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DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Altervista

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affecto d'amore son facti una cosa con meco e Io con loro, si come Io in un altro luogo ti narrai.<br />

Ogniuno ha dato, secondo lo stato suo che Io l'ho electo, lume nella sancta Chiesa. Pietro<br />

con la predicazione e doctrina e ne l'ultimo col sangue; Gregorio con la scienzia e sancta Scriptura e<br />

con especchio di vita; Silvestro contra gl'infedeli e maximamente con la disputazione e provazione<br />

che fece della sanctissima fede in parole e in facti, ricevendo la virtú da me. Se tu ti vòlli ad<br />

Agustino e al glorioso Tomaso, Ieronimo e gli altri, vedrai quanto lume hanno gictato in questa<br />

Sposa, extirpando gli errori, si come lucerne poste in sul candelabro, con vera e perfecta umilità. E,<br />

come affamati de l'onore mio e salute de l'anime, questo cibo mangiavano con dilecto in su la<br />

mensa della sanctissima croce: e' martiri col sangue, el quale sangue gictava odore nel cospecto mio<br />

e con l'odore del sangue e delle virtú e col lume della scienzia facevano fructo in questa (241)<br />

Sposa, dilatavano la fede; e' tenebrosi venivano al lume, e riluceva in loro el lume della fede; e'<br />

prelati, posti nello stato<br />

della prelazione da Cristo in terra, mi facevano sacrifizio di giustizia con sancta e onesta vita; la<br />

margarita della giustizia, con vera umilità e ardentissima carità, col lume della discrezione, riluceva<br />

in loro e ne' loro subditi : in loro principalmente, però che giustamente rendevano a me il debito<br />

mio, cioè rendendo gloria e loda al nome mio; a sé rendevano odio e dispiacimento della propria<br />

sensualità, spregiando e' vizi e abbracciando le virtú con la caritá mia e del proximo loro. Con<br />

umilità conculcavano la superbia, e andavano come angeli a la mensa de l'altare; con purità di cuore<br />

e di corpo e con sincerità di mente celebravano, arsi nella fornace della caritá. E perché prima<br />

avevano facta giustizia di loro, però facevano giustizia de' subditi, volendoli veder vivere<br />

virtuosamente, e correggevangli senza veruno timore servile, perché non actendevano a loro<br />

medesimi, ma solo a l'onore mio e a la salute de l'anime, si come pastori buoni, seguitatori del<br />

buono Pastore, mia Verità, el quale lo vi diei a governare voi pecorelle e volsi che ponesse la vita<br />

per voi. Costoro hanno seguitato le vestigie sue, e però corressero e non lassàro imputridire e'<br />

membri per non corregere; ma caritativamente correggevano con l'unguento della benignità, e con<br />

l'asprezza del fuoco incendendo la piaga del difecto con la riprensione e penitenzia, poco e assai<br />

secondo la gravezza del peccato. E per lo correggere e dire la veritá non curavano la morte.<br />

Questi erano veri ortolani, che con sollicitudine e sancto timore divellevano le spine de' peccati<br />

mortali e piantavano piante odorifere di virtú. Unde i subditi vivevano in sancto e vero timore, e<br />

allevavansi come fiori odoriferi nel corpo mistico della sancta Chiesa, perché correggevano senza<br />

timore servile, perché n'erano privati. E perché in loro non era colpa di peccato, però tenevano la<br />

sancta giustizia, riprendendo virilmente e senza veruno timore. Questa era ed è quella margarita, in<br />

cui ella riluce, che dava pace e lume nelle menti delle creature e faceale stare in sancto timore, ed e'<br />

cuori erano uniti. Unde Io voglio che tu (242) sappi che per neuna cosa è venuta tanta tenebre e<br />

divisione nel mondo tra secolari e religiosi, cherici e pastori della sancta Chiesa, se non solo perché<br />

il lume della giustizia è mancato ed è venuta la tenebre della ingiustizia.<br />

Neuno Stato si può conservare nella legge civile e nella legge divina in stato di grazia senza<br />

la sancta giustizia, però che colui che non è correcto e non corregge fa come il membro che è<br />

cominciato a infracidare, che, se ‘l gattivo medico vi pone subbitamente l'unguento solamente e non<br />

incuoce la piaga, tucto il corpo imputridisce e corrompe. Cosí el prelato, o altri signori che hanno<br />

subditi, vedendo il membro del subdito loro essere infracidato per la puzza del peccato mortale, se<br />

esso vi pone solo l'unguento della lusinga senza la reprensione, non guarisce mai, ma guastarà l'altre<br />

membra, che gli sonno d'intorno legate in uno medesimo corpo, cioè a uno medesimo pastore. Ma<br />

se elli sarà vero e buono medico di quelle anime, si come erano questi gloriosi pastori, egli non darà<br />

unguento senza fuoco della reprensione. E se il membro fusse pure obstinato nel suo mal fare, el<br />

tagliarà dalla congregazione, acciò che non imputridisca gli altri con la puzza del peccato mortale.<br />

Ma essi non fanno oggi cosí: anco fanno vista di non vedere. E sai tu perché? perché la

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