DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Altervista
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Hotti risposto alla quarta petizione di quello che mi pregasti: ch' Io provedesse al caso<br />
particulare advenuto. Io providdi, si come tu sai. Sopra questo t'ho dichiarata la providenzia mia in<br />
generale e in particulare, facendomi dal principio della creazione del mondo infino a l'ultimo, come<br />
ogni cosa ho fatta e fo con divina providenzia, dando e permettendo ciò ch' Io do, e tribulazioni e<br />
consolazioni temporali e spirituali. E ogni cosa è data per vostro bene, perché siate sanctificati in<br />
me e la veritá mia si compia in voi. Perché la mia veritá fu questa: che Io (403) vi creai perché<br />
aveste vita etterna, la quale veritá v'è fatta manifesta col sangue del Verbo, unigenito mio Figliuolo.<br />
Anco t'ho, ne l'ultimo, satisfacto al desiderio tuo e a quello ch' Io ti promissi di narrare della<br />
perfeczione de l’obbedienzia e della inperfeczione della disobbedienzia, e unde ella viene, e che ve<br />
la tolle. Hottela posta per una chiave generale, e cosí è. E detto t'ho della particulare, e de' perfetti e<br />
degl'imperfetti, di quegli de l'ordine e di quelli fuore de l'ordine, d'ogniuno distintamente; della pace<br />
che dá l'obbedienzia e della guerra che dá la disobbedienzia, e quanto s'inganna il disobbediente,<br />
ponendoti che la morte venne nel mondo per la disobbedienzia di Adàm.<br />
Ora Io, Padre etterno, somma ed etterna veritá, ti conchiudo che ne l’obbedienzia del Verbo,<br />
unigenito mio Figliuolo, avete la vita. E come tutti dal primo uomo vecchio contraeste la morte,<br />
cosí tutti, chi vuole portare la chiave de l’obbedienzia, avete contratta la vita da l'uomo nuovo,<br />
Cristo dolce Iesú, di cui Io v'ho fatto ponte, perché era rotta la strada del cielo.<br />
Ora lo t'invito ad pianto te e gli altri servi miei; e, col pianto, con l'umile e continua orazione, voglio<br />
fare misericordia al mondo. Corre per questa strada della veritá, morta, acciò che non sia poi ripresa<br />
andando tu lentamente; ché piú ti sarà richiesto da me ora, che prima, perché ho manifestato me<br />
medesimo a te nella veritá mia. Guarda che tu non esca mai della cella del cognoscimento di te; ma<br />
in questa cella conserva e spende il tesoro che Io t'ho dato. Il quale è una dottrina di veritá, fondata<br />
in su la viva pietra, Cristo dolce Iesú, vestita di luce che discerne la tenebre. Di questa ti veste,<br />
dilettissima e dolcissima figliuola, in veritá.<br />
CLXVII. Come questa devotissima anima, ringraziando e laudando Dio, fa<br />
orazione per tutto el mondo e per la Chiesa sancta. E, comendando la vìrtú de la<br />
fede, fa fine a questa opera.<br />
Alora quella anima, avendo veduto con l'occhio de l’intellecto, e col lume della sanctissima<br />
fede cognosciuta la veritá e la excellenzia de l’obbedienzia, uditala con sentimento e gustatala per<br />
affetto, con spasimato desiderio, speculandosi nella divina maestà, rendeva grazie a lui, dicendo:<br />
— Grazia, grazia sia a te, Padre etterno, che tu non hai spregiata me, factura tua, né voltata<br />
la faccia tua da me, né spregiati e' miei desidèri. Tu, luce, non hai raguardato alla mia tenebre; tu,<br />
vita, non hai raguardato a me, che so' morte; né tu, medico, alle gravi mie infermità; tu, purità<br />
etterna, a me, che so' piena di loto di molte miserie; tu, che se' infinito, a me, che so' finita; tu,<br />
sapienzia, a me, che so' stoltizia.<br />
Per tutti quanti questi ed altri infiniti mali e difetti che sonno in me, la tua sapienzia, la tua<br />
bontá, la tua clemenzia e il tuo infinito bene non m'ha spregiata. Ho cognosciuta la veritá nella tua<br />
clemenzia, ho trovato la caritá tua e dileczione del proximo. Chi t'ha costretto? Non le mie virtú, ma<br />
solo la caritá tua. Quello medesimo amore ti costringa ad illuminare l'occhio de l’ intelletto mio nel<br />
lume della fede, a ciò che io cognosca e intenda la veritá tua, manifestata a me. Dammi che la