DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Altervista
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VI. Come ogni virtú e ogni defecto si fa col mezzo del proximo.<br />
— Ché io ti fo a sapere che ogni virtú si fa COI mezzo del prossimo, e ogni difecto. Chi sta<br />
in odio di me fa danno al proximo e a se medesimo che è principale prossimo. Fagli (12) danno in<br />
generale e in particolare. In generale è perché sète tenuti d'amare il prossimo vostro come voi<br />
medesimi; amandolo dovete sovenirlo spiritualmente con l'orazione e con la parola, consigliandolo<br />
e aitandolo spiritualmente e temporalmente secondo che fa bisogno alla sua necessità, almeno<br />
volontariamente, non avendo altro. Non amando me, non ama lui; non amandolo, non el soviene;<br />
offende innanzi se medesimo che si tolle la grazia, e offende il prossimo tollendoli, perché non gli<br />
dá l'orazione e i dolci desidèri che è tenuto d'offerire dinanzi a me per lui. Ogni sovenire che egli fa<br />
debba uscire della dileczione che egli gli ha per amore di me.<br />
Cosí ogni male si fa per mezzo del prossimo, cioè che, non amando me, non è nella caritá<br />
sua. E tucti e' mali dependono perché l'anima è privata della caritá di me e del prossimo suo. Non<br />
facendo bene, séguita che fa male; facendo male, verso cui el fa e dimostra? verso se medesimo in<br />
prima e del proximo; non verso di me, ché a me non può fare danno se none in quanto Io reputo<br />
facto a me quello che fa ad altrui. Fa danno a sé di colpa, la qual colpa el priva della grazia; peggio<br />
non si può fare. Al proximo fa danno non dandoli el debito che gli debba dare della dileczione e<br />
dell'amore, col quale amore il debba sovenire con l'orazione e sancto desiderio offerto a me per lui.<br />
Questo è uno sovenimento generale che si debba fare a ogni creatura che ha in sé ragione.<br />
Utilità particolari sonno quelle che si fanno a coloro che vi sonno piú da presso dinanzi agli occhi<br />
vostri, de' quali sète tenuti di sovenire l'uno a l'altro con la parola e doctrina e exemplo di buone<br />
operazioni, e in tucte l'altre cose che si vede che egli abbi bisogno; consigliandolo schiectamente<br />
come se medesimo e senza passione di proprio amore. Egli non el fa, perché giá è privato della<br />
dileczione verso di lui. Si che vedi che, non facendolo, gli fa danno particolare; e non tanto che gli<br />
facci danno non facendoli quel bene che egli può, ma e' gli fa male e danno assiduamente. Come?<br />
Per questo modo: el peccato si fa actuale e mentale; mentale è giá facto, ché ha conceputo piacere<br />
del peccato e (13) odio della virtú, cioè del proprio amore sensitivo, il quale l'ha privato de l’affecto<br />
della caritá el quale debba avere a me e al proximo suo. E poi che egli ha conceputo, gli parturisce<br />
l'uno di po' l'altro sopra del proximo, secondo che piace a la perversa volontà sensitiva, in diversi<br />
modi: alcuna volta vediamo che parturisce una crudeltá e in generale e in particolare. Generale è di<br />
vedere sé e le creature in dampnazione e in caso di morte per la privazione della grazia; ed è tanto<br />
crudele che non si soviene, sé né altrui, de l'amore della virtú e odio del vizio; anco come crudele<br />
distende actualmente piú la crudeltá sua, cioè che non tanto che egli dia exemplo di virtú, ma egli,<br />
come malvagio, piglia l'officio delle dimonia, traendo, giusta’l suo potere, la creatura da la virtú e<br />
conducendola nel vizio. Questa è crudeltá verso l'anima che s'è facto strumento a tollarle la vita e<br />
darle la morte. Crudeltà corporale usa per cupidità, ché non tanto che egli sovenga il proximo del<br />
suo, ma egli tolle l'altrui, robbando le poverelle, e alcuna volta per acto di signoria e alcuna volta<br />
con inganno e con frode facendo ricomprare le cose del proximo e spesse volte la propria persona.<br />
O crudeltá miserabile, la quale sarai privata della misericordia mia, se esso non torna a pietà e<br />
benivolenzia verso di lui !<br />
E alcuna volta parturisce parole ingiuriose, doppo le quali parole spesse volte séguita<br />
l'omicidio. E alcuna volta parturisce disonestà nella persona del proximo, per la quale ne diventa<br />
animale bruto, pieno di puzza; e non atosca né uno né due, ma chi se gli appressima con amore e<br />
conversazione ne rimane atoscato.<br />
In cui parturisce la superbia? solo nel proximo per propria reputazione di sé; unde ne traie<br />
dispiacere del proximo suo, reputandosi maggiore di lui, e per questo modo gli fa ingiuria. Se egli