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DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Altervista

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Sappi, carissima figliuola, che essi sono bene acti a giognere alla grande perfeczione, se essi<br />

vogliono, perché vi sonno piú presso che gli altri miseri. Ma in un altro modo sonno piú malagevoli<br />

questi, nel grado loro, a levarli dalla loro inperfeczione, che lo iniquo, nel suo grado, della sua<br />

miseria. E sai tu perché? Perché questo si vede manifestamente che egli fa male, e la conscienzia<br />

glil manifesta; unde per l'amore proprio di sé, che l'ha indebilito, non si sforza ad escire di quella<br />

colpa che egli vede, con uno lume naturale, che egli fa male quel che fa. Unde chi el dimandasse: —<br />

E non fai tu male di fare questo? — Direbbe: — Sí, ma è tanta la mia fragilità, che non pare ch'io ne<br />

possa escire. — Benché egli non dice il vero, ché con l’aiutorio mio ne può escire, se vuole;<br />

nondimeno pur cognosce che fa male: col quale cognoscimento gli è agevole a potern'escire, se<br />

vuole.<br />

Ma questi tiepidi, che né un grande male fanno né uno grande bene, non cognoscono la<br />

freddezza dello stato loro, né in quanto dubbio stanno. Non cognoscendola, non si curano di<br />

levarsene né curano che lo' sia mostrato; essendo lo' mostrato, per la freddezza del cuore loro, si<br />

rimangono legati nella loro longa consuetudine e usanza.<br />

Che modo ci sarà in costoro di farli levare? Che tolgano le legna del cognoscimento di sé,<br />

con odio del proprio piacimento e reputazione, e mettanle nel fuoco della divina mia carità;<br />

sposando di nuovo, come se allora allora intrassero ne l'ordine, la sposa della vera obbedienzia con<br />

l'anello della san. ctissima fede, e non dormano piú in questo stato, ch'egli è molto spiacevole a me<br />

e danno a loro. Drictamente si potrebbe dire a loro quella parola: « Maladecti tiepidi! che almen<br />

fuste voi pur ghiacci. Se voi non vi correggete, sarete vomicati dalla bocca mia », per quello modo<br />

che decto t'ho. Ché, non levandosi, sonno acti a cadere; e, cadendo, sarebbono reprovati da me.<br />

Innanzi vorrei che fuste ghiacci: cioè che inanzi vi fuste stati nel secolo con l’obbedienzia generale,<br />

la quale, a rispecto del fuoco de' veri obbedienti, si mostra quasi uno ghiaccio; e però dixi : «<br />

almeno fuste voi pure ghiacci ». Hotti dichiarata questa parola, acciò che in te non cadesse errore di<br />

credere ch' Io ci volesse piú tosto nel ghiaccio del peccato mortale che nella tiepidezza della<br />

inperfeczione. No, ché io non posso volere colpa di peccato, ché in me non è questo veneno: anco<br />

mi dispiacque tanto ne l'uomo, che Io non volsi che passasse senza punizione, ché, non essendo<br />

l'uomo sufficiente a portare la pena che gli seguitava doppo la colpa, mandai el Verbo de l'unigenito<br />

mio Figliuolo. Egli con l'obbedienzia la fabricò sopra ci Corpo suo.<br />

Levinsi dunque con exercizio, con vigilia, con umile e continua orazione; specchinsi ne<br />

l'ordine loro e ne' padroni di questa navicella, che sonno stati uomini come eglino, nutricati d'un<br />

medesimo cibo, nati in uno medesimo modo. E quello Dio so' ora, che allocta. La potenzia mia non<br />

è infermata, la mia volontà non è diminuita in volere la salute vostra, né la sapienzia mia in darvi<br />

lume, acciò che cognosciate la mia veritá. Adunque possono, se egli vogliono, pure che se<br />

l'arrechino dinanzi a l'occhio de l'intelletto, privandosi della nuvila de l'amore proprio, e col lume<br />

corrano co' perfetti obbedienti. Con questo ci giogneranno; in altro modo, no: si che il remedio ci è.<br />

CLXIII. De la excellenzia de la obedienzia, e de’ beni che dá a chi in veritá la<br />

piglia.<br />

— Questo è quello vero remedio che tiene il vero obbediente; e ogni di di nuovo il tiene,<br />

augmentando la virtú de l'obbedienzia col lume della fede, desiderando scherni e villanie e che gli<br />

sieno imposti e' grandi pesi dal prelato suo, perché la virtú de l'obbedienzia e la pazienzia sua<br />

sorella non irrugginiscano, acciò che, nei tempo che le bisognano adoperare, elle non venissero

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