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DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Altervista

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il misero uomo non cognosce sé, e vuolsi ponere a cognoscere il cuore e l’affecto della creatura che<br />

ha in sé ragione, e, per una operazione che vedrà o parola che oda, vorrà giudicare l'affecto del<br />

cuore. Ma e' servi miei sempre giudicano in bene, perché sonno fondati in me, sommo Bene. Ma<br />

questi cotali sempre giudicano in male, perché sonno fondati nel miserabile male. De' quali giudici<br />

molte volte ne viene odio, omicidii e dispiacimento verso del proximo suo, e dilungamento da<br />

l'amore della virtú de' servi miei.<br />

Cosí a mano a mano seguitano le foglie, le quali sonno le parole che escono della bocca in<br />

vitoperio di me e del sangue de l'unigenito mio Figliuolo e in danno del proximo suo. E non si<br />

curano d'altro che di maledire e condepnare l'operazione mie, o di bastemmiare e dire male d'ogni<br />

creatura che ha in sé ragione, come facto lo' viene, secondo che il loro giudicio porta. E non<br />

tengono a mente (disaventurati a loro!) che la lingua è facta solo per rendere onore a me e per<br />

confessare i difecti loro, e adoperare per amore della virtú e in salute del proximo. Queste sonno le<br />

foglie macchiate della miserabile colpa, perché ‘l cuore, unde sonno procedute, non era schiecto, ma<br />

molto maculato di doppiezza e di molta miseria. Quanto pericolo (oltre al danpno spirituale della<br />

privazione della grazia che ha facta ne l'anima) esce in danno temporale! Ché per le parole avete<br />

udito e veduto venire mutazioni di Stati, disfacimento di città e molti omicidii e altri mali: perché la<br />

parola intrò nel mezzo del cuore a colui a cui ella fu decta; introe dove non sarebbe passato el<br />

coltello colà dove passò e introe la parola.<br />

Dico che l’arbore ha sette rami che chinano infino a terra, de' quali escono e' fiori e le foglie<br />

per lo modo che decto t'ho. Questi sonno e' septe peccati mortali, e' quali sono pieni di diversi e<br />

molti peccati, legati nella radice e gambone de l'amore proprio di sé e della superbia. La quale ha<br />

facto prima e' rami e i fiori delle molte cogitazioni; poi procede la foglia delle parole e il fructo di<br />

gattive operazioni. Stanno chinati infino a terra, cioè che i rami de' peccati mortali non si voltano<br />

altro che a la terra d'ogni fragile e disordinata sustanz'a de mondo, e in altro modo non mira se none<br />

in che modo si possa nutricare della terra insaziabilmente, che mai non si sazia. Insaziabili sonno e<br />

incomportabili a loro medesimi; e cosa convenevole è che egli sieno sempre inquieti, ponendosi a<br />

desiderare e volere quella cosa che lo' dá sempre insazietà, si come Io ti dixi. Questa è la cagione<br />

perché essi non si possono saziare: Perché sempre apetiscono cosa finita, ed eglino sonno infiniti<br />

quanto ad essere, ché l'essere loro non finisce mai (perché finisca a (184) grazia per la colpa del<br />

peccato mortale) e perché l'uomo è posto sopra tucte le cose create, e non le cose create sopra lui; e<br />

però non si può saziare né stare quieto se none in cosa maggiore di sé. Maggiore di sé non ci è altro<br />

che lo, Dio etterno; e però solo lo gli posso saziare. E perché egli n'è privato per la colpa commessa,<br />

sta in continuo tormento e pena. Dipo' la pena gli séguita el pianto; e giognendoli e' venti,<br />

percuotono l’arbore de l'amore della propria sensualità dove egli ha facto ogni suo principio.<br />

XCIV. Come li predecti piangitori mondani sono percossi da quatro diversi<br />

venti.<br />

— O egli è vento di prosperità, o egli è vento d'aversità, o di timore, o di coscienzia, che sonno<br />

quattro venti.<br />

El vento della prosperità notrica la superbia con molta presumpzione, con grandezza di sé e<br />

avilimento del proximo suo. Se egli è signore, va con molta ingiustizia e con vanità di cuore, e con<br />

immondizia di corpo e di mente, e con propria reputazione e con molte altre cose che seguitano<br />

doppo queste, le quali la lingua tua non potrebbe narrare. Questo vento della prosperità è egli

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