordine espresso<br />
della reggenza d'Insprugg intimatogli dal capitano di Roveredo. Fu diretto al sedicente Conte<br />
Cagliostro. Avanti parecchi anni fu cacciato anche dalla città di Argentina, siccome ha detto un<br />
argentinese passato per Trento in questi giorni. A Roveredo gli sono state scritte contro non<br />
poche satire. Finora non si sa, che i di lui rimedi abbiano punto giovato agl'nfermi. Si dice, che<br />
sono semplici e che non fanno bene, neppure fanno male. Bensì ho inteso, che il consiglier<br />
Giuseppe Festi infermo in Roveredo sarebbe già morto se avesse continuato sotto la cura del<br />
Cagliostro. Vien notato di millanteria. Per altro egli mostra di tenere molto danaro. La di lui<br />
moglie veste assai riccamente. Venendo a Trento fu incontrato ex condicto 101 da parecchi<br />
cavalieri, e dame, tra' quali fuvvi anche monsignor decano Manci. Si dice, che secondo i luoghi<br />
dove si ritrova muta cognome; e che sia un Libero Muratore 102 , e che in Roveredo abbiane<br />
creato un altro. Si dice pure, che in Milano v'è un altro, che dicesi Cagliostro, e che protesta<br />
esser falso il roveretano. Fu scritto perciò a Milano, e fu risposto, che quel di Milano è falso.<br />
Vedi sotto.<br />
2 novembre 1788<br />
Nella notte precedente il giorno secondo di novembre con un gran treno è passato per Trento<br />
verso la Germania un qualche gran personaggio incognito. Si crede, che sia stato il Gran Duca<br />
di Toscana. Preventivamente fu ordinato alla posta trentina di tener pronti 17 cavalli, e 700<br />
zecchini. Nella seguente mattina un ricco mercante ha stimolato alcuni mercanti ricchi di Trento<br />
a scommettere cento zecchini d'oro, che Gioseppe secondo imperatore fratello del detto Gran<br />
Duca, è già morto, ma la scommessa non fu accettata. Non è molto, che nella Gazzetta trentina<br />
fu accennato, che il predetto Giuseppe stava un poco meglio di salute, quantunque non si abbia<br />
letto avanti, che stesse male, perché le Gazzette non fidano di dire la verità nei tempi presenti. Il<br />
signor Andrea delle Armi tiene lettera scritta da suo figliuolo dimorante in Monaco città della<br />
Baviera, la quale dice, che Gioseppe imperatore è certamente morto. Ma vive anche nel<br />
dicembre. Il passaggiero non fu il Duca.<br />
Ho inteso, che le monache salesiane di Roveredo avendo licenza da Vienna di vestire novizze,<br />
ne tenevano una in monastero da vestire, e che ultimamente hanno ricevuto ordine da Insprugg<br />
di licenziarla, e mandarla fuori di monastero subito.<br />
100<br />
*Mezzocorona.<br />
101<br />
*Con accordo preventivo.<br />
102<br />
I Liberi Muratori furono scomunicati da Papa Clemente XII nel 1736. Veggasi il Dizionario del<br />
Pivati To. 6, verbo Muratori.