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DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Altervista

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XXXIX. De la terza reprensione, la quale si farà nel di del giudicio.<br />

— Ora ti resto a dire della terza riprensione, cioè de l'ultimo di del giudicio. Già t'ho detto<br />

delle due: ora, acciò che tu vegga bene quanto l'uomo s'inganna, ti dirò della terza, cioè del giudicio<br />

generale, nel quale a l'anima tapinella sarà rinfrescata e cresciuta la pena, per l'unione che l'anima<br />

farà col corpo, con una riprensione intollerabile, la quale le genererà confusione e vergogna.<br />

Sappi che ne l'ultimo di del giudicio, quando verrà il Verbo mio Figliuolo con la divina mia<br />

Maiestà a riprendere il mondo con la potenzia divina, egli non verrà come povarello, si come<br />

quando egli nacque venendo nel ventre della Vergine e nascendo nella stalla fra gli animali, e poi<br />

morendo in mezzo fra due ladroni. Alora lo nascosi la potenzia mia in lui, lassandolo sostenere pene<br />

e tormenti come uomo: non che la natura mia divina fusse però separata da la natura umana; ma<br />

lassa' lo patire come uomo per satisfare a le colpe vostre.<br />

Non verrà cosí ora in questo ultimo punto; ma verrà con potenzia a riprendere egli con la<br />

propria persona. E non sarà alcuna creatura che non riceva tremore, e renderà a ogniuno il debito<br />

suo.<br />

A' dannati miserabili lo' darà tanto tormento l’àspecto suo e tanto terrore che la lingua non<br />

sarebbe sufficiente a narrarlo; (72) a' giusti darà timore di reverenzia con grande giocondità. Non<br />

che egli si muti la faccia sua, però che egli è immutabile, perché è una cosa con meco, secondo la<br />

natura divina. E secondo la natura umana, la faccia sua anco è immutabile, poi che prese la gloria<br />

della resurrexione. Ma a l'occhio del dannato se gli mostrarrà cotale, però che, con quello occhio<br />

terribile e obscuro che egli ha in se medesimo, con quello el vedrà. Si come l'occhio infermo che del<br />

sole, che è cosí lucido, non vede altro che tenebre; e l'occhio sano vede la luce. E questo non è per<br />

difecto della luce che si muti piú al cieco che a l'alluminato, ma è per difecto de l'occhio che è<br />

infermo. Cosí e' dannati el veggono in tenebre, in confusione e in odio, non per difecto della divina<br />

mia Maiestà con la quale egli verrà a giudicare il mondo, ma per difecto loro.

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