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DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Altervista

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manifestate e lamentatoti delle iniquità loro, ho trovato dolore intollerabile.<br />

Tu, amore inextimabile, l'hai manifestato dandomi la medicina dolce e amara, perché io mi<br />

levi in tucto da la infermità della ignoranzia e negligenzia, e con sollicitudine e anxietato desiderio<br />

ricorra a te, cognoscendo me e la bontá tua, e l'offese che sonno facte a te da ogni maniera di gente<br />

e spezialmente da' ministri tuoi, acciò che io distilli uno fiume di lagrime Sopra me miserabile,<br />

traendole del cognoscimento della tua infinita bontá, e sopra questi morti, e' quali tanto<br />

miserabilmente vivono. Unde io non voglio, ineffabile fuoco e dileczione di carità, Padre etterno,<br />

che ‘l desiderio mio si stanchi mai di desiderare il tuo onore e la salute de l'anime, e gli occhi miei<br />

non si ristiano; ma dimandoti per grazia che sieno facti due fiumi d'acqua, che esca di te, mare<br />

pacifico. Grazia, grazia sia a te, Padre, che, satisfacendo a me di quel che io ti dimandai e di quello<br />

che io non cognoscevo e non ti dimandai, tu m'hai invitata, dandomi la materia del pianto, e<br />

d'offerire dolci e amorosi e anxietati desidèri dinanzi da te con umile e continua orazione. Ora<br />

t'adimando che tu facci misericordia al mondo e alla sancta Chiesa tua. Pregoti che tu adempia<br />

quello che tu mi fai adimandare. Oimè, misera, dolorosa l'anima mia, cagione d'ogni male! Non<br />

indugiare piú a fare misericordia al mondo: conscende e adempie il desiderio de' servi tuoi. Oimè!<br />

tu se' colui che gli fai gridare: adunque ode la voce loro. La tua Verità disse che noi chiamassimo e<br />

sarebbeci risposto, bussassimo e sarebbeci aperto, chiedessimo e sarebbeci dato. O Padre etterno, e'<br />

servi tuoi chiamano a te misericordia: risponde lo' (299) dunque. lo so bene che la misericordia t'è<br />

propria, e però non la puoi stollere che tue non la dia a chi te l'adomanda. Essi bussano a la porta<br />

della tua Verità, però che nella Verità tua, unigenito tuo Figliuolo, cognoscono l'amore ineffabile<br />

che tu hai a l'uomo, si che bussano a la porta. Unde il fuoco della tua caritá non si debba né può<br />

tenere che tu non apra a chi bussa con perseveranzia.<br />

Adunque apre, diserra e spezza e' cuori indurati delle tue creature: non per loro che non<br />

bussano, ma fallo per la tua infinita bontá e per amore de' servi tuoi, che bussano a te per loro. Dà<br />

lo', Padre etterno, ché vedi che stanno a la porta della Verità tua e chiegono. E che chiegono? il<br />

Sangue di questa porta, Verità tua. E nel sangue tu hai lavate le iniquità, e tracta la marcia del<br />

peccato d'Adam. El Sangue è nostro, però che ce n'hai facto bagno: noi puoi né vuogli disdire a chi<br />

te l’adimanda in veritá. Dà' dunque il fructo del Sangue a le tue . creature: pone nella bilancia el<br />

prezzo del sangue del tuo Figliuolo, acciò che le dimonia infernali non ne portino le tue pecorelle.<br />

Oli! tu se' pastore buono, che ci desti el Pastore vero de l'unigenito tuo Figliuolo, el quale, per<br />

l’obbedienzia tua, pose la vita per le tue pecorelle e del Sangue ci fece bagno. Questo è quel Sangue<br />

che t'adimandano come affamati e' servi tuoi a questa porta: per lo quale Sangue adimandano che tu<br />

facci misericordia al mondo, e rifiorisca la sancta Chiesa di fiori odoriferi di buoni e sancti pastori,<br />

e con l'odore spenga la puzza degl'iniqui fiori e putridi. Tu dicesti, Padre etterno, che per l'amore<br />

che tu hai alle tue creature, che hanno in loro ragione, che con l’orazioni dei servi tuoi e col molto<br />

loro sostenere fadighe senza colpa, faresti misericordia al mondo e riformaresti la Chiesa tua, e cosí<br />

ci daresti refrigerio. Adunque non indugiare a vòllere l'occhio della tua misericordia, ma risponde,<br />

però che vuoli rispondere prima che noi chiamiamo, con la voce della tua misericordia.<br />

Apre la porta della tua inextimabile carità, la quale ci donasti per la porta del Verbo. Si, so io<br />

che tu apri prima che noi bussiamo, però che con l’affecto e amore, che hai dato (300) a' servi tuoi,<br />

bussano e chiamano a te, cercando l'onore tuo e la salute de l'anime. Dona lo' dunque il pane della<br />

vita, cioè il fructo del sangue de l'unigenito tuo Figliuolo, el quale t'adimandiamo per gloria e loda<br />

del nome tuo e per salute de l'anime. Però che piú gloria e loda pare che torni a te a salvare tante<br />

creature, che a lassarle obstinate permanere nella durizia loro. A te, Padre etterno, ogni cosa è<br />

possibile: poniamo che tu ci creasti senza noi, ma salvare senza noi questo non vuogli fare; ma<br />

pregoti che sforzi la volontà loro e dispongali a volere quello che essi non vogliono. Questo<br />

t'adimando per la tua infinita misericordia. Tu ci creasti di non cavelle; adunque, ora che noi siamo,<br />

facci misericordia e rifa' e' vaselli che tu hai creati e formati a la imagine e similitudine tua.<br />

Riformagli a grazia nella misericordia e nel sangue del tuo Figliuolo, Cristo dolce Iesú.

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