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DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Altervista

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accusarlo, si come Io ti dixi.<br />

CXXXI. De la differenzia de la morte de' giusti ad quella de' peccatori. E prima,<br />

de la morte de' giusti.<br />

— E perché lo ti narrai come il mondo, le dimonia e la propria sensualità l'accusavano, e<br />

cosí è la veritá, ora tel voglio dire in questo ponto sopra questi miseri piú distesamente (perché tu<br />

l'abbi maggiore compassione) quante sonno differenti le bactaglie che riceve l'anima del giusto da<br />

quelle del peccatore, e quanto è differente la morte loro, e in quanta pace è la morte del giusto, piú e<br />

meno, secondo la perfeczione de l'anima.<br />

Unde Io voglio che tu sappi che tucte quante le pene, che le creature che hanno in loro<br />

ragione hanno, stanno nella volontà; però che, se la volontà fusse ordinata e accordata con la<br />

volontà mia, non sosterrebbe pena.. Non che fussero però tolte le fadighe; ma a quella volontà, che<br />

volontariamente porta per lo mio amore, non le sarebbe pena, perché questi cotali volontieri<br />

portano, vedendo che è la volontà mia. E per l'odio sancto, che hanno di loro medesimi, hanno facto<br />

guerra col mondo, col dimonio e con la propria loro sensualità. Unde, venendo el punto della morte,<br />

la morte loro è in pace, perché i nemici suoi nella vita sua sonno stati sconficti da lui. El mondo nol<br />

può accusare, però che egli cognobbe i suoi inganni, e però renunziò al mondo e a tucte le delizie<br />

sue. La fragile sensualità e corpo suo non l'accusa, però che egli la tenne come serva col freno della<br />

ragione, macerando la carne con la penitenzia, con la vigilia e umile e continua orazione. La volontà<br />

(285) sensitiva ucise con odio e dispiacimento del vizio e amore della virtú, in tuctO perduta la<br />

tenerezza del corpo suo; la quale te nerezza e amore, che è tra l'anima e’l corpo, naturalmente fa<br />

parere la morte malagevole, e però naturalmente l'uomo teme la morte.<br />

Ma perché la virtú nel giusto perfecto passa la natura, cioè che ‘l timore, che gli è naturale,<br />

lo spegne e trapassa con odio sancto e col desiderio di tornare al fine suo, si che la tenerezza<br />

naturale non gli può fare guerra, la coscienzia sta queta, perché nella vita sua fece buona guardia,<br />

abbaiando quando e' nemici passavano per volere tollere la città de l'anima. Si come il cane che sta<br />

a la porta, il quale, vedendo e' nemici, abbaia, e abbaiando desta le guardie; cosí questo cane della<br />

coscienzia destòe la guardia della ragione, e la ragione insieme col libero arbitrio cognobbero, col<br />

lume de l' intellecto, se era amico o nemico. A l'amico, cioè le virtú e i sancoi pensieri del cuore,<br />

diéro dileczione e affecto d'amore, exercitandole con grande sollicitudine; e al nemico, cioè al vizio<br />

e alle perverse cogitazioni, diéro odio e dispiacimento; e col coltello de l'odio e de l'amore, e col<br />

lume della ragione, e con la mano del libero arbitrio percossero e' nemici suoi; si che poi, al ponto<br />

della morte, la coscienzia non si rode, perché ella fece buona guardia, ma stassi in pace.<br />

È vero che l'anima per umilità e perché meglio nel tempo della morte cognosce il tesoro del<br />

tempo e le pietre preziose delle virtú, riprende se medesima, parendole poco aver exercitato questo<br />

tempo; ma questa non è pena afiggitiva, anco è pena ingrassativa, però che fa ricogliere l'anima<br />

tucta in se medesima, ponendosi inanzi el sangue de l'umile e immaculato Agnello mio Figliuolo. E<br />

non si vòlle adietro a mirare le virtú sue passate, perché non vuole né può sperare in sue virtú, ma<br />

solo nel Sangue, dove ha trovata la misericordia mia. E come è vissuta con la memoria del Sangue,<br />

cosí nella morte s' innebria e anniegasi nel Sangue. Le dimonia perché non la possono riprendere di<br />

peccato? perché ella nella vita sua con sapienzia vinse la loro malizia; ma giongono per volere<br />

vedere se potessero (286) acquistare alcuna cosa. Unde giongono'orribili, per farle paura con<br />

laidissimo aspetto e con molte e diverse fantasie; ma, perché ne l'anima non è veleno di peccato,

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