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Li sette ho inteso, esser venuto avviso a Trento, che li due ultimi vascelli giunti a Venezia hanno<br />
portato delle aringhe avvelenate da' turchi.<br />
9 aprile 1790<br />
Li nove leggo, che in Vienna Leopoldo nel suo Gabinetto ha fatto bruciare tutte le carte inutili<br />
trovate in esso, nominatamente tanti progetti, e tante denunzie, in così gran copia, che quasi<br />
succedette un incendio. Leggo, che molte cose saranno ridotte sul piede di Maria Teresa. Che<br />
verrà riaperto il Collegio teresiano. Che Leopoldo nel giovedì Santo dopo la s. Messa, e la s.<br />
Comunione lavò i piedi a dodici poveri vecchi, e che li servì alla mensa, e diede a ciascheduno<br />
un borsellino di monete, così facendo secondo il costume de' sovrani cattolici. Che il più<br />
vecchio de' predetti poveri conta 99 anni. Che in Parigi è succeduto un fatto al Ponte di s,<br />
Massenza. Che armano Torino, Genova, Madrid ecc. Che un ebreo, morto a Brodi nella Polonia<br />
austriaca nel marzo, ha lasciato all'imperatore un Legato di quattromila zecchini, e 26 mila<br />
zecchini all'istituto de' poveri, ed al Fondo di Religione della sua comunità.<br />
Intendo, che i vescovi brabantini hanno risposto al Papa, che non possono più agire in favore di<br />
Casa d'Austria, perché hanno contratto impegno colla nazione.<br />
Più non si parla del Cagliostro, né de' di lui amici, e fautori. Vedi però sotto.<br />
Il cardinale di cui sopra, passato per Trento è Stefano Carlo di Lomeniè di Brienne, arcivescovo<br />
di Sens, nato in Parigi l'anno 1727 e creato prete cardinale da Pio sesto ai 15 dicembre 1788 217 .<br />
Fu per altro uno de' favorevoli della regina di Francia; si è trattenuto qualche tempo in Pisa, ed<br />
ora va a Vienna d'Austria. In Trento ha comperato cinque libri stampati avanti l'anno 1500. Egli<br />
è fuggitivo dalla Francia. Così mi fu supposto; ma poi ho inteso dal libraio nominatomi, che non<br />
ha preso alcun libro. Mi fu pur detto, che non ha regalato un soldo ai serventi del Duomo, né a<br />
quelli di s. Maria Maggiore, dove si fece mostrar ogni cosa rara.<br />
11 aprile 1790<br />
Nella domenica in Albis, agli undici del corrente, il nostro vescovo ha cresimato molti nel<br />
castello di Trento, perché in breve partirà per Vienna, e Salisburgo.<br />
12 aprile 1790<br />
Li dodici da un nobile trentino ho ricevuto un epitafio del tenore seguente: Iosephus secundus<br />
hic quiescit, qui imperando, et revocando numquam quievit, et nulli requiem reliquit. Obiit die<br />
XX februarii anno MDCCXC.<br />
13 aprile 1790<br />
Li tredici leggo, che in Parigi tutti parlano delle pretese rivelazioni di Susanna della Brousse<br />
damigella nativa della diocesi di Perigueux (Petrocoriensis) e dell'età d'anni 41. Giusta le di lei<br />
profezie nel prossimo mese di maggio deve apparire nel cielo un segno strano, o fenomeno<br />
singolare, che farà inarcare a tutti le ciglia, e sarà il preludio d'un potente soccorso per la<br />
religione, la quale diverrà florida come ne' primitivi secoli della Chiesa. Così la Gazzetta<br />
trentina in data di Parigi 28 marzo; la quale aggiunge, che pochi prestano fede alle dette<br />
profezie. Non si verificarono punto.<br />
Leggo tutta la lettera del card. arcivescovo di Malines Giovanni Enrico, e del vescovo d'Anversa<br />
Corn. Francesco data in Brusselles gli otto marzo 1790, responsiva al Breve di Papa Pio sesto<br />
de' 23 febbraio 1790. Dicono in essa, che nelle Fiandre avanti la rivoluzione gli abitanti<br />
venivano colpiti continuamente da mille oltraggi. Ogni giorno vedevansi germogliare nuovi<br />
editti, ogni giorno vedevansi promulgare nuove leggi, e nuovi decreti, il cui effetto tendeva non<br />
solo a rovesciare la disciplina ecclesiastica, e ad estinguere i sentimenti di religione, e di pietà sì<br />
naturali agli abitanti delle provincie belgiche, ma eziandio ad annientare gli usi, ed i costumi<br />
della nazione, siccome i privilegi, ed i diritti delle città, e de' cittadini. Finalmente s'è dato il<br />
217 Cardinalato dal Papa nel <strong>1791</strong>.