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DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Altervista

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E acciò che l'anima non abbi scusa di fare così, cioè di raguardare l'affecto mio, lo providi<br />

d'unire il dono e ‘l donatore, cioè unendo la natura divina con la natura umana quando vi donai el<br />

Verbo de l'unigenito mio Figliuolo, el quale è una cosa con meco, e -Io con lui. Si che per questa<br />

unione non potete raguardare il dono che non raguardiate me donatore. Vedi dunque con quanto<br />

affecto d'amore dovete amare e desiderare il dono e il donatore! Facendo così, sarete in amore puro<br />

e schiecto e non mercennaio, si come fanno questi che sempre stanno serrati nella casa del<br />

cognoscimento di loro.<br />

LXXIII. Per che modi l'anima si parte da l'amore inperfecto e giogne ad l'amore<br />

perfecto dell'amico e filiale.<br />

— In fino a ora Io t'ho mostrato per molti modi come l'anima si leva da la imperfeczione e<br />

giogne a l'amore perfecto, e quello che fa poi che ella è gionta a l'amore de l'amico e filiale.<br />

Dixiti e dico che ella vi giogne con perseveranzia, serrandosi nella casa del cognoscimento<br />

di sé. El quale cognoscimento di sé vuole essere condito col cognoscimento di me, acciò che non<br />

venga a confusione. Perché del cognoscimento di sé acquistarà l'odio della propria passione<br />

sensitiva e del dilecto delle proprie consolazioni. E da l'odio fondato in umilità trarrà la pazienzia,<br />

nella quale pazienzia diventarà forte contra le bactaglie del dimonio, contra le persecuzioni degli<br />

uomini e verso di me, quando per suo bene sottrago el dilecto da la mente sua. Tucte le portarà con<br />

questa virtú.<br />

E se la sensualità propria, per malagevolezza, volesse alzare el capo contra la ragione, el<br />

giudice della coscienzia debba salire sopra di sé, e con odio tenersi ragione, e non lassare passare i<br />

movimenti che non sieno correcti. Benché l'anima che starà ne l'odio sempre si corregge e riprende,<br />

d'ogni tempo: non tanto che quegli che sonno contra la ragione, ma quegli che, spesse volte, saranno<br />

da me.<br />

Questo volse dire il dolce servo mio sancto Gregorio, quando disse che « la sancta e pura<br />

coscienzia faceva peccato dove non era peccato »: cioè che vedeva, per la purità della coscienzia, la<br />

colpa dove non era la colpa.<br />

Or cosí debba fare e fa l'anima che si vuole levare dalla imperfeczione, aspectando, nella<br />

casa del cognoscimento di sé, la providenzia mia col lume della fede, si come fecero e' discepoli che<br />

stectero in casa e non si mossero mai, ma con (140) perseveranzia in vigilia e umile e continua<br />

orazione perseveràro infino a l’avenimento dello.Spirito sancto.<br />

Questo è quello (si come Io ti dixi) che l'anima fa, quando s'è levata dalla imperfeczione e<br />

rinchiusasi in casa per giognere a perfeczione. Ella sta in vigilia, vegghiando con l'occhio de l’<br />

intellecto nella doctrina della mia Verità, umiliata perché ha cognosciuta sé in continua orazione,<br />

cioè. di sancto e vero desiderio, perché in sé cognobbe l'affecto della mia caritá.

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