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DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Altervista

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CVIII. Come questa devota anima, rendendo grazie a Dio, s'umilia. Poi fa<br />

orazione per tutto el mondo e singularmente per lo corpo mistico de la sancta<br />

Chiesa e per li figliuoli suoi spirituali e per li due padri de l'anima sua. E, doppo<br />

queste cose, dimanda d'udire parlare de' defecti de' ministri de la sancta Chiesa.<br />

Alora quella anima, come ebbra veramente, pareva fuore di sé, e, alienati e' sentimenti del<br />

corpo suo, per l'unione de l'amore che fasta aveva nel Creatore suo, levata la mente e specolando<br />

(217) nella Verità etterna con l'occhio de l'intelletto suo, avendo cognosciuta la veritá, s'era<br />

innamorata della veritá, e diceva: O somma ed etterna bontá di Dio, e chi so' io, miserabile, che tu,<br />

sommo ed etterno Padre, hai manifestata a me la veritá tua e gli occulti inganni del dimonio; e lo<br />

'nganno del proprio sentimento, che io e gli altri potiamo ricevere in questa vita della<br />

perregrinazione, acciò che io non sia ingannata né dal dimonio né da me medesima? Chi t'ha<br />

mosso? L'amore. Però che tu m'amasti senza essere amato da me. O fuoco d'amore, grazia, grazia<br />

sia a te, Padre etterno. lo, imperfetta, piena di tenebre; e tu, perfetto e luce, hai mostrato a me la<br />

perfeczione e la via lucida della dottrina de l'unigenito tuo Figliuolo. Io ero morta, e tu m'hai<br />

risuscitata; io ero inferma, e tu m'hai data la medicina: e non tanto la medicina del Sangue che tu<br />

desti allo Infermo de l'umana generazione col mezzo del tuo Figliuolo, ma tu m'hai data una<br />

medicina contra una infermità occulta, la quale io non cognoscevo, dandomi tu la dottrina che in<br />

neuno modo io posso giudicare alcuna creatura che abbi in sé ragione, e singularmente verso de'<br />

servi tuoi, de' quali spesse volte, come cieca e inferma di questa infermità, sotto spezie e colore de<br />

l'onore tuo e salute de l'anime, davo giudicio. E però io ti ringrazio, somma ed etterna bontá, che,<br />

nel manifestare la tua veritá e lo inganno del dimonio e la propria passione, m'hai facto conoscere la<br />

infermità mia. Unde io t'adimando per grazia e misericordia che oggi sia posto termine e fine che io<br />

mai non esca della dottrina tua, data a me da la tua bontá e a chiunque la vorrà seguitare, però che<br />

senza te neuna cosa è fasta.<br />

A te dunque ricorro e rifugo, Padre etterno, e non te l’adimando per me sola, Padre, ma per<br />

tutto quanto el mondo, e singularmente per lo corpo mistico della sancta Chiesa: che questa veritá e<br />

dottrina riluca ne' ministri tuoi, data da te. Verità etterna, a me miserabile. Ed anso t'adimando<br />

spezialmente per tutti coloro e' quali m'hai dati che io ami di singulare amore, e' quali hai fasti una<br />

cosa con meco; però che essi saranno el mio refrigerio per gloria e loda del nome tuo, vedendoli<br />

còrrire per questa dolce e dritta via schietti e morti ad ogni loro (218) volontà e pareri, e senza<br />

alcuno giudicio o scandalo o mormorazione del proximo loro. E pregoti, dolcissimo amore, che<br />

neuno me ne sia tolto delle mani dal dimonio infernale, si che ne l'ultimo giongano a te, Padre<br />

etterno, fine loro.<br />

Anco ti fo un'altra petizione per le due colonne de' padri che m'hai posti in terra a guardia e<br />

doctrina di me, inferma, miserabile, dal principio della mia conversione infino a ora: che tu gli<br />

unisca e di due corpi facci una anima, e che neuno actenda ad altro che a compire in loro, e nei<br />

misterii che tu l'hai posti nelle mani, la gloria e loda del nome tuo in salute de l'anime. E io, indegna<br />

e miserabile, schiava e non figliuola, tenga quel modo, con debita reverenzia e sancto timore verso<br />

di loro, per amore di te, che sia tuo onore, pace e quiete loro ed edificazione del proximo.<br />

So' certa, Verità etterna, che tu non dispregiarai el desiderio mio né le petizioni che Io t'ho<br />

adimandate, però che io cognosco per veduta, secondo che t'è piaciuto di manifestare, e molto<br />

maggiormente per pruova, che tu se' acceptatore de' sancti desidèri. Io, indegna tua serva, m'<br />

ingegnarò, secondo che mi darai la grazia, d'observare il comandamento e la doctrina tua.<br />

O Padre etterno, ricordato m'è d'una parola che tu dicesti quando mi narravi alcuna cosa de'<br />

ministri della sancta Chiesa, dicendo tu che piú distinctamente in un altro luogo me ne parlaresti: de'

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