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DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Altervista

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Questi miserabili perseguitano el Sangue e privansi del tesoro e del frutto del Sangue. Unde<br />

ella m'è piú grave questa offesa, fatta a me e non a' ministri, perché loro non reputo ne debba essere<br />

né l'onore né la persecuzione; anco a me, cioè a questo glorioso sangue del mio Figliuolo, che siamo<br />

una medesima cosa, come detto t'ho. Unde lo ti dico che, se tutti gli altri peccati che essi hanno<br />

commessi fussero da l'uno lato, e questo solo da l'altro, mi pesa piú questo uno che gli altri, per lo<br />

modo che detto t'ho, si come lo tel manifestai, acciò che tu avessi piú materia di dolerti de l'offesa<br />

mia e della dapnazione di questi miserabili, acciò che col dolore e con l’amaritudine tua e degli altri<br />

servi miei, per mia bontá e misericordia, si dissolvesse tanta tenebre quanta è venuta in questi<br />

membri putridi, tagliati dal corpo mistico della sancta Chiesa.<br />

Ma lo non truovo quasi chi si doglia della persecuzione che è fatta a questo glorioso e<br />

prezioso Sangue: ma truovo bene chi mi percuote continuamente con le saette del disordinato amore<br />

e timore servile, e con la propria reputazione, come aciecati, recandosi a onore quello che l'è a<br />

vitoperio, e a vitoperio quello che l'è onore, cioè d'aumiliarsi al capo loro. Per questi difetti si sonno<br />

levati e levano a perseguitare il Sangue.<br />

CXVII. Qui si parla contra li persecutori de la sancta Chiesa e de' ministri, in<br />

diversi modi.<br />

— Perché ti dixi che mi percotevano, e cosí è la veritá. In quanto la intenzione loro mi<br />

percuotono con quello che possono: none che Io in me possa ricevere alcuna lesione né essere<br />

percosso da loro; ma Io fo come la pietra che, gictandole il colpo, nol riceve, ma torna verso colui<br />

che ‘l gicta. Cosí le percosse de l'offese loro, le quali gictano puzza, a me non possono nuocere, ma<br />

ritorna a loro la sancta avelenata della colpa. La quale colpa in questa vita gli priva della grazia,<br />

perdendo el fructo del Sangue; e ne l'ultimo, se essi non si correggono con la sancta confessione e<br />

contrizione del cuore, giongono a l'etterna dapnazione, tagliati da me e legati col dimonio. E hanno<br />

facta lega insieme, perché, subbito che l'anima è privata della grazia, è legata nel peccato d'odio<br />

della virtú e amore del vizio. El quale legame hanno posto col libero arbitrio nelle mani delle<br />

dimonia, e con esso gli lega, però che in altro modo non potrebbero essere legati.<br />

Con questo legame si sonno legati e' persecutori del Sangue l'uno con l'altro, e' come<br />

membri legati col dimonio, hanno preso l'offizio delle dimonia. Le dimonia s'ingegnano di<br />

pervenire le mie creature e trarle della grazia e riducerle a la colpa del peccato mortale, acciò che di<br />

quel male che essi hanno in loro medesimi, di quello abbino le creature. Cosí fanno questi cotali, né<br />

piú né meno: però che, si come membri del dimonio, vanno subvertendo e' figliuoli della Sposa di<br />

Cristo unigenito mio Figliuolo, e sciogliendoli dal legame della caritá e legandoli nel miserabile<br />

legame, privati del fructo del Sangue con loro insieme. Legame annodato col nodo della superbia e<br />

con la propria reputazione, col nodo del timore servile; che, per timore di non perdere le signorie<br />

temporali, perdono la grazia e caggiono nella maggiore confusione che venire possino, essendo<br />

privati della dignità del Sangue. Questo legame è suggellato col (237) suggello della tenebre, però<br />

che essi non cognoscono in quanti inconvenienti e miserie essi sonno caduti e fanno cadere altrui, e<br />

però non si correggono, perché non el cognoscono, ma come aciecati si gloriano della loro<br />

destruczione de l'anima e del corpo.<br />

O carissima figliuola, duolti inextimabilmente di vedere tanta ciechità e miseria in coloro<br />

che sono lavati nel Sangue come tu, e nutricatisi e allevatisi d'esso Sangue al pecto della sancta

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