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DIALOGO DELLA DIVINA PROVVIDENZA - Altervista

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inganno trasformarsi in forma di luce e mostrarsi nella mente loro, giognendo subito con grande<br />

allegrezza. Ma essi, che non sono passionati da l'amore della consolazione nella mente loro, con<br />

prudenzia in veritá cognoscono lo inganno suo: passando tosto l'allegrezza, vegonsi rimanere in<br />

tenebre. E però s'aumiliano con vero cognoscimento di loro, e spregiano ogni consolazione e<br />

abracciano e stringono la dottrina della mia Verità. El dimonio, come confuso, rade volte o non mai<br />

in questa forma vi torna.<br />

Ma quelli, che sonno amatori della propria consolazione, spesse volte ne riceveranno; ma<br />

conosceranno l'inganno loro per lo modo che detto t'ho, cioè trovando l'allegrezza senza la virtú,<br />

cioè che non si vega escire di quello camino con umilità e vera carità, fame de l'onore di me, Dio<br />

etterno, e della salute de l'anime.<br />

Questo ha facto la mia bontá: d'avere proveduto verso di voi, a' perfetti e agl'imperfetti, in<br />

qualunque stato voi sète, perché neuno inganno voi potiate ricevere, se vorrete conservarvi el lume<br />

de l'intelletto che lo v'ho dato con la pupilla della sanctissima fede, che voi non vel Tassiate<br />

obumbrare dal dimonio e nol veliate con l'amore proprio di voi. Perché, se non vel tollete voi, non è<br />

alcuno che vel possa tollere.<br />

CVII. Come Dio è adempitore de' sancti desidèri de' servi suoi, e come molto gli<br />

piace chi dimanda e bussa a la porta de la sua Verità top perseveranzia.<br />

— Ora t'ho detto, carissima figliuola, e in tutto dichiarato e illuminatone l'occhio de<br />

l'intelletto tuo verso gl'inganni che ‘l dimonio ti potesse fare. E ho satisfacto al desiderio tuo in<br />

quello che tu mi dimandasti, perché lo non so' spregiatore del desiderio de' servi miei. Anco do a<br />

chimi dimanda, e invitovi a dimandare; e molto mi spiace colui che in veritá non bussa a (216) la<br />

porta della sapienzia de l'unigenito mio Figliuolo, seguitando la doctrina sua; la quale doctrina,<br />

seguitandola, è uno bussare chiamando a me, Padre etterno, con la voce del sancto desiderio, con<br />

umili e continue orazioni. E Io so' quel Padre che vi do el pane della grazia col mezzo di questa<br />

porta, dolce mia Verità. E alcuna volta,, per provare i desidèri vostri e la vostra perseveranzia, fo<br />

vista di non intendervi; ma Io v'intendo, e dòvi, mentre, quello che bisogna, perché vi do la fame e<br />

la voce con che chiamate a me; e Io, vedendo la sostanzia vostra, compio e' vostri desidèri, quando<br />

sonno ordinati e dirizzati in me.<br />

A questo chiamare v' invitoe la mia Verità quando dixe: «Chiamate e saravi risposto; bussate<br />

e saravi aperto; chiedete e saravi dato ». E cosí ti dico che Io voglio che tu facci: che tu non allenti<br />

mai el desiderio tuo di chiedere l'aiutorio mio; né abbassi la voce tua di chiamare a me, ch' Io facci<br />

misericordia al mondo; né ti ristare di bussare a la porta della mia Verità, seguitando le vestigie sue;<br />

e dilèctati in croce con Lui, mangiando el cibo de l'anime per gloria e loda del nome mio. E con<br />

ansietà di cuore mughiare sopra el morto de l'umana generazione, el quale vedi condotto a tanta<br />

miseria che la lingua non sarebbe sufficiente a narrarlo. Con questo mughio e grido vorrò fare<br />

misericordia al mondo. E questo è quello che lo richiego da' servi miei, e questo mi sarà segno che<br />

in veritá m'amino. E Io non sarò spregiatore de' loro desidèri, si come Io t'ho decto.

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