DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Altervista
DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Altervista
DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Altervista
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
Oh! come hanno ordinati gli organi loro per la buona e dolce guardia che fece la guardia del<br />
libero arbitrio alla porta della volontà. Tutti e' sentimenti loro fanno un suono soavissimo, el quale<br />
esce dentro della città de l'anima, perché le porte sonno tutte chiuse e aperte. Chiusa è la volontà<br />
all'amore proprio; ed è aperta a desiderare e amare il mio onore e la dileczione del proximo: Lo<br />
intell'ecto è chiuso a raguardare le delizie, vanità e miserie del mondo, le quali sonno tutte una notte<br />
che dànno tenebre allo 'ntellecto che disordenatamente le guarda; ed è aperto col lume posto ne<br />
l'obietto del lume della mia Verità. La memoria è serrata nel ricordamento del mondo e di sé<br />
sensitivamente; ed è aperta a ricevere e reducersi a memoria el ricordamento de' benefizi miei.<br />
L'affetto de l'anima fa allora uno giubilo e uno suono, temparate e acordate le corde con prudenzia e<br />
lume; accordate tutte a uno suono, cioè a gloria e loda del nome mio.<br />
In questo medesimo suono, che sonno acordate le corde grandi delle potenzie de l'anima,<br />
sonno acordate le piccole de' sentimenti e strumenti del corpo. Si com' Io ti dixi, parlandoti degl'<br />
iniqui uomini, che tutti sonavano morte, ricevendo e' loro nemici; cosí questi suonano vita,<br />
ricevendo gli amici delle vere e reali virtú, stormentano con sancte e buone operazioni. Ogni<br />
menbro lavora el lavorio che gli è dato a lavorare, ogniuno perfettamente nel grado suo: l'occhio nel<br />
suo vedere, l'orecchia nel suo udire, l'odorato nel suo odorare, il gusto nel suo gustare, la mano nel<br />
toccare e adoperare, e' piei ne l'andare. Tutti s'accordano in uno medesimo suono: a servire il<br />
proximo per gloria e loda del nome mio, e servire l'anima con buone e sancte e virtuose operazioni,<br />
obbedienti a l'anima a rispondere come organi. Piacevoli sonno a me, piacevoli a la natura angelica,<br />
e piacevoli a' veri gustatori, che gli aspettano con grande gaudio e allegrezza dove participarà il<br />
bene l'uno de (342) l'altro, e piacevoli al mondo. Voglia il mondo o no, non possono fare gl' iniqui<br />
uomini che non sentano de la piacevolezza di questo suono. Anco, molti e molti con questo ]amo e<br />
stor. mento ne rimangono presi: partonsi dalla morte e vengono alla vita.<br />
Tucti e' sancti hanno preso con questo organo. El primo che solfasse in suono di vita fu il<br />
dolce e amoroso Verbo, pigliando la vostra umanità. E con questa umanità unita con la Deitá,<br />
facendo uno dolce suono in su la croce, prese il figliuolo de l'umana generazione, e prese il<br />
dimonio, che ne li tolse la signoria che tanto tempo l'aveva posseduto per la colpa sua. Tucti voi<br />
altri sonate inparando da questo Maestro. Con questo imparare da lui presero gli appostoli,<br />
seminando la parola sua per tucto il mondo; e' màrteri e confessori e doctori e le vergini, tucti<br />
pigliavano l'anime col suono loro. Raguarda la gloriosa vergine Orsina, che tanto dolcemente sonò<br />
il suo stormento, che solo di vergini n'ebbe undici migliaia, e piú d'altretanti d'altra gente ne prese<br />
con questo medesimo suono. E cosí tucti gli altri, chi in uno modo e chi in un altro. Chi n'è cagione?<br />
La mia infinita providenzia, che ho proveduto in dar lo' gli strumenti, e dato l'ho la via e ‘l modo<br />
con che possino sonare. E ciò ch' Io do e permetto in questa vita l'è via ad augmentare questi<br />
stormenti, se essi la vogliono cognoscere, e che non si voglino tollere il lume, con che e' veggono,<br />
con la nuvila de l'amore proprio, piacere e parere di loro medesimi.<br />
CXLVIII. De la providenzia di Dio in generale, la quale usa verso le sue creature<br />
in questa vita é nell'altra.<br />
— Dilarghisi, figliuola, el cuore tuo, e apre l'occhio de l' intellecto col lume della fede a<br />
vedere con quanto amore e providenzia Io ho creato e ordinato l'uomo acciò che goda nel mio<br />
sommo, etterno bene. E in tutto ho proveduto, come detto (343) t' ho, ne l'anima e nel corpo, negl'<br />
imperfecti e ne' perfecti, a' buoni e a' gattivi, spiritualmente e temporalmente, nel cielo e nella terra,<br />
in questa vita mortale e nella inmortale.