DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Altervista
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consiglio che egli li dae è tenebroso e passionato, per quella passione che è dentro ne l'anima sua.<br />
Questo e molti altri difecti nascono dal cuore suo strecto, cupido e avaro. E' si può dire<br />
quella parola che dixe la mia Verità quando entrò nel tempio, che egli vi trovò coloro che<br />
vendevano e compravano, cacciandoli fuore con la ferza della fune, dicendo: — « Della casa del<br />
Padre mio, che è casa d'orazione, n'avete fatta spilonca di ladroni ». —<br />
Tu vedi bene, dolcissima figliuola, che egli è cosí che della Chiesa mia, che è luogo<br />
d'orazione, n'è facto spilonca di ladroni: eglino vendono e comprano, e hanno fatta mercanzia della<br />
grazia dello Spirito sancto. Unde tu vedi che chi vuole le prelazioni e i benefizi della sancta Chiesa,<br />
gli comprano con molti presenti, presentando quegli che sonno d' atorno di derrate e di denari; e i<br />
miserabili non raguardano che elli sia buono piú che gattivo, ma, per compiacerli e pèr amore del<br />
dono che hanno ricevuto, s'ingegnano di mettere questa pianta putrida nel giardino della sancta<br />
Chiesa, e faranno per questo, e' miseri, buona relazione di lui a Cristo in terra. E cosí l'uno e l'altro<br />
usano la falsità e l'inganno verso Cristo in terra, colà dove essi debbono andare schietti e con ogni<br />
veritá. Ma se il vicario del mio Figliuolo s'avede de' difecti dell'uno e de l'altro, li debba punire: e a<br />
colui tollere l'ofizio suo, se non si corregge e non amenda la sua mala vita; e a colui che compra gli<br />
starebbe bene che egli li desse, in quello scambio, la pregione, si che egli sia corretto del suo<br />
difecto, e gli altri ne prendano exemplo e temano, acciò che neuno si levi piú a farlo. Se Cristo in<br />
terra el fa, fa el debito suo; e se non el fa, non sarà impunito questo peccato, quando li converrà<br />
rendere ragione dinanzi a me delle sue pecorelle.<br />
Credemi, figliuola mia, che oggi egli non si fa, e però è venuta la Chiesa mia in tanti difecti<br />
e abominazioni. Essi non cercano né vanno investigando de la vita loro, quando danno le prelazioni,<br />
se essi sono buoni o gattivi; e se alcuna cosa (270) ne cercano, ne dimandano e cercano da coloro<br />
che sonno gattivi con loro insieme, e' quali non renderebbero altro che buona testimonianza, perché<br />
quegli simili dífecti sonno in loro medesimi. E non raguardano ad altro se non a grandezza di stato e<br />
a gentilezza e a ricchezza e che sappiano parlare molto polito. E peggio, ché alcuna volta allegarà el<br />
concestoro che egli abbi bella persona..Odi cose di dimòni ! ché dove essi debbono cercare<br />
l'adornamento e bellezza delle virtú, ed essi raguardano a la bellezza del corpo! Debbono cercare gli<br />
umili poverelli che per umilità fuggano le prelazioni, ed essi tolgono coloro che vanamente e con<br />
infiata superbia le cercano.<br />
Mirano a la scienzia. La scienzia in sé è buona e perfetta, quando lo scienziato ha<br />
insiememente la scienzia e la buona e onesta vita e con vera umilità. Ma se la scienzia è nel<br />
superbo, disonesto e scellerato nella vita sua, ella è uno veleno, e della Scriptura non intende se non<br />
secondo la lettera: in tenebre l'intende perché ha perduto el lume della ragione e ha obfuscato<br />
l'occhio de l'intelletto suo. Nel quale lume, col lume sopranaturale, fu dichiarata e intesa la sancta<br />
Scriptura, si come in un altro luogo piú chiaramente ti dixi. Si che vedi che la scienzia è buona in<br />
sé, ma none in colui che non l'usa come egli la debba usare: anco gli sarà fuoco pennate se egli non<br />
correggerà la vita sua. E però debbono piú tosto raguardare a la sancta e buona vita che allo<br />
scienziato che gattivamente guidi la vita sua. Ed eglino ne fanno el contrario: anco e' buoni e<br />
virtuosi, che siano grossi in scienzia, reputano matti e sonno spregiati da loro; e i povaregli<br />
schifano, perché non hanno che donare.<br />
Si che vedi che nella casa mia, che debba essere casa d'orazione, e dove debba rilucere la<br />
margarita della giustizia e il lume della scienzia con onesta e sancta vita, e debbavi essere l'odore<br />
della veritá, ed egli v'abbonda la men gna. Debbono possedere povertà volontaria, e con vera<br />
sollicitudine conservare l'anime e trarle delle mani delle dimonià; ed essi appetiscono ricchezze. E<br />
tanto hanno presa la cura delle cose temporali che al tutto hanno abandonata la cura delle spirituali,<br />
e non attendono ad altro che a giuoco e a riso e a crescere (271) e multiplicare le substanzie<br />
temporali. E' miseri non s'avegono che questo è il modo da perderle, però che, se eglino